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Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 4×07 – Deals With Our DevilsTEMPO DI LETTURA 6 min

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Nel descrivere la quarta stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. la denominammo una sorta di “Prima Stagione 2.0”. Il paragone, però, era riferito solo al cambio di status quo dei personaggi e delle dinamiche interne perché si presentava sotto una nuova luce tutta da scoprire, proprio come se fosse una nuova serie. Inoltre non si sentiva la nostalgia delle continue e fastidiose pause che lo show si prendeva nella sua prima annata. Partiamo da qua.
A distanza di tre anni, disgraziatamente ritornano le sopracitate pause. Si, al plurale perché, anche se effettivamente ce n’è stata una sola, questa ha causato uno stop forzato di ben tre settimane che vale il triplo, quindi la pluralità è d’obbligo. Nonostante la maggior parte del materiale venga prodotto nei mesi estivi, è probabile che tanto altro materiale venga poi prodotto nei mesi tra Gennaio e Febbraio (la pausa invernale di molte serie) o proprio mentre altri episodi vanno in onda. E’ possibile che un episodio come “Deals With Our Devils” fosse ancora in fase di rifinitura quando stava per arrivare il momento di trasmetterlo, così come magari i successivi, e che dunque la ABC sia stata costretta ad una pausa.
Ovviamente sono tutte ipotesi e oltre non si può andare, però in passato era già successo per questi motivi. E fosse solo per questo, il dente avvelenato non si sarebbe tirato fuori. Però tre settimane sono davvero troppe e l’hype che così duramente è stato costruito rischia di perdersi. Anche perché, da quanto le serie tv sono diventate una moda, il palinsesto si è fatto decisamente agguerrito e lo spettatore insaziabile e compulsivo migra su altri nidi, magari perdendo interesse per la serie: l’ultima cosa di cui Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. ha bisogno. A volte non basta un cliffhanger potente come quello mostrato in chiusura di “The Good Samaritan” poiché, proprio come detto prima, lasciar passare troppo tempo e ritardare la messa in onda può far perdere tutto il ritmo della narrazione. Tuttavia, nelle tre settimane di pausa, il serial Marvel/ABC non ha perso i suoi superpoteri, sopratutto quello di ribaltare una situazione per lei sfavorevole a suo vantaggio.
Nonostante il nervosismo provato per lo stop forzato si placa grazie al ritmo incalzante della puntata che riprende esattamente dallo stesso punto in cui si conclude la precedente, rispondendo al quesito che per tutto questo tempo ha preso alla gola gli affezionatissimi: Coulson, Fitz e Robbie sono morti? Ovviamente no. E infatti, nella recensione di “The Good Samaritan” non si è fatto nemmeno lo sforzo di commentare il cliffhanger, poiché chiaramente il serial non aveva intenzione alcuna di uccidere tre dei suoi personaggi di punta, sarebbe stata una scelta stupida e controproducente. Quanto più, lo scopo della loro breve “dipartita” era quello di spedirli in quella sottospecie di dimensione di passaggio che sta tra il regno dei vivi e quello dei morti, mostrando non solo alcune meccaniche che hanno trasformato Lucy e gli altri in fantasmi attraverso il punto di vista del trio, ma anche di far progredire diverse trame e far loro raggiungere una svolta più che decisiva utilizzando proprio questo escamotage. Intelligente e pregevole anche la scelta di dividere la puntata in tre corposi atti che mostrano le stesse sequenze narrative ma visti da due punti diversi: quello dei “viventi” (prima) e quello del trio Coulson-Fitz-Robbie (dopo), mostrando lo sviluppo della puntata nella sua completezza e spiegando eventuali comportamenti bizzarri dei personaggi (come quello di Mack).
“Deals With Our Devils” si pone come la puntata più decisiva della stagione, o almeno di questa prima parte, grazie ai diversi nodi che arrivano al pettine e alcuni dei segreti che molti personaggi si tenevano per sé cominciano a diventare di dominio pubblico (vedi l’esistenza di Aida). In più si scopre il perché dietro il licenziamento di Coulson come direttore e la creazione della stessa Aida, tutte conseguenze nate dalla traumatica esperienza della morte di Lincoln elaborate però in maniera diversa.
Coulson sente su di sé il fallimento e, per preservare certi equilibri di potere, opta per le dimissioni ridimensionando la sua importanza verso sé stesso e gli altri, quasi come un esilio simbolico votato ad una vita da eremita: una prova arriva dal freddo saluto di Phil a Daisy. Fitz invece, da scienziato sempre abituato a trovare una soluzione ad un problema, elabora la perdita di un agente creando qualcosa che possa proteggere gli agenti durante missioni particolarmente pericolose; non lo fa per evitare loro la morte, quanto più per risparmiare agli altri la stessa sofferenza che l’ex-Team Coulson sta ora patendo. E ovviamente c’è anche il tempo per approfondire, anche se meno rispetto a Coulson e Fitz, il tormento e la relazione forzata tra Robbie e lo Spirito della Vendetta. Ottima in tal senso la scelta da parte degli sceneggiatori di trasmettere lo Spirito da Robbie a Mack di pochi minuti, cosa che permette agli spettatori di empatizzare meglio la sofferenza di Robbie nel convivere con sentimenti forti, decisivi e violenti attraverso un personaggio che il pubblico ha imparato a conoscere e considerare ormai “di famiglia”.
Tornando al discorso degli LMD, bisogna fare un plauso per la trasposizione delle loro origini. I Life Model Decoy vennero creati nei fumetti per permettere a Nick Fury di poter mettere occhi e orecchie ovunque nel globo, oltre che proteggerlo in situazioni pericolose. Gli LMD, insomma, erano una estensione della personalità machiavellica, calcolatrice e paranoica di Fury. Non potendosi permettere Samuel L. Jackson per motivi di cachet, il serial s’è trovato a dover inserire i Life Model Decoy (perché parte importante dell’armamentario S.H.I.E.L.D.) cambiandone le origini ma cercando di tenere invariato il loro scopo di mera imitazione della vita da usare come carne di cannone. Qui non solo si mantiene questo utilizzo, ma gli si dá anche un significato quasi da martire. Ma, come da tradizione di ogni storia in cui c’è una IA di mezzo, essa comincia a sviluppare un pensiero autonomo al di là della sua programmazione (avete detto Westworld?) che comincia a farle desiderare qualcosa “oltre”. Questa, come svolta narrativa, potrebbe rivelarsi una autentica mina vagante capace di regalare, in futuro, sorprese.

 

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la nuova stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter egg e trivia disseminati nella puntata.

  1. Mack, nei fumetti, non è mai diventato Ghost Rider.
  2. Per pochi secondi, la puntata ha mostrato com’è fatto uno Spirito della Vendetta senza ospite umano. Nell’episodio lo Spirito è stato mostrato interamente fatto di fuoco, mentre nei fumetti gli Spiriti della Vendetta (sopratutto Zarathos, il più conosciuto di loro) appare con una forma fatta di carne e ossa e dei vestiti. Qui un esempio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tre settimane di stop, non si sentono…
  • Ma gli androidi Aida sognano pecore elettrice sogna un cervello?
  • Fitz, Coulson e i loro demoni
  • Robbie, Mack e lo Spirito della Vendetta
  • Brillante scelta quella della narrazione a due punti di vista
  • Holden Radcliffe come Johnny Cash
  • Mack diventa Ghost Rider (anche se per poco)
  • …Però ci sono state eccome, dannazione

 

Per farsi perdonare tre settimane di pausa, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. torna con “Deals With Our Devils” che si presenta come un episodio ricco di avvenimenti e come il più decisivo degli episodi rilasciati finora. Una grande, incredibile e soddisfacente progressione nella trama che alza ancora di più la posta in gioco.

 

The Good Samaritan 4×06 2.43 milioni – 0.8 rating
Deal With Our Devils 4×07 2.41 milioni – 0.8 rating

 

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