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Taboo 1×01 – Shovels And KeysTEMPO DI LETTURA 5 min

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Inghilterra, 1814. Un uomo dal volto sfregiato da una piccola ma evidente cicatrice si aggira per le campagne appena fuori una Londra piovosa, cupa e grigia, per poi far visita al padre disteso su un letto d’obitorio con le due monete simboliche del pedaggio per l’oltretomba sugli occhi.
È così che inizia la prima puntata di Taboo, la serie targata BBC (inglese) e FX (americana), creata da Tom e Edward “Chips” Hardy e Steven Knight. Se potreste non riconoscere quest’ultimo nome, nonostante sia lo sceneggiatore di capolavori seriali come Peaky Blinders e film molto apprezzati dalla critica, dall’Academy e dall’Hollywood Foreign Press (quali Locke, Piccoli Affari Sporchi, La Promessa Dell’Assassino), difficilmente non riconoscerete quello del gran pezzo di manzo di Tom Hardy. Dopo il grande cinema (Inception, La Talpa, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, Locke, Mad Max: Fury Road, Revenant) l’attore britannico si cimenta nella tv in veste di creatore e attore, con l’aiuto del padre commediografo e di Knight (con cui ha già lavorato in Locke e in Peaky Blinders). Nonostante le foto promozionali, così come il titolo, indicassero una location ben più selvaggia della City, nella prima puntata si accenna solo verbalmente al luogo che ospita la giungla e la versione indigena del Tom Hardy che si aggira solitario e guardingo per Londra con cappotto scuro e tuba. Ricorda anche non troppo vagamente un altro dramma in costume, inglese, di taglio fantasy/horror degli ultimi anni: Penny Dreadful. Tra misticismo, spiritualità, protagonisti maschili misteriosi (anche lì con fascino e fisicità da vendere, tipo Josh Hartnett), morti che tornano in vita e dottori che disturbano il sonno dei morti per strane faccende; il tutto sullo sfondo di una pittoresca e cupa Londra vittoriana.
È però difficile trovare una definizione precisa del genere in cui collocare Taboo. Sebbene l’ambientazione e l’atmosfera che si respira siano quelle del period drama, è da subito evidente che questa è solo la parte più artistica ed estetica dello show. Oltre gli uomini con la tuba, i pettegolezzi da salotto, le convenzioni sociali e l’atteggiamento verso chi non li rispetta, i maggiordomi fedeli, la povertà (di denaro o di valori), la Compagnia delle Indie e i giochi di potere, c’è molto altro. Questo “altro” è tutto concentrato nel personaggio di James Delaney in cui Tom Hardy si cala agevolmente con la sua fisicità e perfettamente con la sua abilità nell’interpretare personaggi cupi e misteriosi. Un character che parla poco e per lo più con frasi fatte e ad effetto (non necessariamente un buco di sceneggiatura ma più probabilmente una scelta voluta per rafforzare l’effetto straniante dato dal suo personaggio inserito in un contesto sociale imbalsamato di pregiudizi e convenzioni) ma che nasconde terribili segreti. Perlomeno questo è quello che dobbiamo immaginarci dalle insinuazioni, non troppo smentite dallo stesso Delaney, degli uomini che lo credevano (e speravano) morto. Perché, in effetti, è solo grazie a piccoli elementi come le inquietanti frazioni di scene (immaginate? sognate? vissute?) di mostri e abissi o i rituali recitati al funerale da Delaney che lo spettatore percepisce l’aspetto mistico e intrigante della serie.
Per il resto l’intero pilot, decisamente molto introduttivo, crea sostanzialmente la base della storia e incuriosisce il pubblico sia dal lato mistico/fantascientifico (avremo a che fare con rituali mortiferi o anche con connessioni spirituali/mentali?) sia sul passato misterioso e segreto di alcuni personaggi. Lo fa alternando momenti puramente esplicativi, come la scena della riunione della Compagnia delle Indie da cui si evincono le loro intenzioni o quella delle parole sussurrate all’orecchio della “sorella”, a momenti di silenzio e giochi di sguardi. È soprattutto con lo sguardo che, proprio perché il suo personaggio non è propriamente tipo da chiacchiere, Tom Hardy sostiene tutti i 57 minuti della puntata con una recitazione intensa e vigorosa. Proprio perché gran parte delle scene si svolge al chiuso la regia sembra sfruttare gli spazi aperti, quando disponibili, per ampie inquadrature dal sapore romantico (nel senso artistico del termine) che enfatizzano la solitudine e l’estraneità del protagonista rispetto all’ambiente che lo circonda per poi stringere sugli sguardi, sui volti, espressivi nella loro enigmaticità, dei protagonisti.
Si è parlato solo della buona prova attoriale di Tom Hardy perché i suoi co-protagonisti non hanno ancora avuto modo di esprimersi pienamente; confidiamo sicuramente nell’interprete di Stuart Strange, il chairman della Compagnia delle Indie Orientali,: Jonathan Pryce e la sua curiosa calamita per le parti che hanno a che fare con la Compagnia delle Indie Orientali (oltre a Elliot Carver in 007 – Il Domani Non Muore Mai e Sam Lowry in Brazil ha infatti interpretato il Governatore Swann nella trilogia di Pirati dei Caraibi; mentre i fan di Game Of Thrones lo conoscono invece come l’Alto Passero. Sempre dei casting di GoT si sono serviti per l’attrice interprete della sorella di James, Oona Chaplin, nipote dell’attore di cui porta il cognome e nota al grande pubblico soprattutto per il ruolo di Talisa, moglie di Robb in Game Of Thrones).
Concluderemmo con una conversazione realmente avvenuta tra due
recensori di Recenserie (su cui manterremo il più totale anonimato) su
questa series premiere giusto per chiarire il tenore delle discussioni:

Recensore #1: C’è da dire che è anche solo la prima puntata, c’è tutto il tempo di migliorare…
Recensore #2: C’è anche tutto il tempo per comprare delle luci di scena. O candele.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tom Hardy
  • Buona introduzione delle vicende
  • Stile registico molto scenografico
  • Tom Hardy vestito
  • Mancate aspettative circa l’ambientazione
  • Pochi elementi a segnalare il carattere mistico/fantasy del protagonista

 

Taboo si sofferma forse troppo su vezzi stilistici ma riuscendo comunque a dare un primo quadro di una storia che si preannuncia intrigante quanto inquietante. Sicuramente il lato più accattivante è quello mistico e misterioso con l’ambientazione esotica e si confida ovviamente che non sia solo fumo negli occhi sparato da trailer ambiziosi ma anche un nuovo prodotto affascinante, almeno quanto il suo protagonista.

 

Shovels And Keys 1×01 1.84 milioni – 0.6 rating

 

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