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Powerless 1×03 – Sinking DayTEMPO DI LETTURA 4 min

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Le comedy ambientate nei posti di lavoro hanno ricoperto per molti anni un ruolo importante nel panorama televisivo (The Office UK è stato trasmesso nel 2003, mentre Seinfeld ha esordito addirittura nel 1989) ma, nell’ultimo periodo, erano cadute un po’ nell’oblio, in favore di un grande ritorno delle comedy familiari (The Millers, Fresh Off The BoatThe GoldbergsBlack-ish, Modern Family…). NBC, però, ha deciso di riportarle in auge (del resto, dopo alcune annate disastrose, la rete era disposta a giocarsi ogni carta per migliorare la propria situazione); in questo modo, nei primi del 2016 esordì Superstore, ambientato in un centro commerciale e, a distanza di un anno, Powerless, ambientata nelle Wayne Industries.
Sembra una banalità, ma uno degli aspetti da decidere con più attenzione, in questo tipo di prodotti, è il posto di lavoro che gioca un ruolo fondamentale. La location in questione, ovviamente, deve essere in grado di fornire molti spunti per la creazione di storyline e archi narrativi (a meno che non siate Ricky Gervais e riusciate a far funzionare ottimamente uno show ambientato nella sede dislocata di una piccola impresa cartaria). Probabilmente, tra i vari errori commessi nel realizzare i cambiamenti intercorsi tra il pilot proiettato al San Diego Comic-Con e quello mandato in onda su NBC, il cambio di ambiente lavorativo è quello più grave. In un mondo dominato da supereroi e super cattivi, con relative distruzioni collaterali, un’agenzia assicurativa sarebbe stata molto più appropriata, anche solo per il fatto che ci sarebbero potuti essere i casi giornalieri più disparati, cosa che difficilmente accadrà in questa versione dello show. “Sinking Day”, infatti, è un episodio discreto, sicuramente migliore dei precedenti, ma che mostra anche alcuni difetti difficilmente arginabili. La storyline principale della puntata, infatti, è rappresentata dalla perdita di un grande cliente a causa dell’incapacità di Van e dal conseguente tentativo di trovarne un altro, sfruttando anche un attacco in corso nella città di Atlantis.
Appare subito evidente come, per forza di cose, una trama del genere sia difficilmente riproponibile più di un paio di volte, a meno che non si voglia dedicare un’intera serie tv su Van Wayne che perde clienti.
Questo aspetto rappresenta, dunque, la grande debolezza di Powerless: è difficile trovare uno schema generale da seguire nell’approcciare i casi della settimana. Al momento, l’unica soluzione è rappresentata dalla creazione di un prodotto ogni volta diverso, a seconda delle evenienze, ma si tratterebbe di una struttura dal limitato potenziale comico (a meno che non si vogliano riproporre sempre i bisticci durante la preparazione e la presentazione all’ultimo minuto del prodotto, che si rivelerà un successo) e poco appetibile anche nel lungo termine (gli oggetti non sono infiniti).
Si potrebbero esplorare altre strade, come quella dell’arco narrativo che fa da filo conduttore oppure, come in The Office, quella di puntare molto sulla caratterizzazione e l’approfondimento dei personaggi, ma entrambe sembrano assolutamente non percorribili perché una serie che fa fatica con la trama orizzontale otterrebbe risultati ancora peggiori con quella orizzontale; riguardo all’approfondimento dei characters, la loro caratterizzazione è così anonima e sommaria, rendendo inadatto ogni discorso di questo tipo. Tralasciando il personaggio di Vanessa Hudgens (tra l’altro, recitazione sempre esageratamente forzata da parte sua) che, pur non brillando di certo per originalità, ha una sua caratterizzazione (ragazza idealista, piena di voglia di migliorare…), gli ingegneri di laboratorio faticano moltissimo a trovare una loro dimensione. Tra di loro, l’unico in grado di farsi notare è Ron. Ciò accade a causa di due motivi: la bravura del comico Ron Funches e il fatto che il suo personaggio abbia avuto quasi sempre le migliori battute (ad esempio, quelle su Atlantis/Atlanta e sul voto popolare nelle elezioni). Uno degli elementi di spicco del cast è Danny Pudi ma, al momento, il suo personaggio non riesce ad emergere dall’anonimato, e la sua recitazione non è certo d’aiuto, troppo simile  a quella offerta in Community dove però interpretava un personaggio molto più introverso e particolare, mentre Teddy è più spigliato e carismatico, elementi che Pudi fatica a mettere in mostra. Per lui potrebbe esserci lo stesso problema di Joel McHale, cioè quello di riuscire ad interpretare solo un certo tipo di personaggio (il suo personaggio in The Great Indoors è abbastanza simile a Jeff Winger, nonostante Winger fosse, ovviamente, molto più riuscito).
Da questo discorso avevamo escluso, fino ad ora, Van e la sua segretaria, perché per loro vale il concetto espresso nella scorsa recensione: sono certamente i personaggi migliori, e le loro scene sono sempre di buon livello, ma la loro presenza deve sempre essere abbastanza marginale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Alcune linee comiche non male
  • “Caso” della settimana abbastanza ben riuscito
  • La storyline del nuovo arrivato
  • È di sicuro migliore dei primi due episodi
  • Difetti strutturali 
  • Personaggi troppo anonimi
  • Non si può puntare tutto su Van 
  • Caso difficilmente ripetibile
  • I *beep* nel 2017 sono abbastanza imbarazzanti

 

Nonostante alcuni problemi abbastanza evidenti, anche a livello strutturale, “Sinking Day” rappresenta un miglioramento rispetto alle prime due puntate e, per questo, riesce a strappare la sufficienza.

 

Wayne Dream Team 1×02 2.53 milioni – 0.8 rating
Sinking Day 1×03 2.49 milioni – 0.8 rating

 

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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