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Taboo 1×06 – Episode 6TEMPO DI LETTURA 6 min

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Sin dall’inizio, Taboo è stato contraddistinto da due filoni principali: quello relativo allo scontro tra James Delaney e la Compagnia delle Indie Orientali e quello relativo ai suoi poteri sovrannaturali. La distribuzione delle due storyline è stata, però, tutt’altro che equa: mentre lo scontro si è evoluto – ha visto l’ingresso di Lorna Bow, degli Americani e della Monarchia (rappresentata da Solomon Coop, dal Principe Reggente e da George Chichester) – i poteri di James e il suo rapporto con la stregoneria si sono limitati, nel corso delle prime cinque ore, alla sua conoscenza di fatti che non dovrebbe conoscere, a visioni abbastanza frequenti di una persona dalle sembianze inquietanti e ad un  rapporto sessuale a distanza con la sua sorellastra. Era assolutamente necessario dare nuova linfa a questo aspetto e, fortunatamente, così è stato.
“Episode 6”, infatti, inizia subito con un diverbio tra James e Brace a proposito di sua madre, la quale, stando alle parole del maggiordomo, tentò di annegare James quando era ancora in fasce. Questa rivelazione, nonostante la faccia apparentemente impassibile di Tom Hardy, riesce a scatenare una serie di conseguenze. Innanzitutto siamo finalmente sicuri del fatto che la persona nell’acqua che appare nella mente di James sia Anne Delaney; inoltre, ci fa capire come, in realtà, egli non sappia tutto del suo passato e di quello che sta succedendo accanto a lui. Non è un caso, infatti, che, dopo il diverbio con Brace, le sue visioni siano diventate più frequenti, sempre più reali e si sia aggiunto anche il tentato annegamento, che avviene davvero sotto gli occhi di uno sconvolto Robert (il bambino ha finalmente un nome, ndr). È avvenuto a causa della suggestione di James o lo spirito della madre è davvero presente? La sensazione è che il quadro generale sia molto grande e che, fino ad ora, se ne sia vista soltanto una piccola parte.
Una conferma a quanto appena detto è rappresentata dalla frase che Zilpha dice al fratellastro dopo aver pugnalato suo marito Thorne: “L’ho ucciso, proprio come hai detto tu”. Nonostante, anche in questo caso, James abbia cercato di rimanere impassibile, era evidente la sua sorpresa nel sentire quelle parole (infatti, dice anche “Quando avrei…”, ma viene interrotto da un rumore improvviso). Steven Knight ha detto di voler realizzare tre stagioni dello show, quindi è probabile che questi misteri non si risolvano nei due episodi rimanenti.
Continuando a parlare di Zilpha, è evidente che l’uccisione di suo marito rappresenti uno snodo cruciale della sua storyline. Sposandolo, lei aveva deciso di abbandonare tutta la sua voglia di fare nuove esperienze (come appurato dalla conversazione in chiesa qualche episodio fa) per uniformarsi ai costumi dell’epoca e divenire la sposa di un cristiano benestante. Questo atteggiamento di facciata, però, era fragile, e il ritorno di James non può che averlo fatto crollare. È sorprendente vedere il cambiamento occorso in lei (grazie anche all’ottima interpretazione di Oona Chaplin) a distanza di poche ore: la donna fredda, inespressiva e tumefatta che prima caccia via Lorna e poi non prova alcune emozione alla notizia dell’imminente trasferimento in Australia, scompare totalmente nel momento in cui Thorne esala l’ultimo respiro e viene sostituita da una Zilpha raggiante e piena di passione, pronta finalmente a mostrare senza timore il suo amore per il fratellastro; come era facile prevedere, questo amore si trasforma ben presto in un appassionato rapporto che, però, viene rovinato dalle visioni sempre più insistenti di James.
Visioni  che si ripetono anche a fine puntata quando, dopo aver bevuto moltissimo, inizia a vedere il volto della madre invece di quello di Winter. Svegliandosi la mattina dopo, trova la ragazza squartata e priva di vita. Ciò rappresenta un grande pericolo per James, che sarà sicuramente il primo ed unico sospettato (soprattutto considerando il modo in cui è stata uccisa). La sua effettiva colpevolezza, però, potrebbe essere troppo scontata e non sono esclusi affatto colpi di scena, anzi, è probabile vedere sin da subito un Delaney intento a dimostrare la propria innocenza.
Dato  il grande spazio riservato alle vicende personali dei Delaney, la lotta politica e di potere è finita un po’ in secondo piano ma ci sono stati comunque degli sviluppi assolutamente interessanti. La grande novità è rappresentata da George Chichester, una grandissima risorsa per la Corona. Innanzitutto, si notano fin da subito la sua intelligenza e la sua grande abilità oratoria. Queste doti sarebbero già più che sufficienti per avere facilmente la meglio di Wilton e Pettifer, ma un terzo fattore li fa addirittura sentire assolutamente a disagio. Non va dimenticato, infatti, che nel Regno Unito la schiavitù è stata abolita nel 1833, 19 anni dopo le vicende narrate in Taboo. Il vedere un uomo nero perfettamente istruito e in un ruolo di potere li sconvolge, e i sottili richiami di Chichester sulla schiavitù e sulla condizione dell’uomo nero in generale (basti pensare al riferimento agli antichi Egizi) fanno provare loro un sentimento di leggera vergogna tale da far distogliere loro lo sguardo.
L’immagine che Steven Knight vuole dare della Compagnia delle Indie non è certo delle più lusinghiere: i suoi membri, infatti, sono corrotti, scarsamente intelligenti, immorali e viscidamente ossequiosi nei confronti di Sir Stuart (lui sì astuto ed intelligente) il quale, a sua volta, ha la volontà di assoggettare la Monarchia ai suoi voleri. Nonostante ciò ci sia stato mostrato a varie riprese, troviamo che nulla possa spiegare questo concetto nel breve dialogo tra Wilton e Pettifer prima dell’arrivo di Chichester, durante il quale i due criticano e parlano con disprezzo e disgusto di alcune ottime qualità del membro dei Sons of Africa quali l’essere autodidatta, l’essere astemio e il tenere sempre la mente impegnata.
Un altro personaggio recentemente salito alla ribalta è Godfrey, il quale avvisa James dell’imminente retata nella fattoria di Ibbotson (con relativa scena macabra di Tom Hardy che mette la lingua del contadino nella mano di Cholmondeley per “convincerlo” ad obbedire ai suoi ordini). Visto l’acume di Sir Stuart, è facile immaginare che la talpa venga identificata presto, quindi il destino di Godfrey sembra abbastanza segnato. Guardando un attimo l’elenco dei “collaboratori” di James, si può notare come essi si possano distinguere in due categorie: quelli che lo amano, o gli vogliono bene (Godfrey, Lorna e Brace) e quelli che, inizialmente incuriositi dal suo modo di fare e dalle sue ambizioni, stanno iniziando ad averne paura, come Cholmondeley, sempre più restio ad eseguire i suoi ordini (tanto che si è dovuti ricorrere alla lingua di Ibbotson), e anche Atticus (basti vedere la sua espressione sconvolta dopo lo sgozzamento di uno dei suoi uomini). Quest’ultimo, inoltre, sta iniziando a sospettare che James possa avere davvero qualche legame con la stregoneria e la magia nera, quindi la sua fedeltà potrebbe venire meno nel prossimo futuro.
In conclusione, non si può non parlare del misterioso disegno del Sankofa nella casa di Ibbotson (chi lo ha fatto? Appare improbabile che sia stato James, visto il pochissimo tempo passato in laboratorio) e dell’esplosione della sua nave. La guerra è ufficialmente iniziata, la tela narrativa si sta infittendo sempre di più, quindi è lecito aspettarsi due episodi finali di alto livello.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • George Chichester
  • Il tentato annegamento 
  • L’uccisione di Thorne
  • Il ruolo della madre di James
  • Il paragone che Cholmondeley fa tra il clorato e un neonato
  • Zilpha finalmente protagonista del proprio destino
  • Il cliffhanger finale
  • Ritmo a tratti troppo lento 
  • Il personaggio di Lorna ancora sfruttato poco 

 

Dopo aver fatto attendere a lungo i propri fan, Taboo sembra aver finalmente ingranato la marcia giusta e, per questo, non possiamo che ringraziare.

 

Episode 5 1×05 1.07 milioni – 0.3 rating
Episode 6 1×06 1.12 milioni – 0.4 rating

 

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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