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The Lady 3×04 – Episodio QuattroTEMPO DI LETTURA 4 min

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Come avrete probabilmente intuito dai nostri podcast, gli Emmy awards non sempre sono stati meritori, snobbando serie tv assolutamente meritevoli, tra le quali The Knick, The Americans, Sons of Anarchy, Orphan Black (soprattutto Tatiana Maslany) e, naturalmente, The Lady. La colpa, però, non è della giuria statunitense, bensì nostra. Sì, esatto, è colpa nostra, perché non le diamo abbastanza risalto.
Dopo anni di prodotti mediocri, insulsi, stereotipati, senza mordente, senza iniziativa, finalmente abbiamo un prodotto di cui andare fieri, da omaggiare, lodare e glorificare e cosa facciamo? Nulla. La verità è che gli italiani hanno perso il senso della bellezza, dell’arte, dei prodotti di qualità. Ci siamo talmente assuefatti a prodotti scarni e limitati da non riuscire più a distinguere True Detective da Don Matteo. Che vergogna, che onta tremenda per il popolo che ha dato i natali a Federico Fellini, Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini e Lory Del Santo. Signori miei, mi dispiace dirlo, ma il tanto bistrattato Stanis la Rochelle, uno dei pochi che ha sempre cercato di innovare e sperimentare, aveva ragione: siete troppo italiani, non meritate questo tipo di televisione. Un’altra televisione è possibile, ma non in Italia.
Il pubblico snobba The Lady perché rimasto ancorato ad antichi ed arcaici preconcetti. Nel 2017 si crede ancora che la tv vada fatta in tv. Con queste lacune strutturali, è impossibile innovare. In un’epoca dove Netflix e Amazon spadroneggiano, la Del Santo ha deciso di passare al contrattacco, sfruttando la più grande piattaforma al mondo, Youtube. Il suo lavoro, però, non viene apprezzato, perché ci si ferma all’apparenza, ai pregiudizi, non si fa uno sforzo mentale per cercare di andare più a fondo, di capire. Signori miei, questa ignoranza patinata sta facendo colare a picco questo Paese.
Come si fa a non apprezzare un prodotto che, pur andando in onda su internet, ha il coraggio di parlare della rivoluzione digitale da un punto di vista critico. Come detto perfettamente in un dialogo breve ma pieno di significato, i cellulari hanno cambiato il nostro modo di vivere. Vedere le persone dal vivo, ormai, è una novità. La critica non si ferma qui: le due ragazze che sono a pranzo con Cicci pensano subito a farsi un selfie con lui. La tecnologia ci ha inaridito l’anima, ormai conta solo immortalare il momento, non viverlo. Sono le macchine a vivere i momenti al posto nostro. Cos’è questo, se non un richiamo alle tematiche pirandelliane di critica alla società delle macchine. La sceneggiatura omaggia dunque Serafino Gubbio, spesso considerato (ingiustamente) molto poco, al contrario di Il fu Mattia Pascal o Sei personaggi in cerca d’autore.
La grandezza di questa serie consiste nel veicolare più messaggi contemporaneamente: Cicci, infatti, rappresenta anche una critica forte, dura e senza mezzi termini al mondo dei talent show, dove l’importante è apparire e dove vanno avanti solo i raccomandati, mentre le persone veramente meritevoli (sfidiamo chiunque a vedere la performance del tizio pelato con le sembianze da biker e a non ritenerla superiore a qualsiasi cosa mai vista sui vari talent italiani e internazionali). Il tema della corruzione viene ripreso anche nella conversazione tra i due amici, di cui uno a torso nudo, durante la quale, però, si enuncia un’altra verità scomoda: in Italia farsi raccomandare è diventato così frequente che ormai riuscirci è un’impresa titanica e merita rispetto. Una presa di posizione decisa e controversa, che farà discutere a lungo.
In questo mare di mediocrità e raffazzonamento tipico del Bel Paese, si erge un ultimo baluardo di speranza: Lona. Lei, infatti, rappresenta l’ormai quasi estinta stirpe di persone che hanno fatto grande l’Italia: lavoratrice indefessa, va nelle Università per trasmettere il suo messaggio, il suo invito a non mollare alla futura classe dirigente del nostro Paese. Non paga, la nostra eroina decide anche di risollevare le sorti del cinema nostrano, diventando produttrice cinematografica. La metatestualità è evidente: The Lady sta provando a rivoluzionare la settima arte e, all’interno del suo mondo, lo sta facendo anche la sua protagonista.
Signori miei, voi non meritate tutto questo, non meritate nulla. The Lady potrà continuare ad essere snobbata da voi, ma la nostra voce non smetterà mai di gridare, i nostri cuori non smetteranno mai di battere al ritmo delle travolgenti colonne sonore di questo episodio (un chiaro messaggio a Scorsese e ad HBO: Vinyl, lo sappiamo fare anche noi!), i nostri piedi non smetteranno mai di battere. Voi non volete conoscere la verità, volete vivere nell’apatia e nella mediocrità, ma noi faremo di tutto per evitarlo.
Je ne suis pas Émile Zola, mais j’accuse le même.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto
  • Troppo avanti, troppo proiettata verso il futuro 
Il nostro messaggio è chiaro, sta a voi capirlo. The Lady è il futuro, The Lady è la televisione. Nonostante sia stato un episodio sotto la media, noi benediciamo comunque.

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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