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Legion 1×05 – Chapter 5TEMPO DI LETTURA 4 min

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“Okay. Let’s talk.”

Legion è una serie estremamente complicata. La difficoltà nel comprenderla e farsela piacere, non dipende dalla trama, ma dalla realizzazione. Il plot non è niente di eccezionale, è la semplice storia di un ragazzo alla scoperta di se stesso, dei suoi poteri e delle problematiche che questi (com)portano. Ciò che rende arduo il compito dello spettatore, cioè di godersi appieno i 50 minuti di puntata, è la complessità nel trovare quel sottilissimo filo logico che unisce il primo all’ultimo minuto. Ogni scena può sembrare fine a se stessa, creando disagio al fan, il quale comincia a chiedersi se è lui stupido o se l’addetto al montaggio si sia fatto di qualche sostanza non troppo salutare. La risposta probabilmente non ci è data saperla ma il merito di tutto ciò è di Noah Hawley.
Questa complessità, unita all’indubbio fascino che spinge a continuarla, rende la serie bipolare. Per bipolare si intende che Legion è uno show allo stesso tempo sia perfetto che pessimo. La perfezione è dettata dal reparto tecnico ma anche dalla sceneggiatura audace e temeraria, condita da una più che buona recitazione. Il lato pessimo, ma che non è veramente tale, è la narrazione. Sin dal pilot è ben chiara la volontà di Noah Hawley: distruggere ciò che professava Aristotele. L’Unità Aristotelica viene quasi sbeffeggiata, tanto quanto i tre principi del cinema classico (gerarchizzazione, leggibilità e drammatizzazione), a favore di una discontinuità tanto fastidiosa quanto magnetica. Questo spezzare la fabula in così tante parti non è una cosa fatta a caso, è una tecnica per rendere il fan partecipe del disagio psichico del protagonista. Tutto ciò può ricordare molto Mr.Robot, in entrambi i casi le immagini sono soggiogate dallo stato psichico in cui si trovano David Haller e Elliot Alderson. Ma c’è una grande differenza che non viene esplicitata per paura di provocare spoiler con annessa crociata contro la casa dell’odierno recensore.

Cary: “I think we were wrong.”
Melanie: “No.” 
Cary: “The whole approach. Treating him like the others. He is schizophrenic.”
Melanie: “This is not mental illness.”
Cary: “I mean split mind. This monster isn’t David. It’s a parasite of some kind. You see? Another consciousness inside of him.”

Legion vive di contraddizioni anzi, è una contraddizione “vivente”. Il personaggio interpretato da Dan Stevens prima era stato presentato come schizofrenico, subito dopo Xavier Melanie gli fa comprendere che non lo è, che ha dei super poteri. Ora, dopo altri quattro episodi, si viene a comprendere che il buon David ha sia poteri, ma è anche malato. Un continuo voltafaccia che rende indecifrabile il suo reale potenziale, così da renderlo più pericoloso che utile alla causa dei mutanti di Summerland. La doppia personalità di Legion si vede anche dal netto rollercoaster di “Chapter 5”, caratterizzato da una lucida presa di coscienza dei propri poteri durante i primi 25 minuti e da una marcata discesa negli abissi nei restanti 25 (rimarcata da un’assenza di audio piacevolmente disturbante negli ultimi minuti). L’instabilità mentale di David è talmente pericolosa e traballante che in un solo episodio, specialmente con l’ultima scena, ha sbriciolato la trama orizzontale che sembrava avere la serie. Con la distruzione della Division 3 si apre una voragine sui possibili sviluppi futuri; la formazione malvagia sembrava dover essere il villain principale dell’intera prima stagione, ma così non è. Anzi, è stata solo una scusa per mostrare il potere dell’essere che si gioca di David, di Summerland e dello spettatore.
Tornando a quanto si è parlato ad inizio recensione, come già detto non solo l’Unità Aristotelica viene fatta a pezzi, anche i tre principi del Cinema Classico fanno la stessa fine. A provocare tutto questo è proprio il Mostro (presumibilmente, per chi conosce i fumetti, il Re delle Ombre). La leggibilità, cioè la chiarezza, l’omogeneità del tutto, è in balia dall’instabilità di David. Il piano astrale è tutto fuorché la classica gerarchizzazione.
Per quanto riguardo la drammatizzazione, David è sia l’eroe che il cattivo della storia. Se Mr. Hawley fosse vissuto negli anni ’50 e avesse proposto un soggetto del genere con una resa del genere, probabilmente sarebbe stato internato prima di subito. Il pregio di Legion, ed in particolare di questo “Chapter 5”, è quello di sovvertire ulteriormente gli equilibri e la percezione del tutto portando lo spettatore nuovamente fuori da quella “comfort zone” che si era faticosamente recuperato. In controtendenza con quanto si potrebbe immaginare, non si è aspettato l’ultimo episodio per palesare e dare un senso a tutti quei flash in cui era presente il mostro con gli occhi gialli, e questo è segno di una grossa maturità di Hawley che ha una visione nettamente chiara dell’evoluzione che Legion avrà stagione dopo stagione (FX permettendo).
“Chapter 5” riesce a migliorare l’incredibile positivo trend degli scorsi episodi, ma distrugge anche le certezze faticosamente messe insieme. L’unica certezza è che si sta assistendo ad una serie innovativa, che non ha paura di ribaltare i classici metodi di narrazione e ha il coraggio di credere in se stessa a tal punto da cambiare rotta quando meno ce lo si aspetta e, a questo punto, visto come si è concluso l’episodio non si sa più davvero che aspettarsi. Le prossime tre puntate sono un grande punto interrogativo alla quale solo David Hawley potrà rispondere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia sublime
  • Colonna sonora perfetta
  • “This is the listening place”
  • Fotografia incredibilmente adattiva alla situazione
  • Cliffhanger
  • Certi attori non sempre convincenti

 

Al contrario di Aristotele, noi apprezziamo questo stravolgimento delle regole e blessiamo nuovamente Legion.

 

Chapter 4 1×04 0.75 milioni – 0.4 rating
Chapter 5 1×05 0.80 milioni – 0.4 rating

 

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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.

2 Comments

  1. Serie tv assurda! Appena credo di averci capito qualcosa spuntano scene che ribaltano tutto!! E il bello è che leggo le recensioni sperando di capirci più e invece è ancora peggio!
    Cmq mi sta stranamente piacendo… una domanda, quali sono gli attori secondo voi non molto convincenti??

  2. Ciao Laura!
    Hai ragione, è una serie incredibilmente poco pronosticabile. Per quanto riguarda lo scomparto attori ci sono diverse opinioni all'interno del team di Legion. Io, autore della recensione, penso che quasi tutti gli attori di Summerland non siano all'altezza del loro ruolo, Jean Smart (Melanie) su tutti.
    Per il resto gli altri funzionano, soprattutto Aubrey Plaza (Lenny).

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