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Suits 6×15 – Quid Pro QuoTEMPO DI LETTURA 3 min

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A un passo dal season finale, Suits si concede una puntata particolarmente in linea con tante altre già viste, diremmo quasi “nostalgica” se questo non fosse un eufemismo per “ripetitiva”.
Tanti sono infatti gli elementi presenti in questo episodio già visti in mille altri: casi che si risolvono tramite vie non troppo legali, Mike che non sa bene se vuole essere l’avvocato buono o cattivo, minacce e complotti, Donna che non viene valorizzata a dovere, Louis preso a figurati schiaffi in faccia dal suo interesse amoroso a causa della troppa sincerità. Se non altro è riapparso Stu a smorzare il mood monotono. Si spera solo che la storyline di “The Donna” non sia stato solo un pretesto per riportarlo in auge ma un ultimo tentativo per dare un ruolo da protagonista anche alla segretaria legale più figa di sempre (checché ne dicano i due douchebag che non ne hanno finanziato il progetto). Guai in vista per il suo rapporto con Harvey alla luce della scoperta della sua sponsorship verso i due investitori che, altrimenti, non l’avrebbero nemmeno ricevuta.
E dire che in Admission of Guilt le vicende si erano rese apprezzabili grazie all’ensemble di accoppiamenti: Harvey-Mike, Katrina-Rachel, Donna-Benjamin. Purtroppo, la sensazione è che il ritorno di Harvey e Mike a lavorare insieme ad un caso giovi sì all’economia dell’episodio ma probabilmente solo perché mancavano da troppo tempo. Non appena ci si riabitua alla bella e attesa situazione, però, non si può non notare il ritorno al solito pattern: il “segreto” (o, per meglio dire, la questione ormai nota della licenza per l’avvocatura) di Mike al centro delle vicende, Harvey che spinge affinché Mike faccia qualcosa di poco lecito e Mike preso dai dubbi amletici sulla moralità delle proprie azioni che sopperiscono al desiderio finale di fare del bene. Se le vicende turbolente vissute dai protagonisti nelle ultime 2 stagioni sono state un mero riempitivo, o variante disruptive per tornare agli equilibri precedenti, tanto valeva che Suits si trasformasse in un procedurale: casi diversi puntata dopo puntata affrontati dal team dei protagonisti con la forza e il carisma dei loro personaggi, accompagnati dalla scrittura dei dialoghi, brillante e accattivante. Nel momento in cui si decide che la trama orizzontale diventa la vera protagonista dello show e che tale trama porti a sconvolgimenti importanti della vita dei protagonisti, non si può tornare indietro come se nulla fosse successo. C’è una soglia di realismo di sopravvivenza sotto la quale non si dovrebbe scendere: l’incaponimento di Harvey nel far ammettere Mike all’ordine degli avvocati, dopo tutto quello che è successo e al prezzo di azioni quasi criminali, non rientra propriamente in questa sfera. Lo stesso Mike sembra trovarsi ancora in quel limbo tra il voler fare l’avvocato dei bisognosi e il voler fare l’avvocato a tutti i costi. Nonostante l’esperienza dovrebbe avergli insegnato che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, ancora una volta è riuscito a salvare capra e cavoli; non è ancora detto però che sia riuscito a prendere due piccioni con una fava (e qui termina la conoscenza dei detti popolari di chi scrive): l’udienza per l’ammissione all’ordine non c’è ancora stata e tutto fa pensare che potrebbe esserci ancora qualche intoppo.
Nonostante questo i dialoghi “bromantici” tra Harvey e Mike sono sempre apprezzabili e dimostrano quanto effettivamente Mike assomigli sempre di più al suo mentore.

You really are like me, aren’t you?
Unfortunately, yes.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Mike e Harvey di nuovo insieme
  • Rachel più intraprendente 
  • Stu torna in campo
  • Modalità di risoluzione viste e riviste
  • Louis MaiUnaGioia Litt
Una puntata fatta di molti elementi già visti che dà l’idea di tornare al punto di partenza senza una vera evoluzione dopo le vicende destabilizzanti della scorsa stagione. Pronti ad essere smentiti, naturalmente.
Admission of Guilt 6×14 1.21 milioni – 0.3 rating
Quid Pro Quo 1.25 milioni – 0.3 rating

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