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Doctor Who 10×02 – SmileTEMPO DI LETTURA 5 min

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“We’re in the belly of the beast. Smile!”
 
Doctor Who gode da sempre di una struttura ciclica – si è già detto – e proprio per questo motivo anche “Smile” è catalogabile in una precisa categoria di episodi: quella della prima avventura ufficiale della nuova companion. Se l’introduzione di un nuovo personaggio avviene quasi sempre durante una minaccia aliena sulla Terra, l’episodio che segue deve fungere da “nuova presentazione”, con uno scenario che assume caratteristiche quasi didascaliche. Come a dire: da adesso in poi vivrai roba del genere.
Senza elencare la solita carrellata di episodi analoghi (Rose vede la fine del mondo, Martha conosce Shakespeare, Donna finisce a Pompei, Amy in una nave vivente di coloni con costumi vittoriani – toh -, Clara durante la manifestazione di una particolare usanza di un pianeta lontano: tutte presentazioni standard delle potenzialità del Tardis) perché se no si diventa ripetitivi, basti dire che a Bill viene presentato uno dei punti di riferimento dell’universo narrativo whovian: i terrestri ad un certo punto colonizzano altri pianeti.
Il commento riguardo la storia potrebbe fermarsi qui, senza entrare nel merito del solito finale in cui il Dottore si pone da ambasciatore tra due diverse specie, valorizzando la conoscenza e il riconoscimento della dignità di una qualsivoglia specie vivente.
Se il commento riguardante la storia gira tutto su quanto detto, interessante l’approccio di “Smile” dal punto di vista stilistico, anche riguardo questa decima stagione. L’impressione, alla luce di questi due episodi trascorsi, è quella di una stagione che con un occhio si rivolge al futuro, con l’altro al passato remoto.
Il futuro è dettato proprio dalla nuova companion. Come non detto nella precedente recensione, Bill sembra portare una ventata di “anni dieci” all’interno del Tardis, molto più della “vittoriana” Clara (una dolce baby-sitter prima, educatrice poi). Bill fa riferimenti alla fantascienza, scatta foto con il suo smartphone sul nuovo pianeta (chiunque sia stato a Valencia avrà scattato le stesse foto, più o meno…), pone al Dottore domande che finora nessuno aveva posto. Allo stesso tempo, però, Bill è anche una companion nella sua forma più classica: irriverente, determinata a non lasciare il Dottore da solo, immediatamente allineata con gli ideali di lui (che l’ha scelta proprio per una qualche sintonia intravista).
Ad apparire innovativa (ma non così tanto, conoscendo Moffat) è la struttura con cui si presenta questa stagione. Per la prima volta è successo qualcosa di assai rilevante che non è stato mostrato al pubblico. L’impressione, dettata anche dal falso (e vago) spiegone interno a questa puntata, è quella di elementi che si andranno ad aggiungere di episodio in episodio, fino alla rivelazione finale. Se nelle ultime stagioni, al contrario delle stagioni passate, lo spettatore era messo in una condizione di “inferiorità” rispetto al Dottore, senza riuscire a stargli dietro nello scorrere degli eventi, in questo caso la differenza viene portata ad un livello superiore. Il mistero e la linea orizzontale di stagione è qualcosa che il Dottore sa e lo spettatore no, non una sorpresa che raggiungerà il protagonista in tempo reale (come ad esempio il filo ricorrente di Missy nell’ottava stagione).
Quando si parla di passato, invece, lo si fa osservando la struttura di “Smile”, il suo finale, il finale della scorsa puntata, così come il promo del prossimo episodio. La decima stagione sembra essere partita con la stessa fattura della serie classica. Intanto è assolutamente stupefacente la diretta continuità (questione di istanti) tra gli episodi, con il finale di uno che conduce direttamente all’inizio del seguente. In questo caso è presente anche un cliffhanger che garantisce un assaggio della prossima avventura. “Smile”, inoltre, presenta anche una sequenza che non può non risultare familiare a chi si fosse trovato, almeno una volta, ad assistere ad un episodio della serie classica. Ad inizio episodio, vi è un focus sul pianeta che il Dottore sta per visitare. Negli episodi anni ’60-’80 tali sequenze duravano tantissimo, quasi spin-off interni, in questo caso il tutto è molto più breve. Fatto sta che, per ricorrere ad una scelta stilistica simile, si è quasi bruciato il colpo di scena finale, quando il Dottore scopre il motivo delle morti della squadra di allestimento, essendo gli spettatori già consapevoli dell’anomalia perpetrata dai Vardy.
A ricordare l’epoca classica vi è anche la grande lentezza, inusuale negli ultimi tempi, con cui si sviluppa l’episodio. Ci si trova di fronte quasi ad un enorme dialogo tra il Dottore e Bill, come se, oltre a voler presentare la nuova co-protagonista, si volesse presentare, agli occhi del pubblico, una nuova faccia del Dodicesimo Dottore. È la prima volta, infatti, che lo si vede presentare il suo mondo a qualcuno con atteggiamento propositivo, opposto alla scontrosità iniziale della sua rigenerazione.
 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Come segno di discontinuità, la lentezza e la “classicità” dell’episodio
  • La dimensione “intima” dell’episodio – con i soli Bill e il Dottore presenti – serve anche a rendere più efficace il colpo di scena in cui viene rivelato l’intero equipaggio nelle capsule
  • Diversi focus sul Tardis da parte di Bill
  • Il cliffhanger che collega all’episodio successivo, roba che non succedeva da una cinquantina d’anni
  • Elementi ricorrenti (colonie terrestri, nanorobot…) che funzionano sempre
  • Il Dottore costretto a rimanere sulla Terra, come il Terzo Dottore
  • Forse troppa lentezza per la chiusura di episodio prevedibile e già vista in altre circostanze
  • Senza la sequenza sul pianeta, prima dell’arrivo del Dottore, ci sarebbe stata più sorpresa sulla spiegazione dello sterminio da parte dei Vardy
  • L’utilizzo delle emoticon, anche se motivato e reso originale, non può non finire in questo lato della tabella
  • Elementi ricorrenti che aggiungono poco di nuovo

 

Una salvezza abbondante, per un episodio che non fa che incrementare la curiosità per il prosieguo di questa stagione. La valutazione in questo caso tiene conto della dimensione “filler” dell’episodio, oltre che della sua classicità in fatto di tematiche trattate. Ciò non esclude la gradevole leggerezza di questo nuovo corso che Bill sembra aver aperto, in cui Doctor Who sembra riscoprire elementi di classicità, dirigendosi a capofitto verso un futuro di ulteriori e ben più radicali cambiamenti.

 

The Pilot 10×01 4.64 milioni – ND rating
Smile 10×02 4.25 milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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