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The Lady 3×14 – Episodio QuattordiciTEMPO DI LETTURA 8 min

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Introduzione – analisi di una serie TV: come la si fa, perché la si fa, a cosa serve


Recensire una serie, una puntata, una qualsivoglia opera visiva è un’azione che non può assolutamente prescindere da alcune angolazioni.
Vi è un’angolazione di tipo visivo. Commentare e giudicare un prodotto televisivo comprende sicuramente la sfera sensoriale inerente agli occhi. Cosa stiamo vedendo? Cosa viene mostrato? Come viene mostrato? Ogni angolazione di un’inquadratura, ogni sguardo di un personaggio è elemento imprescindibile per rispondere ad una semplice domanda: la comunicazione funziona o meno?
Ecco quindi che l’episodio seriale risponde ad una prima, ma fondamentale domanda? Come è fatto questo episodio. Prendendo in esame il 3×14 di The Lady, sommo esponente dell’estetica contemporanea, non si può non sottolineare la capacità di spaziare dell’intera serie. Le postazioni geografiche proposte contribuiscono ad arricchire le prospettive e i punti di contatto dello spettatore con i personaggi. Empatizzare a Miami, e contemporaneamente a Milano o a Roma, garantisce quel senso di globale utile a inquadrare al meglio il linguaggio interpersonale e catarifrangente della scrittura di Lori Del Santo.
Come aumentare questo grado di multi-geografia? La preposizione interrogativa – come – si impone quindi prepotentemente e riceve una risposta direttamente da uno degli escamotage tecnici di più alta fattura. Sembra quasi di sentire il rumore del nastro adesivo aderente all’imbarcazione che percorre il suggestivo paesaggio della Florida. Il senso di casareccio, con una poco sofisticata voce fuori campo immerge lo spettatore nella realtà, nell’autenticità di un linguaggio assolutivo e assoluto, immerso nella a-dimensionalità di uno scenario di finzione. Il viaggio è interno e istanteneo, i cambi di scenari di The Lady lo esprimono alla grande.
La seconda angolazione, verso cui chi analizza una serie deve porsi, risponde ad un interrogativo di stampo causale: perché. Perché si vuole esprimere un qualcosa? Perché ci viene mostrata una scena, piuttosto che un’altra? Perché il coccodrillo in Florida e non un gatto romano? La netta separazione che i personaggi portano con sé, quel senso di interconnessione da 21esimo secolo, misto all’alienazione di chi non ha molto da dirsi è rappresentata così da uno stacco geografico che è più che simbolico. Le scene in un paese per noi remoto, con la voce fuori campo di alcuni personaggi, con la bizzarri e l’eccentricità di altri, deve procedere e progredire verso i confronti rabbiosi e faccia a faccia all’interno del nostro paese. Lona e la sorella ne sono un lampante esempio.
Individuare quindi la motivazione, il motore che spinge alla progressione di una determinata trama è ciò che garantisce una comprensione a tutto tondo di diversi aspetti narrativi, all’interno di uno stimolo multimediale autoprodotto e diffuso per la popolazione del World Wide Web.
Infine, non può l’attento spettatore non districarsi da astratti interrogativi, per scendere in quello che è un modo esaustivamente critico di usufruire dell’opera proposta. L’interrogativo, meno profondo ma ugualmente importante che egli dovrà proporre sarà il seguente: a cosa serve?
A cosa serve la progressione dialogica tra i diversi attori (nel senso di chi agisce in uno scenario più o meno di finzione), a cosa serve la dialettica disgregante che unisce e separa figure di relativo spessore? Questa sarà l’unica risposta che l’attento spettatore dovrà esclusivamente supporre, in attesa di giungere alla conclusione del ciclo di testi audiovisivi che racchiudono gli stimoli lanciati da Lory Del Santo.

Chang: un ritorno, un messaggio, parole


Il ritorno di Chang mette a tacere tutte le speculazioni che vedono The Lady come un lavoro senza trama, come un incedere continuo di quadri decadentisti con sfondi glamour e retrò. Chang, con il suo ritorno, così come la ripresa del tema del rapimento di Zora nel finale, rappresenta quel cerchio che si chiude. O meglio, quell’insieme di cerchi concentrici che si chiudono tra loro stessi, tratteggiando contemporaneamente una spirale.
Ma questi cerchi non sono forse immediatamente percepibili, anche vista l’erronea opinione comune di una trama sconnessa di sfilacciata, persa nei meandri di battute ermetiche e senza punti di riferimento.
Analizziamo quali sono le poche, ma significative, battute di Chang in questo “Episodio Quattordici”.


“Sandro tu sei pronto? Siniora ti vuole.”

“Bravo.”

“Si siniora.”

“Subito siniora.”

“Caffestistemati camicia, se vede siniora si arabbia.”

“Siniora posso essere utile?”

“Ok.”

L’insieme apparentemente senza significato di queste pillole sembra trovare un senso compiuto solo se accoppiate all’effettivo contesto e alle eventuali risposte delle controparti.
Ma proviamo a comporre tutto quanto insieme, dopodiché a scomporre in nuove forme e vediamo se ancora si può parlare di piccoli schizzi a sé stanti, e non di un significante globale dal significato preciso e diretto.

“Sandro tu sei pronto siniora ti vuole bravo si siniora subito siniora caffestistemati (su questo oscuro termine sono in azione diversi studi ndr.) camicia, se vede siniora si arabbia siniora posso essere utile ok.”

Che rimescolato diventa:

“Sandro tu sei bravo, ti vuole subito pronto sì caffestistemati arabbia posso essere utile se vede ok camicia: siniora siniora siniora siniora siniora.”

Escludendo il termine ripetitivo, evidente specchietto per le allodole, riducendo ai minimi termini, si arriva a questo:

“Sandro tu sei bravo, ti vuole subito pronto sì caffestistemati arabbia posso essere utile se vede ok camicia: siniora siniora siniora siniora siniora.

E quindi:

Bravo Sandro, ti vuole subito pronto, tu sei utile, posso essere caffestistemati (?), se vede bravo camicia, ok.

Si spera che il prossimo episodio chiarisca alcuni concetti ancora oscuri, come il già citato caffestistemati, ma anche altri pensieri come bravo camicia.
Se no vuol dire che tutta questa analisi è stata inutilissima.

Dialoghi struggenti, dialoghi eccitanti, dialoghi calienti


E adesso alcuni esempi di come la scrittura dei dialoghi interni a The Lady rappresenti qualcosa di oltre, qualcosa da analizzare, comprendere e interpretare. Qualcosa con cui magari eccitarsi.
Vi è il bisogno di riprodursi in qualsiasi angolo del globo:


“Devo concupire dei locali, magari hanno calorie diverse.”

Il bisogno di elevarsi sopra la standardizzazione della società odierna:

“Il gregge equalizza, io abito al piano rialzato.”

Il bisogno di risvegliare sensi nascosti:

“Capisci? Fa indurire le antenne che monitorano l’orgasmo.”

E poi c’è questo:

“Meriti il premio oscar per la filosofia della patonza.” 
“E tu per la normalità annoiante, vabbè ballo.”

Un’intervista


Per saperne di più e per una pluralità di visioni, abbiamo intervistato un altro recensore, Fabrizio Paolino.

Cosa rappresenta il coccodrillo che si vede di sottocchio?

Senza dubbio una scelta controversa quella di utilizzare un’immagine così forte, potremmo quasi dire l’ennesimo tentativo da parte della serie di percorrere sentieri interpretativi scomodi, accessibili soltanto al termine di una visione più accurata dello show. Perché utilizzare un animale così feroce, dall’aspetto così primitivo, per scandire l’entrata in scena dei due personaggi di cui ora non ricordo il nome, diciamo la tizia che balla e la dà in giro e l’uomo più noioso mai esistito sulla Terra? L’immagine del coccodrillo riporta a galla aspetti talmente antichi da risalire alla notte dei tempi. Parliamo degli istinti primari del cervello rettiliano, il quale reagisce in base a stimoli sensoriali primitivi urgenti come mangiare, bere, accoppiarsi… Tutta questa serie di impulsi, lontanissimi dal tipo di mentalità educata e civilizzata a cui siamo abituati, incarnano dunque il caos primordiale subito precedente alla luce della conoscenza. Il coccodrillo diventa qui la rappresentazione visiva del tentativo fatto dall’uomo di sperimentare tutto il potenziale di questa nostra parte, quella primitiva appunto, in totale opposizione al grande inconscio collettivo dell’uomo moderno. Da una parte abbiamo quindi un ragazzo privo di qualsiasi genere di carisma, probabilmente mormone, mentre dall’altra abbiamo una ragazza che balla sui tavoli e che si fa strusciare le parti intime dal vento al grido di “Chi ama la libertà…” e poi altre cose senza senso sui birilli. Quindi, per rispondere alla vostra domanda, credo che il pavone rappresenti la trasformazione in positivo di qualsiasi situazione negativa, escluse quelle legate a malattie veneree. In quel caso il pavone è solo un pavone.

Quale degli scenari di The Lady lascia più mozzafiato?

Parlando di questo episodio quattordici, puntata dal titolo molto scomodo, soprattutto dal punto di vista politico, non posso che rimanere estasiato nell’ammirare piccoli corsi d’acqua paludosi custoditi da una popolazione molto caratteristica, che nei secoli ha seguito percorsi evolutivi a noi ancora sconosciuti, sviluppando fauci in oro massiccio che purtroppo, sempre più spesso, finiscono per essere bersaglio di bracconieri. E come se non bastasse, il tutto ripreso con una suggestiva ripresa dalla prua dell’imbarcazione che impreziosisce il già paradisiaco paesaggio paludoso.

Le frasi di Chang nascondono dell’esoterismo?

“Mah, guarda, io non sono un grande esperto di esoterismo, però una cosa la so: il mistero di caffestistemati rimane ancora oggi uno dei più grandi dilemmi interni all’ambiente ecclesiastico, molti affermano che faccia riferimento all’antico demone Kafesystmati, demone che mi sono inventato in questo momento, altri invece non affermano niente. Ma proviamo invece a leggere la parola al contrario. Otteniamo itametsitseffac che in latino non significa nulla. Se poi avete bisogno di ulteriori conferme, caffestistemati ha 16 lettere, che è quasi il numero del diavolo. Coincidenze?

Progetti per il futuro?

“Si.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Chang
  • La normalità annoiante
  • La fauna della Florida
  • Tante perle dialogiche
  • Torna in auge la questione Zora
  • Nulla
La settimana prossima verrà posto il mattone conclusivo di questa terza stagione, per far ripiombare un intero fandom in una normalità annoiante.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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