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Preacher 2×06 – SokoshaTEMPO DI LETTURA 3 min

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La parola del giorno è: inaspettato. Ciò che si è visto in questi 45 minuti non era prevedibile, non lo era nemmeno aspettarsi il miglior episodio di sempre di Preacher nel bel mezzo della seconda stagione. A maggior ragione dopo un ritorno non certo dei migliori per il pastore più violento di sempre. Ovviamente non si sta recriminando nulla, anzi, tutto di guadagnato. Solo che sbarazzarsi in questo modo del villain principale può lasciare lo spettatore solo che perplesso riguardo i trattamenti riservati ai cattivoni. Quello che è avvenuto con Viktor di certo non aiuta. Anche se bisogna ricordarsi che il vero leitmotiv di questa seconda stagione è la ricerca di Dio e grazie a questo episodio l’investigazione può finalmente ricominciare.
Per il resto “Sokosha” è un episodio enorme, un susseguirsi di momenti che resteranno indelebili nella mente dei protagonisti e dei fan. L’avvenimento più importante è evidentemente il confronto finale (?) con The Saint of Killers, un confronto, come detto più volte, inaspettato ma assai gratificante. Nonostante l’assassino non mieti nessuna vittima importante, ciò che lascia, o per meglio dire, ciò che toglie è di estrema importanza.
Come detto diverse volte Preacher non è una semplice serie tv sui supereroi. Innanzitutto Jesse Custer è tutto fuorché un eroe e un vero prete. Uno degli intenti di Catlin, Rogen & Goldberg, produttori della serie, e di Ennis & Dillon, ideatori del fumetto, è quello di criticare in un modo del tutto non-canonico la cultura americana, in particolare quella western. È evidente fin dal pilot che l’american dream, l’uomo-fai-da-te e tutto ciò che circonda l’ideale patriottico americano viene rivoltato come un calzino e usato per mettere a nudo la società. Altro tema di grande importanza è la religione, usata nel fumetto da Ennis e Dillon come metodo per rappresentare tutte le ipocrisie che hanno trovato in essa.
In “Sokosha” viene preso di mira, in modo brillante, il concetto di anima. Antropologicamente parlando questo concetto è estremamente affascinante, dal momento che esiste in molte religioni ed è spesso considerato sacro. L’intento del credente è quello di essere buono, di avere un anima candida. Ma come molto spesso accade cercando di essere buoni si scade nell’ipocrisia e David Evans, sceneggiatore di puntata, ha rappresentato questa ipocrisia trasformando l’anima in un qualcosa di commerciabile, vendibile e materiale. La ciliegina sulla torta è stato mettere come unico punto debole del character interpretato stupendamente da Graham McTavish l’anima stessa. Ma non è mai tutto oro ciò che luccica. Donando al Killer un pezzo della sua anima, Jesse è finalmente riuscito a metterlo alla sua mercé, ma così facendo ha compreso meglio qualcosa di se stesso.
La scena finale rappresenta perfettamente la presa di coscienza di Jesse: il prete ha finalmente compreso il suo essere e probabilmente il suo destino. L’anti-eroe è sporco e con “l’aiuto” di TSOK ha capito ciò che serve e ciò che non avrà mai per andare in paradiso, un anima pulita. Sapendo questo sarà ancora più interessante il confronto che avrà con DIO quando e se riuscirà a trovarlo, ma ormai sembra solo questione di pochi episodi.
Il sesto atto di questo secondo ciclo di Preacher è l’episodio perfetto al momento inaspettato. Oltre a cambiare profondamente Jesse, sia Tulip che Cassidy subiscono le conseguenze dell’incontro con il Killer. Tulip dopo un contatto fisico con il senza anima rimane turbata da ciò che è successo ed a risentirne ne è la sua ferrea sicurezza. Cassidy invece svela la vera identità di Denis, mostrando un sua lato più umano, ma a risentirne della situazione è la sua fedeltà verso il portatore di Genesis. Una fedeltà che ha cominciato a vacillare pericolosamente. Sembra sempre più vicino anche il  confronto con il suo caro amico, un evento in cui l’happy ending non è così scontato. Con il KO (temporaneo?) di TSOK la strada verso la ricerca di DIO può finalmente ricominciare.

“Go ahead, Preacher.
Send me to Hell along with your filthy stinkin’ soul.
Do it!”

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Denis!
  • “He touched me”
  • Jesse in tutto e per tutto
  • I primi 8 minuti
  • The Saint Of Killers

 

Chi si sarebbe aspettato un episodio del genere? Probabilmente nessuno, in ogni caso la benedizione è d’obbligo. Con o senza Dio.

 

Dallas 2×05 1.27 milioni – 0.4 rating
Sokosha 2×06 1.19 milioni – 0.4 rating

 

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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.

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