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Marvel’s The Defenders 1×03 – Worst BehaviorTEMPO DI LETTURA 6 min

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“Who are you people?”


“Mah, siamo protagonisti di una serie tv simile alla tua” avrebbero potuto rispondere a Danny gli altri tre protagonisti di questa Marvel’s The Defenders. La 1×03 corona uno dei momenti più attesi nell’universo Marvel esplorato da Netflix, grazie al suo ambizioso progetto. Quattro diversi show si sono uniti tra loro in un crossover che, forse per la prima volta nella storia, è a sua volta un’ulteriore serie tv. Nei precedenti due episodi preparatori per molti versi, si era cercato soltanto di accrescere quel senso di comunanza che già era presente nelle relative serie tv. In ognuna di essa il crossover era solo sfiorato, lo spettatore percepiva pienamente l’ambientazione interna allo stesso universo narrativo. La 1×01 e la 1×02, in questo senso, hanno solo velocizzato le operazioni, puntando a testa bassa verso l’incontro decisivo tra i quattro.
Il cliffhanger del precedente episodio viene mitigato da una intro particolarmente dilatata, quasi superflua. La resurrezione di Elektra è qualcosa che non necessita di essere spiegato, o che non necessita di essere spiegato così a lungo (un quarto d’ora circa prima della sigla). Però – c’è un però – alcuni aspetti rendono particolarmente efficace questa prima lunga introduzione. Intanto il neofita viene a conoscenza con ulteriori dettagli riguardo Alexandra: il suo lapsus con Costantinopoli-Istanbul, la sua abilità con le arti marziali, oltre al riferimento (a fine episodio) sulla conoscenza con i precedenti Iron Fist, tolgono quel velo di “mortalità” ad un personaggio che è stato presentato con i giorni contati.
Altro elemento efficace dell’introduzione è il risultato scenico della ri-nascita di Elektra. L’intero processo evoca proprio la “sporcizia” del parto, le urla di dolore, il disorientamento. Tutti elementi che si scontrano con il candore degli abiti di Alexandra, con la sua calma e la sua algida sicurezza.
Infine è quasi inutile citare come la pacatezza delle intere sequenze iniziali altro non siano che un ulteriore incremento di attesa verso le interazioni tra i protagonisti.
Importante notare poi come il processo della resurrezione, come visto negli show fratelli di The Defenders, sia giustificato sempre da un insieme di procedure estremamente complicate e accessibili solo a pochissimi. Per fortuna, verrebbe da dire, considerato che quando un’opera di finzione viene a contatto con la possibilità di resuscitare personaggi, la gestione della sua credibilità diviene molto più complessa.
I colori si mischiano, rendendo più omogenee le differenze di fotografia che caratterizzano le scene riservate a ogni protagonista. L’episodio, nella sua quasi totalità, si concentra nello sviluppare i due incontri precedentemente avvenuti: Danny con Luke, Matt con Jessica. Entrambi i casi sono da lodare, per la gestione dei tempi, per la giusta dose di plausibilità nella commistione tra caratteri, ma soprattutto per il rapido procedere che non rimanda ulteriormente il momento tanto atteso.
Solitamente, in incontri simili, il narratore si diverte a creare conflitti interiori allo spettatore/lettore. I due eroi che entrano a contatto difficilmente andranno subito d’amore e d’accordo. Ciò avviene tra Danny e Luke, ma mentre nello scorso episodio i due avevano proprio dato vita ad uno scontro fisico, in questo caso il loro incontro avviene sul piano dialettico. Tutto parte da Claire, da quel suo sospiro, dal suo prendere il telefono e catapultare subito la successiva scena con un serioso faccia a faccia tra Luke e Danny. Il personaggio interpretato da Rosario Dawson era colei che maggiormente veniva indicata come connessione diretta tra i quattro defenders. La rapidità e naturalezza con cui sembra dire “ah ma io lo conosco quello” risparmia tantissimi eventuali stratagemmi per favorire l’incontro.
Il contrasto che ne nasce all’interno della palestra è interessante per la sua componente etica e soprattutto verbale. I due discutono riconoscendosi immediatamente nella loro reciproca diversità. Ciò che ne risulta, dalle sequenze successive, non sembra essere un muro invalicabile, ma una costruttiva autocoscienza, utile a portare avanti la trama.
Il contrasto quindi tra due personaggi apparentemente simili che capiscono subito di essere diversi si sposa alla perfezione con il contrasto tra due personaggi apparentemente agli antipodi (detective ubriacona, elegante avvocato non vedente) che scoprono immediatamente di essere uguali. Le sequenze tra Jessica e Matt rivelano una godibilissima alchimia tra i due, soprattutto nella leggerezza che ne risulta. Sia i dialoghi in questura, così come la silenziosa scena dell’inseguimento pongono delle basi più che soddisfacenti per creare la giusta chimica tra personalità intorno cui sono state costruite intere serie tv.
L’incontro tra i quattro avviene nel tripudio di adrenalina finale. Quell’adrenalina che spesso in passato ha condizionato valutazioni di intere recensioni. Va detto: l’accoppiata Netflix-Marvel sa come chiudere gli episodi. E tra tutte questa è la chiusura più attesa da chi ha iniziato a seguire questo ambizioso progetto dall’inizio.
La previsione che si può provare ad azzardare è che l’alchimia tra tutti e quattro darà vita ad un risultato altamente positivo. Alla luce di quanto detto tra gli incontri Luke/Danny e Matt/Jessica, ma anche per il giusto equilibrio che regna tra differenze e similitudini. Tutti e quattro sono supereroi che vivono nell’ombra, per motivi diversi, con abilità estremamente fisiche (persino il misticismo di Danny Rand è racchiuso in un qualcosa di così grezzo come un pugno). Tuttavia ognuno vive la sua vita con una differente visione. Chi è ricco, chi nichilista, chi perennemente indeciso sulla sua missione, chi prestato unicamente ad un tipo di riscatto sociale…
Worst Behavior è l’episodio con la scena che forse più si attendeva sin dalla 1×01 di Marvel’s Daredevil e solo il fatto di non deludere le attese va a collocarla tra le eccellenze.
Se proprio si volesse trovare il pelo nell’uovo, verrebbe da chiedersi perché non creare un brevissimo background anche per Matt e Luke riguardo il loro arrivo nel palazzo in cui si trova Alexandra. Le sequenze che portano lì Danny e Jessica sono state fin troppo ben tratteggiate per lasciare all’intuizione dello spettatore il motivo dell’arrivo degli altri due. Luke avrà seguito Danny o avrà chiesto dove fosse, Matt avrà sicuro seguito Jessica, però costruire meglio questa enorme congiunzione astrale non avrebbe guastato.

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità e le strizzate d’occhio per questo attesissimo crossover? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.

  1. La scena della resurrezione di Elektra, registicamente parlando, è stata ispirata da Nosferatu e da Dracula del 1931.
  2. Sosei (蘇生) è l’ideogramma Giapponese scritto sulla bara da cui Elektra emerge. In Italiano significa “resurrezione”.
  3. Le sequenze iniziali in cui Elektra uccide i ninja sono ispirate alla graphic novel Elektra Lives Again.
  4. Quando Matt “salva” Jessica dall’interrogatorio di Misty, lui comincia a seguirla. L’inseguimento parte dalla stazione di polizia e, proprio da li, si può vedere la classica foto di Stan Lee vestito da poliziotto diventata ormai un must degli show Marvel/Netflix.
  5. Il complesso Midland Circle è stato citato svariate volte in Marvel’s Daredevil e Marvel’s Iron Fist.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Buona gestione tra le personalità dei protagonisti
  • La funzione dell’intro
  • Claire occhi al cielo che prende il telefono
  • Ritmo nelle interazioni tra Jessica e Matt
  • Adrenalina finale con tanto di piano sequenza
  • Matt Murdock e Luke Cage come hanno trovato il palazzo?

 

Netflix dovrebbe preoccuparsi quando dopo i 40-50 minuti di episodio lo spettatore ha bisogno di tirare il fiato e fare altro. Creare il bisogno impellente di guardare l’episodio successivo vuol dire obiettivo raggiunto.

 

Mean Right Hook 1×02 ND milioni – ND rating
Worst Behavior 1×03 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

2 Comments

  1. Forse non ci hai fatto caso, ma quando Luke apre la scatola contenente i vari gratta e vinci e del danaro, su un biglietto c'è scritto Midland Circle, perciò si dirige lì 🙂 riguardo Matt è abbastanza scontato che abbia seguito Jessica, avendo già mostrato un primo inseguimento 🙂

  2. Giusto, ma quello che si contesta è proprio uno squilibrio tra la costruzione scenica per portare due personaggi lì e il salto invece degli altri due. Poi ovviamente è un'inezia, tant'è che la votazione è quella massima, a dimostrazione che è un difetto da poco.

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