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Marvel’s The Defenders 1×07 – Fish In The JailhouseTEMPO DI LETTURA 5 min

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Ad un passo dalla chiusura della serie e subito dopo il plot twist della scorsa “Ashes, Ashes” che ha visto Elektra uccidere senza rimorsi Alexandra, “Fish In The Jailhouse” non può far altro che preparare il terreno in vista dello scontro finale che inevitabilmente avrà luogo nella prossima puntata. C’erano ovviamente diversi modi per arrivarci, magari con maggiore frenesia, ancora più azione e meno dialoghi o situazioni che rallentassero la narrazione, però alla fine di “Fish In The Jailhouse” si rimane particolarmente entusiasti e con un appetito che solo il binge watching conpulsivo del season finale può saziare. Per fortuna.

Foggy: I don’t think you understand the gravity of your current situation.
Your real life and your other life are two trains dangerously close to colliding right now. […] I’m here because I’m trying to help you keep your two lives separate.

Non per la prima volta, ma comunque la più significativa, viene fatto emergere il difficile rapporto che intercorre (o non intercorre vista l’assenza di dialogo tra le parti) tra vigilantes e polizia, rapporto che va direttamente ad intaccare sia la vita privata che quella “in maschera” dei vari supereroi. Misty Knight, per l’attuale MCU creato da Netflix, è paragonabile al Commissario Gordon di Batman: pur non condividendone totalmente i mezzi e vivendo in  un “lack” di informazioni, entrambi riconoscono l’esistenza di un problema generale causato da esseri o da eventi anomali, soprannaturali e/o non gestibili con i soli mezzi che la polizia o l’FBI può offrire. Se nel MCU cinematografico l’Atto di Registrazione dei Superumani è già emerso prepotentemente in Captain America: Civil War, nel sottobosco underground in cui si muovono i Difensori la legge si fa opinabile e, anzi, si rende opprimente. Erano già emersi casi simili sia in Daredevil, sia in Jessica Jones e, immancabilmente, anche in Luke Cage ma qui e ora la forzatura dettata dalle tempistiche e la necessità di mantenere inalterate le condizioni di vita privata rendono il tutto più complicato. E appassionante per lo spettatore.
In questo versante emerge la figura di Daredevil come leader del gruppo, vuoi per il ruolo di avvocato, vuoi per l’effettiva preparazione agli scontri con La Mano. La necessità di sottrarsi alle indagini della polizia e a domande scomode porta i 3 character a trovare metodi alternativi per provare a salvare la situazione ma difficilmente sarebbe stato possibile tutto questo senza il benestare, comunque mal digerito, di Misty. Bisogna prendere atto di una certa libertà d’azione che in altri frangenti, e magari con più episodi a disposizione, avrebbe portato ad uno sviluppo più lento della situazione. Di necessità virtù.
Nel nuovo status quo de La Mano, dopo la morte di Alexandra, Elektra ricopre un ruolo di primo piano e offusca, nel bene e nel male, le restanti “dita”. Ecco allora che una Madame Gao che aveva sempre brillato di luce propria ora perde quella potenza visiva e reale che portava con sè in ogni apparizione. Lo stesso dicasi delle altre “dita”, Bakuto e Murakami in primis. Certamente lo scontro tra Defenders e Fingers è encomiabile sia emotivamente che visivamente, ennesima riprova della necessità di avere a disposizione più di un solo “big bad” e della loro qualità intrinseca, tuttavia la sensazione che si tratti solo di un warm up in attesa dello scontro finale con Elektra è vivido ed in qualche modo, indirettamente per lo più, ne abbassa l’importanza. Anche se stiamo parlando di uno dei momenti più alti di tutta la serie, quindi queste parole vanno ponderate e considerate in un contesto più microscopico che macroscopico.

Iron Fist: I swore an oath to my masters to protect K’un-Lun and destroy the Hand.

Due parole su Danny “La Piaga” Rand bisogna spenderle per forza perchè, con 7 episodi a disposizione e diverse possibilità di redimersi, l’aurea del protettore di K’un-Lun è ancora ben lontana dalla sufficienza. L’atteggiamento bambinesco ed irrispettoso ostentato dal character di Finn Jones è un grosso elemento negativo della serie in quanto annichilisce il personaggio a confronto con gli altri 3 difensori. È una situazione già vista in precedenza nella sua serie, ma le cose sembrano non essere cambiate e nemmeno l’interazione con altri supereroi sembra poter mettere fine alla boriosità (ormai insopportabile) di Rand. Ed è un peccato perché il potenziale per migliorare c’è, è latente, ma c’è; tuttavia la scelta delle battute fatte dire dal personaggio rientrano sempre in quel circolo vizioso di egocentrismo, racconti di esperienze personali non richieste ed almeno un’autocitazione sull’essere il protettore di K’un-Lun. Nemmeno il dialogo con Elektra riesce a fornire miglioramenti in tal senso e, al contrario, si riesce ad empatizzare molto più con lei che con Danel Rand. E questo dovrebbe far riflettere.

 

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità e le strizzate d’occhio per questo attesissimo crossover? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.

  1. La canzone riprodotta all’inizio è un mix di due interpretazioni dello stesso brano. Il pezzo è “Where Did You Sleep Last Night” e le versioni sono quella di Leadbelly e dei Nirvana.
  2. Quando Colleen e Bakuto si scontrano, Colleen dice a Bakuto “not today“. È una citazione alla catch phrase di Sylvio Forel in Game Of Thrones: “There is only one thing we say to death, not today“. Jessica Henwick ha infatti recitato nello show HBO nella parte di Nymeria Sand.
  3. Il titolo è un riferimento all’omonima canzone di Tom Waits.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scontro Defenders VS Fingers
  • Take over ostile di Elektra
  • Aumento della tensione narrativa
  • Affrontata la tematica della “zona grigia” in cui operano i Defenders
  • Crescente importanza data a Daredevil
  • Perdita di importanza da parte delle “dita”
  • Danny Rand era e rimane un problema

 

Un’ottima puntata preparatoria al season/series finale che esalta le principali qualità della serie, così come alcuni difetti, Iron Fist in primis. Per ovvie ragioni non può raggiungere il tanto agognato Bless Them All ma è e rimane un ottimo episodio.

 

Ashes, Ashes 1×06 ND milioni – ND rating
Fish In The Jailhouse 1×07 ND milioni – ND rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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