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Twin Peaks 3×12 – The Return, Part 12TEMPO DI LETTURA 5 min

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“Let’s rock.”


E’ una puntata di snodo questa dodicesima parte del tanto acclamato revival di Twin Peaks. Risulta tale dal momento che viene costruita attorno al compito di colmare determinati plot hole di contorno, disseminati lungo questi ultimi episodi. Proprio come Tammy che viene informata ed inserita nel team del caso Blue Rose, allo stesso modo lo spettatore viene aggiornato relativamente a determinati punti della trama.
Sono quindi congeniali sia l’incontro tra lo sceriffo Truman e Benjamin Horne, sia la scena che vede il breve ritorno del personaggio interpretato da Tim Roth, occupato a portare a termine il compito affidatogli dal doppelgänger di Cooper. L’incontro tra Frank e Benjamin risulta utile sia per tenere a mente dei crimini commessi da Richard, sia per portare allo sceriffo la questione relativa alla chiave del Great Northern Hotel, vecchia di venticinque anni, ricomparsa sulla scena. La sottotrama riguardante la chiave potrebbe portare ad ulteriori sviluppi, nel caso Hawk e Frank decidessero di andare in cerca della persona che quella chiave se l’era portata via la prima volta: Dale Cooper. D’altra parte i due uomini del dipartimento sono al momento impegnati con la preparazione di una spedizione verso una determinata posizione che potrebbe coincidere proprio con le stesse coordinate ritrovate da parte dell’FBI durante il sopralluogo della puntata scorsa. Questa meta di destinazione potrebbe essere il luogo da cui tutto è iniziato: la Loggia. La differenza rispetto agli episodi conclusivi della seconda stagione starebbe però relativamente verso quale Loggia i protagonisti della storia si stiano dirigendo: Loggia Bianca e Loggia Nera non è chiaro se siano reami separati tra loro oppure una sorta di yin e yang. Facendo supposizioni, basandosi sui racconti dell’agente Hawk, si sa che “In the Black Lodge you will meet your own shadow self”, frase che si riesce a collegare a quanto accaduto a Dale Cooper, bloccato all’interno della Loggia e sostituito nel mondo vero da due diversi doppelgänger. Se quindi le due Logge sono di natura e composizione diversa, cosa c’è da aspettarsi dalla Loggia Bianca?
Tuttavia la meta potrebbe essere la già apparsa Loggia Nera, nella quale si dovrà riuscire ad intrappolare la copia di Dale ancora in fuga e sfuggita al richiamo. A rendere plausibile la teoria relativa la Loggia Bianca c’è il fatto che è proprio il maggiore Briggs a guidare i due gruppi verso una determinata posizione: proprio il Maggiore aveva fatto menzione, nelle stagioni degli anni ’90, di aver visitato la Loggia Bianca in uno dei suoi “viaggi”. I dubbi relativi a questo quesito saranno però dissipati più avanti.

“What do we know that we haven’t asked her about? We’ll figure it out. But for now, I’d really like to get back to this fine Bordeaux.”

Twin Peaks si fa forte del messaggio di dualismo in ogni suo ambito, riuscendo a costruire una serie fortemente basata sulla contrapposizione di due diverse entità in maniera antitetica. Un esempio di questa costruzione, lasciando da parte i richiami ovvi quali le già citate Logge, risulta esserlo il personaggio di Audrey Horne, finalmente ricomparsa in questo revival: della dolce ragazza che sembrava poter far vacillare anche il ligio e serio Dale Cooper poco resta, quasi quel lato del suo carattere sia stato inghiottito e sostituito da un involucro di cattiveria e scontrosità. Certo, il ritorno di Audrey sullo schermo coincide con un momento particolarmente delicato del personaggio, preoccupato per persone a lei care, tuttavia il dialogo e l’impostazione dello stesso risultano molto distanti dal personaggio di Audrey e volutamente costruito in maniera antitetica rispetto al passato.


“The White Lodge is a place where the spirits that rule man and nature here reside. There is also a legend of a place called the Black Lodge: the shadow self of the White Lodge. The legend says every spirit must pass through there on the path to perfection. There you will meet your own shadow self. My people call it the Dweller on the Threshold. But it is said that if you confront the Black Lodge with imperfect courage, it will utterly annihilate your soul.”

Questa dodicesima parte segna anche il ritorno di Grace Zabriskie e quindi di Sarah Palmer, un personaggio tanto enigmatico quanto lo era l’intera famiglia Palmer: il suo innaturale comportamento risulta simile sotto determinati aspetti rispetto proprio a quello del marito Leland. La sua connessione con Bob e Mike era già stata fatta risaltare nella prima stagione quando, sgomentata dalla paura, era rimasta terrorizzata dalla figura di Bob (Frank Silva) ghignante ai piedi del letto.
Nonostante la costruzione della puntata risulti quella di un filler, il livello della narrazione e dell’introduzione di nuovi quesiti e/o dubbi risulta eccelsa, ben lontana da quei blandi episodi filler della seconda stagione che scadevano nella soap opera.
Nota a margine: Phillip Jeffries e Chet Desmond, entrambi menzionati perché membri della task force Blue Rose erano interpretati da cantanti (rispettivamente David Bowie e Chris Isaak). Curioso quindi che il nuovo membro del team sia l’agente Tammy Preston interpretata da Chrysta Bell, proprio una cantante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La ripresa delle pale del ventilatore in casa Palmer
  • Le lunghe riprese che sfociano nel grottesco (Albert e Cole, Audrey e Charlie)
  • Il ritorno di Audrey
  • Grace Zabriskie 
  • C’è qualcosa di cui far menzione?

 

Lynch ammalia ed ingolosisce il proprio pubblico con ritorni e studiati sviluppi. Peccato il riscontro di pubblico risulti sempre da annotare come una nota negativa.

 

The Return, Part 11 3×11 0.22 milioni – 0.1 rating
The Return, Part 12 3×12 0.24 milioni – 0.1 rating

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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