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DC’s Legends Of Tomorrow 3×09 – Beebo The God Of WarTEMPO DI LETTURA 6 min

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Leo: “You have a problem Mickey.”
Mick Rory: “I don’t have a problem. Shut up!”

 

È necessario partire da un presupposto: DC’s Legends Of Tomorrow non è (e non vuole essere) una serie per intellettualoidi che ammirano lo sperimentalismo esasperato pieno di trame e sub-trame complicate e con atmosfere cupe e desolanti. Si tratta infatti della classica serie mainstream che vuole intrattenere mostrando sì il lato epico, ma anche quello più leggero dell’universo DC. E, da questo punto di vista, si può dire che il mid-season stagionale di questa terza stagione sia riuscito in pieno. In tutto ciò si può notare un cortocircuito interessante tra prodotti audiovisivi della Marvel e prodotti audiovisivi della DC, nel senso che dove diventano più “seriosi” i primi diventano inevitabilmente più dediti al cazzeggio i secondi e viceversa. Va però ribadito un concetto: la demenzialità funziona se dietro c’è uno schema preciso e riconoscibile e se questa è funzionale alla trama, ossia se serve giusto per alleggerire il tono e rendere la suddetta trama più “sostenibile” per lo spettatore.
“Beebo The God Of War”, invece, rimane sempre in bilico su quella corda (sottilissima) che è il confine tra la demenzialità usata come semplice strumento al servizio della storia e il trash vero e proprio in cui questa prende il sopravvento riducendo il tutto a cagata pazzesca. Soprattutto perché le aspettative in merito all’episodio erano molto alte dopo un mega-crossover DC/CW pressoché perfetto e la morte di uno dei personaggi storici della serie, il compianto professor Martin Stein. Ed è proprio tale personaggio il primo a comparire (seppur in versione “gggiovane”) nell’introduzione iniziale che in pochi minuti preannuncia tutti quelli che saranno i temi fondanti di questa puntata e che funge da ideale trait d’union e commiato finale proprio per questa prima parte di stagione. Una stagione caratterizzata da alti e bassi (più i secondi che i primi) e che, vista a posteriori, è servita al solo scopo di annunciare l’imminente addio a Martin Stein e a introdurre i villains di stagione, in particolare Malleus che finalmente si fa vivo, almeno a voce, nel cliffhanger finale. Quindi si presuppone, e si spera, che il meglio debba arrivare solo dopo la pausa natalizia.
Intanto però, rimanendo nel suddetto episodio, è apprezzabile l’introduzione iniziale. La quale se da un lato rovescia completamente il tono serioso del crossover precedente, riportando il tutto a un tono demenziale, dall’altro si fa apprezzare perché fa da input, non solo narrativo, a tutto quello che succederà dopo. È evidente, infatti, l’intento satirico nella rappresentazione della fila che attende in maniera spasmodica di ricevere il proprio feticcio-Beebo per ottenere la felicità propria e dei propri cari e l’adorazione religiosa dei vichinghi nei confronti dello stesso pupazzo Beebo. Due scene che, messe a confronto, dimostrano come, nonostante il passare dei secoli, i fondamentalismi isterici delle masse rimangono pressoché gli stessi. In generale tutta la puntata gioca molto bene sugli input narrativo/tematici e ciò che prima potrebbe sembrare un’assurdità alla fine riesce ad avere una sua logica. In questo caso il tema principale della puntata è “come riuscire a superare un lutto senza aggrapparsi a false speranze ma ai valori veri come la famiglia”. Ecco quindi che tutte le storylines presenti cercano in qualche modo di rispondere a questa domanda: Leo (così verrà chiamato, da ora in poi, il personaggio poiché non è assolutamente paragonabile allo Snart/Captain Cold precedente) si improvvisa psicologo del gruppo e cerca di tirar fuori, con geniali escamotage, i loro sentimenti riguardo la perdita di Stein. Nel frattempo cerca anche di salvare l’amico Mick Rory dal suo alcolismo cronico. Quest’ultima storyline rappresenta la forza del nuovo personaggio poiché Leo-Rory risultano un’accoppiata comica incredibile e si presuppone che sarà così anche per gli episodi successivi. D’altro canto però c’è il rischio che i fan storici della serie non apprezzino questo cambiamento repentino da un personaggio che aveva tutt’altra caratterizzazione, soprattutto se ora pretende di cambiare i caratteri di tutti gli altri secondo i suoi canoni, di fatto snaturandoli.
Ad ogni modo, sempre seguendo il tema principale di puntata, è interessante anche la storyline riguardante Jax e il suo tentativo di salvare la vita di Stein avvertendolo tramite una lettera da aprire non prima del 27 novembre 2017. E qui ci si chiede se questo stratagemma non sia in qualche modo influenzato dalla serie Netflix tedesca Dark che, per una strana coincidenza, presenta un espediente simile.
Anche in questo caso si tratta dell’estremo tentativo di un personaggio di rimediare a un lutto che ha subito. Tentativo che viene smentito nel finale regalando, in compenso, un’ulteriore maturazione personale da parte di Jax e un addio (o probabile arrivederci) che peserà non poco per gli spettatori storici della serie. A tal proposito va evidenziato come questo lungo addio sia stato completamente sputtanato smorzato nei toni per offrire il classico finale natalizio tipico di tutti i mid-season della serie. Quello in cui le Leggende finiscono inevitabilmente “a tarallucci e vino” come i peggio cine-panettoni. Ma se il cenone natalizio lascia qualche dubbio al riguardo, così non è per il cliffhanger finale che regala il ritorno di un personaggio noto ai fan dell’universo DC, il quale contribuisce certamente a far salire l’hype per i prossimi episodi. Per ultimi sono da segnalare i personaggi secondari del capo-vichingo e sua sorella. i quali contribuiscono anch’essi a rinforzare il tema principale della puntata. Entrambi infatti scelgono di sposare una causa religiosa (Cristianesimo e Beebo che detta così suona alquanto strano) che rispecchia il modo con cui questi vogliono affrontare il lutto per la perdita dei loro compagni: o continuando imperterriti a combattere e conquistare territori, oppure abbandonando la folle impresa e tornando dalle proprie famiglie in madrepatria. Inutile dire quale delle due opzioni vincerà ma rimangono comunque dei personaggi molto interessanti ed è quasi un peccato che debbano esaurirsi in un solo episodio.
Tutti questi input vengono inseriti e intrecciati tra di loro all’interno della puntata in maniera molto intelligente. Ed è questo l’unico aspetto che salva un episodio altrimenti composto solo da momenti trash, buchi di sceneggiatura e forzature narrative impressionanti che servono solo a riempire questi 40 minuti in cui le uniche idee intelligenti vengono da Ray Palmer, e questo la dice lunga su tutto!
Rimane evidente però, come già detto, il fatto che tutta questa prima parte stagionale di DC’s Legends Of Tomorrow è stata solo una preparazione per quello che avverrà dopo: finalmente c’è una minaccia concreta, Mallus, che non-compare in tutta la sua malvagità e che promette di rivelarsi un villain spietato come mai se n’erano visti. E si spera veramente che sia così, altrimenti tutto quanto visto finora sembrerebbe veramente campato in aria.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Beebo
  • Introduzione all’episodio
  • I vichinghi
  • Terapia di gruppo con pupazzo
  • Leo e Mick Rory
  • Costruzione degli input narrativi
  • Discorso laico di fine anno di Ray Palmer/Beebo
  • Damien Darhk versione Thor
  • Espediente della lettera a Stein (rif. a Dark?)
  • Cliffhanger finale
  • Forzature narrative e buchi di sceneggiatura everywhere
  • Lo Stein del 1992 non poteva essere così giovane oggettivamente
  • Leo terapista per l’associazione alcolisti anonimi
  • Addio(?) di Jax
  • Ennesima coppia lesbo Black Canary-Agente Thorpe
  • Ray Palmer è l’unico ad avere buone idee (il che è tutto un dire)
  • Finale natalizio che stona con tutto il resto

 

Mid-season natalizio anche per questa terza stagione delle Leggende. Episodio che scade spesso nel trash e che, in alcuni momenti, regala perle rare. Che dire? Buon Hannukah a tutti!

 

Crisi On Earth-X, part 4 3×08 2.80 milioni – 0.9 rating
Beebo The God Of War 3×09 1.61 milioni – 0.6 rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

2 Comments

  1. btw, l’espediente della lettera a Stein sembra piú una citazione di Ritorno al Futuro

  2. “Ritorno al Futuro” è stato il primo film in cui è stato usato questo espediente in effetti, poi se proprio vogliamo si potrebbero citare altre serie tv che l’hanno copiato perchè effettivamente è una bella soluzione narrativa. Certo che è anche un’interessante coincidenza che due serie trasmesse nello stesso periodo abbiano pensato al medesimo espediente. Che poi trattandosi, in entrambi i casi, di “viaggi nel tempo” era normale che prendessero spunto dal viaggio nel tempo per eccellenza, poi se uno volesse fare una battuta potrebbe pensare che gli autori di una delle due serie è andato nel futuro e ha copiato l’altra XD!
    Come direbbe Adam Kadmon: “Coincidenze? Io non credo!”

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