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Arrow 6×10 – DividedTEMPO DI LETTURA 4 min

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Cayden James: “I prefer precision. Design over chaos.”
(più o meno lo stesso commento del telespettatore medio di fronte a questo episodio)

 

Lo scorso episodio aveva lasciato una svolta molto importante per quanto riguarda le vicende del team-Arrow.
A questo punto le strade che si aprivano, per gli autori, erano due: far partire il team da zero, magari inserendo nuovi personaggi in sostituzione di quelli vecchi, oppure continuare a mostrare le storyline dei due mini-team separati.
Gli autori scelgono la seconda opzione. Giustamente, poiché all’interno di questa sesta stagione di Arrow ci sono già state troppe svolte narrative e ora, finalmente, si ha una linea narrativa coerente e precisa con un villain ben definito (Cayden James, interpretato da un ottimo Michael Emerson) che ha riunito tutti gli altri visti finora dando un senso a tutto quanto.
Eppure anche questa risoluzione, che è ottima a livello narrativo, non riesce nel’intento di risollevare lo show dalla cappa pesante di noia e prevedibilità che lo pervade da un po’ di tempo.
Innanzitutto la puntata appare come un proseguo della precedente, nel senso che è anch’essa una puntata di raccordo che lascia, ancora una volta, la narrazione in sospeso rispetto a quanto ancora deve accadere. Il che è lecito, se si pensa che ancora mancano molti episodi al season finale e c’è ancora tempo per ulteriori rivelazioni. Ma non si può neanche giocare così tanto con la pazienza dello spettatore.
In pratiche le uniche svolte veramente importanti di questo episodio sono state la scoperta delle cimici, nascoste nel rifugio del team-Arrow, e la fondazione ufficiale del cosiddetto “team-fuoriusciti” composto dal trio Dinah-Rene-Curtis, che fa molto breakfast club degli sfigati delle medie ma vabbè.
Per quanto riguarda la prima svolta, questa avviene in modo talmente fortuito e casuale da far accapponare la pelle e chiedere la testa degli sceneggiatori. Il problema è che questa è solo la prima di una delle tante soluzioni narrative sconclusionate presenti in questo episodio.
Giusto per elencare quelle più evidenti: l’entrata in scena di Curtis dopo che si è parlato di lui, tutte le volte che un personaggio riesce a mettersi in contatto con il team-Arrow (che ormai conosce mezza Star City), quando si realizza finalmente il chip che ridà a John Diggle la capacità di farsi le seghe prendere in mano una pistola, in tempo per il cliffhanger finale.
Senza contare il fatto che Cayden James riesca a far fuggire Arrow perché, si sa, al cattivo non può mancare il momento in cui deve poter dire: “potrei uccidere adesso il supereroe e risolvere tutti i miei problemi ma sarebbe troppo facile, devo far passare prima l’intera stagione per tirarmela ancora“.
Una serie, dunque, di soluzioni narrative che sono più delle facilitazioni narrative, talmente evidenti che non ci si può credere. E che offendono l’intelligenza di chi sta guardando l’episodio.
Per quanto riguarda la seconda svolta bisogna dire che questa è stata giocata molto bene, anche perchè le storylines più interessanti sono proprio quelle del trio Dinah-Rene-Curtis (forse perchè sono i personaggi scritti meglio e con i migliori spunti drammatici).
Tutto il contrario della storyline riguardante il ritorno inatteso (e ancora inspiegabile) di Thea Queen. Inatteso ma neanche poi così tanto sperato, almeno da parte degli spettatori, che avrebbero potuto tranquillamente vivere bene anche senza di lei. E prova ne è l’inutilità, ai fini della trama generale, del personaggio il cui ruolo è solo quello di concedere delle pause tra un’azione concitata e l’altra.
Per quanto riguarda il personaggio principale, lo spunto più originale è stato quello di farlo collaborare con il mafioso Jerry Bertinelli (un nome meno improbabile no vero?) scalfendo l’aurea di duro e puro che l’aveva reso un po’ monocorde. Il problema è che anche questa storyline non viene sfruttata a dovere e viene conclusa in un modo troppo veloce regalando giusto una bella scena d’azione tra bande criminali per il controllo del porto. A proposito di questa scena: appare veramente idiota, da parte del team-Arrow, non pensare che i villains gli stiano ancora controllando. Soprattutto dopo che per una puntata intera si è parlato del fatto che il rifugio è sotto controllo di cimici nascoste. Perché allora continuare a far finta di niente e progettare piani che poi, si sa, verranno scoperti?
Molte domande lecite ma nessuna risposta da parte degli sceneggiatori che continuano a sfornare buchi di sceneggiatura qua e là per portare avanti una trama che appare ormai come raffazzonata e sciatta.
Il cliffhanger finale lascia qualche flebile speranza per un possibile cambio di rotta dello show. E, a questo punto, si spera che questa avvenga il prima possibile.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Michael Emerson (Cayden James)
  • Trio Dinah-Rene-Curtis
  • Guerriglia in stile Gomorra al porto
  • Facilitazioni narrative troppo evidenti con annessi buchi di sceneggiatura
  • L’inutilità di Thea Queen
  • Dialoghi imbarazzanti (ago-pagliaio)

 

La svolta tanto attesa dalla scorsa puntata non c’è stata. O almeno, pare sia stata solo rinviata regalando l’ennesimo episodio di raccordo che non serviva. E che rischia di far addormentare lo spettatore.

 

Irreconciliable Differences 6×09 1.30 milioni – 0.4 rating
Divided 6×10 1.42 milioni – 0.5 rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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