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Star Trek: Discovery 1×12 – Vaulting AmbitionTEMPO DI LETTURA 5 min

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Gabriel Lorca è sempre stato il personaggio più intrigante e carismatico di Star Trek: Discovery, poco ma sicuro. Il merito è certamente in parte del suo interprete, Jason Isaacs, praticamente perfetto quando si tratta di dare vita a viscidi cattivi e affascinanti antieroi; ma lo è anche, e soprattutto, di una scrittura capace di mantenere vivo intorno a lui un alone di mistero e di ambiguità, impedendo allo spettatore di farsi un’idea precisa del personaggio e di capire se aveva di fronte un perfetto stronzo cinico e spregiudicato o, piuttosto, un tormentato eroe di guerra disposto a forzare un po’ la morale per realizzare un bene più grande.
Con un colpo di scena decisamente meno telefonato di quello su Ash Tyler, “Vaulting Ambition” rivela finalmente come stanno le cose: il capitano della Discovery proviene proprio dall’universo dello specchio, da cui è fuggito dopo aver tentato di uccidere l’imperatrice Georgiou e in cui è ritornato per finire il lavoro, servendosi del motore a spore e della Burnham per i propri fini. Restano ancora da chiarire alcuni punti fondamentali, ossia il modo in cui avrebbe viaggiato da un universo all’altro la prima volta e quale fine abbia fatto il Lorca dell’altro universo, ma il plot twist segna decisamente un ulteriore distacco dalla “tradizione” trekkiana: da un lato, infatti, connota il capitano dell’astronave eponima della serie indiscutibilmente come un personaggio negativo, cosa che di certo non accadeva con Kirk, Picard, Sisko, Janeway e Archer; dall’altro, rende la parte della stagione ambientata nell’universo dello specchio non più una mera parentesi narrativa auto-conclusiva bensì un tassello fondamentale nella macro-storia che percorre l’intera stagione. Rispetto alle serie che l’hanno preceduta, Discovery si conferma ancora una volta un prodotto che vuole rinnovare la saga guardando alla televisione degli ultimi venti anni, in cui le trame orizzontali sono sempre più importanti rispetto a quelle verticali e in cui non mancano antieroi, se non veri e propri villains tra i protagonisti (Walter White docet!).
Nello stesso tempo si continua a giocare con le somiglianze e le differenze che l’universo dello specchio ha con l’altro, anche se purtroppo non sempre gli autori sembrano capaci di sfruttare a dovere le potenzialità della materia. Il pranzo a base di Kelpiano è la classica scena creata per sottolineare la crudeltà e la brutalità dell’Impero Terrestre e contrapporla all’illuminato pacifismo e rispetto per la vita della Federazione, una scena forte se si considera che si sta mangiando una creatura senziente e intelligente, ma qualsiasi spunto critico o di riflessione, che nelle vecchie serie sarebbe stato in qualche modo sviluppato, qui muore sul nascere e tutto si riduce a un siparietto involontariamente (o volontariamente?) comico su Michael che fa una faccia schifata e si costringe ad ingoiare l’orrido boccone a base di ganglio alieno.
Ma non ci sono solo differenze tra i due universi. Anche dall’altra parte dello specchio Paul Stamets è impegnato nel progetto del motore a spore, o meglio lo era prima di finire in coma come la sua controparte. Sfruttando proprio la rete miceliale gli autori riescono a far incontrare i due Stamets, un incontro che altrimenti sarebbe stato impossibile da realizzare. Anche in questo caso, come già successo con Tyler-Voq, si tratta di un incontro importante per la narrazione, che permette allo Stamets della Discovery di uscire dal proprio sonno, non prima di un ultimo stucchevole saluto a Hugh Culber, che non si sa come né perché vaga anche lui nella rete miceliale pur non avendo niente a che fare con le spore. Se è vero che la prima coppia gay di Star Trek meritava un addio come si deve, è altrettanto vero che far spuntare il fantasma del medico nella rete miceliale senza la minima spiegazione o logica non è la soluzione migliore. Si rischia anzi, con trovate di questo genere, di rendere ancora più indigesto ai fan duri e puri un elemento dell’ambientazione che è stato percepito fin da subito come troppo fantasy, troppo poco adatto a una saga classificabile nella hard sci-fi.
Va sicuramente meglio con l’incontro tra Michael e la Georgiou imperatrice, ruolo quest’ultimo che permette a Michelle Yeoh di dare prova della propria bravura a interpretare un personaggio così diverso, e nel contempo così simile, da quello interpretato nei primi due episodi. L’imperatrice è spietata eppure a suo modo onorevole, è legata a Michael tanto se non di più della sua controparte dell’altro universo (al punto da averla adottata come propria figlia) eppure non mostra la minima compassione quando ne ordina l’esecuzione per aver complottato contro di lei, e anche quando decide di risparmiarla lo fa più per calcolo politico ed interesse personale che per affetto. Sarà interessante vedere quale tipo di rapporto si svilupperà tra le due nei prossimi episodi, ammesso che Lorca non riesca a mettere subito in pratica il proprio piano di ucciderla e toglierle il trono.
Infine, qualche parola su ciò che succede a Tyler-Voq. Dopo il colpo di scena dello scorso episodio era inevitabile che si scatenasse un conflitto tra le due personalità che convivono nel corpo del Klingon-umano; purtroppo, invece di farle convivere ancora un po’, si decide di sopprimere il Klingon in favore dell’umano, o almeno questo è ciò che farebbe credere l’urlo di dolore che L’Rell lancia dopo il suo intervento in infermeria e che è lo stesso emesso dalla sua gente durante un funerale. Forse Tyler e Voq hanno ancora molto da dire, ma se il conflitto tra queste due coscienze fosse stato risolto così sbrigativamente si tratterebbe decisamente di uno spreco di potenziale non da poco.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Colpo di scena su Lorca
  • Michelle Yeoh nei panni dell’imperatrice
  • Spunti di riflessione interessanti poco sfruttati
  • L’inserimento del dottor Culber nella visione dei due Stamets
  • Conclusione forse troppo prematura della storyline di Tyler-Voq

 

L’ennesimo colpo di scena non fa che rendere ancora più interessante questo arco narrativo ambientato nell’universo dello specchio e porta a chiudere un occhio, o anche due, su alcuni dettagli che potevano essere curati meglio.

 

The Wolf Within 1×11 ND milioni – ND rating
Vaulting Ambition 1×12 ND milioni – ND rating

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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