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The End Of The F***ing World 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 4 min

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“I’m James. I’m 17. And I’m pretty sure I’m a psychopath.”
 

Per chi se la fosse persa, Netflix offre la possibilità di recuperare una serie molto interessante uscita a ottobre 2017 su Channel 4. Il che è già di per sé sinonimo di buona qualità se si pensa ad altre serie comedy inglesi sfornate dall’accoppiata tra la rete britannica e la piattaforma online. Qui poi lo humour inglese vero, quello nero e drammatico che fa satira sulle piccole manie quotidiane della gente e, soprattutto, sulla morte la fa da padrone. Motivo ulteriore per non lasciarsi sfuggire The End Of The F***ing World, dramedy in otto puntate basato su una graphic novel del fumettista americano Charles Forsman.
La storia è quella di James (Alex Lawther, già visto in Black Mirror) e Alyssa (Jessica Barden, già vista in Penny Dreadful) due adolescenti tra loro molto simili, entrambi sociopatici e introversi, entrambi con un abbandono genitoriale alle spalle e un odio malcelato verso il finto perbenismo del resto del mondo che li circonda. I due s’incontrano, fanno amicizia, nasce un’intesa che potrebbe evolversi in una storia d’amore, e date le affinità elettive dei due non sarebbe male. Se non fosse che in realtà Alyssa esce con James solamente perché ha una macchina grazie alla quale possono fuggire da quel posto. E James… perché si sente un futuro serial killer e vuole fare pratica in questo campo uccidendo, come sua prima vittima, Alyssa! Già da queste poche righe s’intuisce come l’intento degli autori sia dissacratorio allo stato puro. Non solo, infatti, viene presa in giro la provincia inglese, i suoi riti e le usanze quotidiane, ma anche, e soprattutto, le innumerevoli serie tv adolescenziali piene di storie d’amore travagliate tra personaggi borderline (qualsiasi riferimento a 13 Reasons Why è puramente casuale).
La descrizione del loro primo incontro e l’alternanza di scene della loro vita (diverse ma molto simili in fondo) è un capolavoro di scene descrittive e introduttive dei due personaggi che non pesano eccessivamente sulla trama ma, anzi, ne rafforzano il concetto e non annoiano per nulla. Alyssa e James sono due personaggi tragici e comici allo stesso tempo: parodia dei tanti “alternativi indie”, che vanno tanto di moda oggi nelle serie teen, sono in realtà due criminali inconsapevoli che cercano in maniera molto ingenua, un loro posto nel mondo, provocando delle situazioni al limite del surreale. In tutto questo la comicità la fanno molto i dialoghi, sinceri, schietti e caustici come solo i giudizi taglienti degli adolescenti possono essere, così come l’alternarsi di parole e pensieri espressi tramite voice off.
Ma è soprattutto la mimica facciale dei due attori protagonisti la cosa che suscita più risate. I due, infatti, riescono ad esprimere una gamma di sentimenti infinita mantenendo perennemente un’espressione priva di emozioni. E non perché gli attori siano cani (come in altre serie tv) ma per mostrare ancora di più l’apatia e l’insofferenza che ormai li pervade. Contribuisce a tutto questo la mimica esagerata di tutti gli altri personaggi secondari, anch’essi abili caratteristi che riprendono i cliché del genere, uno su tutti il padre di James con il suo umorismo esagerato e spaccone,
Anche la musica di sottofondo contribuisce a creare un’atmosfera da prodotto indie (con le musiche composte da Graham Coxon, ex-chitarrista dei Blur) che ricorda, per molti aspetti, i film di Wes Anderson. E di cui ne è, a tutti gli effetti, la parodia con un continuo ribaltamento comico tra le aspettative dei protagonisti e gli sviluppi della loro storia. Bisogna aggiungere però che spesso il lato surreale delle situazioni e dei personaggi prende il sopravvento rendendoli fin troppo sopra le righe, e quindi troppo demenziali per una storia che, al di là del lato comico, presenta anche dei temi moto seri, come: disagio adolescenziale, molestie famigliari…. Per questo può giovare il minutaggio molto scarso (appena 20 minuti per episodio) che concentra tutta l’azione in poche scene concedendo molto poco a quanto non strettamente necessario alla trama. Il successo o meno della serie dipenderà poi da come gli autori decideranno di fare evolvere questo particolare humour a partire dalla seconda puntata. Ma già questo episodio pilota lascia una buona sensazione per il proseguo della storia.
Per concludere, The End Of The F***ing World è una serie piacevole e molto scorrevole da vedere, adatta agli amanti delle comedy inglesi e del black humour. O per chi, semplicemente, non sopporta più i soliti teen drama triti e ritriti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I due attori protagonisti e la loro finta apatia
  • Lo ammettiamo: siamo già innamorati di Alyssa!
  • Dark humour inglese a go go
  • Contrapposizione tra dialoghi e scene
  • Soundtrack di Graham Coxon
  • Cliffhanger finale
  • Dopo la barzelletta della mano chiunque vorrebbe dare un pugno in faccia al padre di James
  • Demenzialità eccesiva alla lunga potrebbe stancare

 

Direttamente dal Regno Unito una commedia nera e amarissima come poche altre in giro. Si parla di adolescenti, di tentati omicidi, di fughe d’amore e di disagio esistenziale. Della vita insomma.

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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