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Barry 1×01 – Chapter One: Make Your MarkTEMPO DI LETTURA 4 min

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Era lo scorso agosto quando la HBO subiva l’ennesimo attacco pirata, vedendo rilasciate in anticipo attesissime puntate della sua attesissima programmazione della sua ancora più attesa serie. A quanto pare, nel bottino erano presenti anche i due primi episodi di Barry. Il fatto che si stia recensendo il primo episodio oggi, alla luce dell’uscita ufficiale di “Chapter One: Make Your Mark”, deriva da un insieme di fattori, primo dei quali il fatto che chi scrive non se ne era accorto.
Forse solo un problema del recensore, tuttavia l’ignoranza totale nei confronti dello show in un momento di pirateria informatica porta ad una riflessione sulla natura e sulla freschezza dello show stesso. L’accostamento con Game Of Thrones (arrivato alle battute finali) suggerisce una specie di Alfa e Omega o di Yin e Yang della HBO stessa. Finora, almeno negli ultimi tempi, ci si era mossi tra kolossal ad altissimo budget (Westworld o, appunto, GoT) e comedy (tra mille virgolette) caratterizzate da un alto impatto drammatico, realistico ed esistenziale (durante la visione di Barry non è cessato per un solo minuto dalla testa di chi scrive il confronto/scontro con quel drammone pesantissimo che era Togetherness). Interessante la ventata d’aria fresca caratterizzata da quella che non lascia adito ad equivoci: una comedy pura e semplice. Comedy per il plot proposto, comedy per l’impatto e la potenzialità del suo protagonista, comedy per il contesto surreale che da subito viene messo in scena.
Il protagonista è interpretato da Bill Hader, volto storico del Saturday Night Live, recentemente comparso in una delle opere comiche più sottovalutate nello scenario televisivo, ovvero Documentary Now!, insieme al collega Fred Armisen (recentemente lodato in altri lidi). Insomma, un volto che sicuramente suggerisce al pubblico che lo conosce una comicità pura, espressa nella sua forma più limpida, ovvero lo sketch televisivo. Proprio questo background garantisce a Hader, durante l’intero episodio, uno spazio di manovra molto importante. Per chi ne conosce il potenziale comico, la sua apparente (e giustificata dalla trama) apatia crea una sana attesa verso l’espressione del potenziale comico del personaggio. Allo stesso modo, per chi si stesse approcciando con Hader per la prima volta, la malinconica anaffettività dimostrata da Barry rappresenta un foglio bianco su cui sarà possibile tratteggiare numerosissime sfumature grazie agli sviluppi futuri, destando meravigliata sorpresa.
Già il “Chapter One” in sé mostra un’evoluzione significativa in tal senso. Da notare come nei primi minuti vi sia una successione di scene che mostrano il personaggio in totale silenzio svolgere la sua mansione di sicario. Con la stessa impassibilità avviene una vera e propria illuminazione caratterizzata dal desiderio puramente casuale di voler imparare a recitare (il tutto dopo una battuta recitata per caso, con la medesima impassibilità). La seconda metà di episodio, in cui viene messo in scena il vero e proprio risvolto di trama, vede un drastico aumento dei dialoghi (la scena nel pub) e di azione (la sparatoria finale). Quel suo definirsi actor con la cameriera, dopo aver fatto sparire l’arma del delitto, rappresenta il manifesto vero e proprio di uno show che potrebbe rivelarsi particolarmente brillante proprio per la molteplicità di spunti che offre.
Sarebbe simpatico, innanzi tutto, individuare una bonaria presa in giro verso il mondo californiano dove tutti sono proiettati alla recitazione, dove “a teatro si recitano film” e dove chiunque si incontri sta preparando un provino o seguendo un corso di recitazione (una cameriera, un personal trainer). Perché non coinvolgere anche un killer prezzolato?
Sotto un’altra angolazione saranno interessanti gli sviluppi futuri offerti dallo show. Volendo appigliarsi sempre e comunque a Breaking Bad, si può riscontrare in questo caso un opposto di quel genere di trama: la persona senza scrupoli e senza nessun tipo di connessione emotiva che improvvisamente scopre una passione per un lavoro non solo onesto ma anche improntato sull’emozione e sull’empatia.
Difficile prevedere se la prevalenza di questa comedy alla fine giocherà sul comico o sul drammatico (si è già chiarito a inizio recensione che l’impostazione dello show, per la trama proposta, è quella della comedy). Indubbiamente una linea comica verrà a crearsi grazie alla doppia vita di Barry “Block”, sfruttando proprio le doti espressive (o in-espressive, in questo caso) di Bill Hader.
In ogni caso l’originalità della storia, il cast ricco di volti noti e la fattura di questo primo episodio spinge, in un periodo di bulimia binge dettata da piattaforme come Netflix e Amazon, a tornare a ripetere quella frase che tanto è stata scimmiottata e derisa poi: “it’s not television, it’s HBO”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Bill Hader
  • Cast di volti noti
  • La trama
  • La confessione al regista scambiata per un monologo
  • La sparatoria finale
  • Boh

 

Per la cronaca: il leak aveva coinvolto anche il secondo episodio. Intanto però, volendo rimanere ancorati sul primo, il livello è quello che si richiede ad una qualsivoglia 1×01 per poter desiderare ardentemente di proseguirne la visione.

 

Chapter One: Make Your Mark 1×01 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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