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Marvel’s Jessica Jones 2×12 – AKA Pray For My PatsyTEMPO DI LETTURA 4 min

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Non certo una delle stagioni più coinvolgenti della storia di Netflix, bisogna riconoscerlo. Non è certo un problema il radicale cambio di villain. Nemmeno il fatto che dal nemico storico della base cartacea si sia passati a un’antagonista che va a toccare direttamente la mitologia del personaggio dotato di poteri conseguenti alla perdita della famiglia. Anzi, a dirla tutta non sarebbe neanche male soffermarsi a constatare il contrasto che c’è tra una prima stagione in cui Jessica – dalla forza sovrumana – doveva combattere con qualcuno la cui abilità era tutta nel controllo mentale, con questa seconda stagione dove lo scontro si colloca totalmente sul piano fisico (la forza di Jessica non poteva contrastare il controllo mentale, ora ha a che fare con qualcuno più forte di lei).
Ciò che si può constatare, però, a un solo episodio dal secondo season finale, è come una stagione da 13 episodi dalle caratteristiche cable si sia destrutturata come spesso accade agli show generalisti da 24 episodi, spalmati lungo un’intera stagione televisiva. Esempio ne è la storyline di Jeri Hogarth, a tutti gli effetti parallela al filone principale; oppure come non citare la netta e drastica deriva di Trish, in certi episodi quasi villain principale. Fondamentalmente la caratteristica che più spinge a una simile riflessione è il continuo cambio di status dei personaggi. Attenzione, non si parla di capovolgimenti di fronte, bensì di rapidissime evoluzioni e altrettanto rapidi cambiamenti di luoghi e ambienti, oltre all’universo narrativo della stagione intera, sin dai primi episodi disseminato di elementi marginali o quasi (Oscar, il quasi-marito di Trish – che utilità ha avuto, alla fine?).
In questo scenario, sarebbe tuttavia ingiusto parlare male della 2×12, perché c’è da dire che, anche in momenti di ispirazione non altissima, Netflix sa ancora farsi apprezzare dal punto di vista della messa in scena. Oltretutto, isolata l’entità stessa di alcune storyline, la loro risoluzione in questo particolare caso si è rivelata soddisfacente ed efficace. La chiusura cinica di Jeri e la sua fredda vendetta contro i due truffatori ruba l’occhio per intensità e per l’efficacia della ripresa a distanza dell’evento culmine. Certo risulta un po’ bizzarro che Inez, da senzatetto sull’orlo della pazzia (il titolo della 2×04 ne è testimone) come era stata presentata, venga trasformata poi in una vagabonda part-time in contatto perenne con il suo fidanzato truffatore galeotto. Nulla di inspiegabile, per carità, tuttavia è un po’ poco in armonia con l’esordio del personaggio stesso e con il suo vissuto. Alcuni dialoghi tra le due sembrano volerci mettere una toppa. Da sottolineare anche la rapidità con cui l’ex-infermiera cambia idea e crede ciecamente a ciò che le dice una persona fondamentalmente disperata e in cerca di vendetta, da arrivare addirittura a convincersi nel prendere la pistola.
Come accennato nella recensione della 2×09, non è difficile pronosticare per lo meno il fatto che Alisa sia un villain stagionale, destinato a uscire di scena. Per questo motivo l’intera porzione di episodio riguardante la caccia tra madre e figlia, con tanto di rapimento finale, risponde solo al gioco delle parti di un normale penultimo episodio che apre la strada all’ultimo. Ciò che invece desta enorme curiosità è ciò che sarà di Trish, soprattutto se si considera che teoricamente anche il suo personaggio ha un corrispettivo supereroistico, sempre che si scelga la via della parziale fedeltà con la base cartacea in questo caso (dato che non sempre è così).
La macabra immagine di Trish in punto di morte, mentre la madre continua a parlare di futilità, resta una delle scene più forti dell’episodio e la curiosità per la sorte della diva Patsy è uno degli elementi che spinge a voler vedere l’episodio successivo. Rimane un po’ di amarezza, tuttavia, per l’entità del dialogo cardine dell’episodio. Dove in altri casi (per esempio, senza andare troppo lontano, nella 2×11) la questione morale che la storia poneva scavava temi di una gran profondità (l’omicidio, l’etica, il controllo mentale, l’impulso omicida…), in questo caso il confronto “tu hai i poteri, li voglio anche io”/”non ce li hai, stacce” lascia un po’ perplessi, ma allo stesso tempo, forse, fornisce una fotografia sul peso specifico effettivo di questa meno ispirata seconda stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Realizzazione scenica della vendetta della Hogarth…
  • Intensità delle scene di Trish sul letto d’ospedale…
  • Curiosità sulla sorte di Trish
  • Confronto annunciato tra Jessica e la madre
  • …seppur in un contesto vagamente surreale (Inez da barbona pazza a fidanzata credulona che però cambia subito idea)
  • …se si fa eccezione al dialogo vagamente futile con Jessica

 

“Che raccontiamo nella seconda stagione della serie sull’eroina che ha la super-forza dopo un incidente in cui ha perso i genitori? Chi ci mettiamo come villain?”
“La madre.”
Cos…?

Scherzi a parte, l’episodio che prepara al finale si guadagna un giudizio positivo, alla luce della curiosità che desta per il finale di stagione. L’impressione generale, tuttavia, è che questa stagione serva più che altro per riorganizzare l’universo narrativo Marvel/Netflix, alla luce di futuri appuntamenti.
In ogni caso, perplessità per alcuni aspetti a parte, non si disdegna un generoso ringraziamento per delle svolte di trama che destano curiosità.

 

AKA Three Lives And Counting 2×11 ND milioni – ND rating
AKA Pray For My Patsy 2×12 ND milioni – ND rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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