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The Terror 1×01 – Go For BrokeTEMPO DI LETTURA 4 min

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In 1845, two Royal Navy ships left England in an attempt to finally discover a navigable passage through the Arctic. They were the most technologically advanced ships of their day. They were last seen by European whalers in Baffin Bay awaiting good conditions to enter the Arctic labyrinth. Both ships then vanished.

Così si presenta questa miniserie, trasposizione del romanzo di Dan Simmons initolato, nella versione italiana, La Scomparsa Dell’Erebus. Lo scrittore statunitense, a sua volta, si è ispirato a fatti realmente accaduti a due navi incaricate dalla Royal Geographic Society di cercare il mitico Passaggio a Nord – Ovest circa 150 anni prima di Alberto Angela. A parte i sogni di gloria dei marinai coinvolti e a parte la voglia di sperimentare le possibilità delle nuove scoperte tecnologiche (era un’epoca di grandi esplorazioni, basti pensare a quella per cercare le sorgenti del Nilo), trovare una rotta artica per passare dall’Atlantico al Pacifico avrebbe fatto risparmiare alle navi circa 4000 km, rispetto alle rotte fino ad allora praticate.
Ai sogni di gloria degli uomini della spedizione, comunque, viene dedicato poco spazio. Essi vengono rappresentati attraverso flashback. Sembra quasi che regia e sceneggiatura abbiano paura di far calare troppo la tensione, di interrompere l’opprimente uniformità del paesaggio polare in cui le navi restano intrappolate. L’Artico diventa quasi un personaggio in sé, contro di lui poco possono le ultime scoperte delle tecnologia (la bussola impazzisce e non serve a molto mandare giù uno degli uomini con lo scafandro da palombaro).
Se l’ambiente ostile può essere definito il nemico esterno, pericoli sorgono anche dall’interno, sotto forma di malnutrizione, scontento e malattie dell’equipaggio. A questo proposito, è molto grafica l’agonia del marinaio David Young, anche se dà modo al dottor Goodsir di brillare per umanità e competenza, mostrando una gentilezza di cui si sente un disperato bisogno in un panorama così desolante. Altra minaccia, non certo da sottovalutare, è costituita dalla salute mentale del capitano Sir John Franklin, di cui è lecito dubitare. A lui si contrappone il capitano Francis Crozier, finora voce della ragione e personaggio mediamente positivo, ma poco può contro il suo ostinato desiderio di andare avanti e contro il ghiaccio, che diventa sempre più spesso. Nel libro viene spiegato come, nella decisione di andare avanti, contasse anche il desiderio di non abbandonare i preziosi arredi delle navi, mostrati anche sullo schermo, soprattutto nelle scene in cui gli ufficiali discutono a tavola.
In generale, la serie si è presentata come horror e certamente lo è, tanto da diventare quasi un prodotto per stomaci forti. Le cose possono solo peggiorare, con il prolungarsi della situazione di stallo, il ridursi delle scorte di cibo e il progressivo deteriorarsi delle condizioni psicofisiche dell’equipaggio. Non sono ancora stati introdotti, tra l’altro, la creatura “in grado di uccidere sia su due gambe, sia su quattro”, chiamata dai nativi Tuunbaq, per ora solo nominata, né Lady Silence, misteriosa donna Inuit. Come sa chi ha letto il libro, sono due figure in grado di dare un tocco magico e soprannaturale in quella che, altrimenti, sarebbe solo lo strazio senza fine di vedere decine di uomini morire ad uno ad uno, di congelamento, stenti e malattie, senza nemmeno un vero perché.
L’autore ha scelto questa soluzione perché, fra l’altro, non poteva sapere che fra il 2014 e il 2016 sarebbero stati trovati i relitti delle due navi, in ottimo stato di conservazione, proprio al largo dell’isola King William (che è effettivamente un’isola, come si sospettava ai tempi in cui è ambientata la vicenda).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Cpt Francis Crozier
  • Dr. Goodsir
  • Ambientazione artica sempre più opprimente
  • I flashback
  • Sir John Franklin
  • Si rischia di farla diventare una miniserie per soli stomaci forti

 

The Terror si presenta come un horror senza scampo e senza pietà. Il suo successo dipenderà dall’abilità degli sceneggiatori e della regia di premere al punto giusto su questo pedale, senza scadere nel grottesco e ancor più di intersecare in modo sapiente le figure di Tuunbaq e Lady Silence alla parabola discendente e negativa degli equipaggi dell’Erebus e della Terror. Per il ruolo della donna Inuit è stata scritturata l’attrice Nive Nielsen. In attesa di vedere entrare in scena questi due fondamentali personaggi, il giudizio quindi è positivo per quanto visto finora, ma rimane un po’ in sospeso, con riserva di riformularlo alla luce degli sviluppi futuri.

 

Go For Broke – 1×01 3.34 milioni – 1.3 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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