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Trust 1×01 – The House Of GettyTEMPO DI LETTURA 4 min

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Con “All The Money in The World”, film candidato agli ultimi Golden Globe, famoso anche per la vicenda Kevin Spacey, il mondo del cinema e di conseguenza tutti gli appassionati, si erano avvicinati alle vicende della famiglia Getty. Riconosciuto come l’uomo più ricco del mondo a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, J. Paul Getty è stato posto al centro di un altro prodotto: partendo presumibilmente dalla base dello stesso film, Simon Beaufoy e Danny Boyle hanno partorito la serie nuova di zecca di FX intitolata Trust.

Oil is everything.

La figura principale di J. Paul Getty, interpretato da Donald Sutherland, viene introdotta dopo il primo input che lo show mette in scena: la morte del figlio George Franlkin Getty II, al tempo erede designato dell’industria di famiglia.
Il focus su J. ci mostra sin da subito un personaggio per niente convenzionale; la sua reazione ai fatti non è certamente quella che si immagina nel momento in cui il padre apprende la notizia della morte del figlio, con il suo stile di vita, con tanto di harem al seguito e la sua routine giornaliera, che non risultano minimamente intaccati dall’accaduto. Il suo rapporto col resto della famiglia è molto controverso e pieno di contrasti che si estendono a gran parte delle scene dell’episodio. Dal punto di vista di uno spettatore tale comportamento appare anche insolito, tuttavia, il suo atteggiamento freddo e per certi versi menefreghista si addice ad una famiglia così allargata e piena di dissidi.
Il contesto della sua casa elegante, austero e oscuro, rappresenta perfettamente il suo carattere e descrive alla perfezione la situazione del funerale contrapposta, con un abile gioco di regia, alla scena precedente del suicidio del figlio, girata con un filtro giallo e dominata dalla luce (curioso notare come il suicidio venga messo in scena in questo modo).

Hey… Thank You!

L’altro protagonista è ovviamente il motivo principale, che non riguarda l’economia, della notorietà acquisita dai Getty. John Paul Getty III entra in scena proprio nel momento solo apparentemente più drammatico, considerando il distacco con cui la famiglia vive la morte dello zio, e traccia immediatamente una linea che lo separa dal resto dei suoi parenti. A livello visivo il suo impatto è immediato e le sue azioni rispecchiano alla perfezione il comportamento di un ragazzo di sedici anni poco abituato agli ambienti dell’alta società. Non si caratterizza tanto come reietto, per il nonno tutti i membri della famiglia lo sono, per motivi diversi (per lo più legati all’uso di stupefacenti), quanto come alternativo. Non sembra un vero Getty e lui stesso non si sente tale, i suoi modi di fare sono lontanissimi da quelli del resto della sua famiglia e la sua stessa entrata nella casa del nonno è talmente assurda da sembrare un momento comedy. E’ il suo atteggiamento però quello che di lui colpisce maggiormente; l’ingenuità del ragazzo è un biglietto da visita, ringraziare i dipendenti del nonno ad esempio, non una formalità in casa, lascia spazio ad un lato umano della famiglia che si riscontra soltanto in lui, che di Getty non ha molto.

You’ll buy Marocco.

L’incontro tra due personalità così diverse viene enfatizzato moltissimo durante la puntata, la scena in cui J. spiega al nipote la struttura del trust in particolare, li porta ad un livello superiore e li rende molto più rilevanti rispetto al resto della famiglia. Alcuni spezzoni risultano emblematici e la decisione di scegliere Paul come erede dell’industria e del Trust famigliare da il via alla catena di eventi che conclude l’episodio.
Il resto della famiglia viene approfondita relativamente, il ruolo del padre di Paul, John Paul Getty Jr. in particolare, nonostante la sua rilevanza ai fini dell’episodio e questo lascia sperare almeno in parte per il futuro. Per certi versi infatti, Trust è di difficile lettura in quanto si caratterizza per una successione degli eventi molto rapita e immediata per quel che riguarda le vicende all’interno di un’impostazione realista, difficile conciliare le due cose in dieci episodi quando una grossa parte della vicenda si è già risolta dopo il primo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Caratterizzazione dei personaggi principali e interpretazione dei due attori
  • Tante citazioni emblematiche
  • L’abuso di stupefacenti messo in campo da subito come tratto distintivo
  • Rapporto diretto tra scenografia e regia di ottimo livello
  • Focus poco concentrato sul resto della famiglia
  • Il poco spazio dato ai personaggi secondari rende difficile la coesistenza del cast
  • Gli eventi viaggiano ad una velocità troppo sostenuta rispetto allo stile narrativo e risultano forzati

 

Il legame tra i famigliari e i loro problemi di abusi di stupefacenti, legati a doppio filo con l’ipocrisia di J., creano dei presupposti più che buoni e fanno ben sperare per il futuro prossimo dello show. Trust, nonostante qualche imprecisione, si presenta agli appassionati con un ottimo episodio, caratterizzato dal forte rapporto tra scenografia e regia classico dei prodotti di Danny Boyle e introduce in maniera efficace questo mondo bizzarro e sfarzoso.

 

The House Of Getty 1×01 ND milioni – ND rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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