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Hap And Leonard 3×05 – Mambo No.5TEMPO DI LETTURA 6 min

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*record scratch* *freeze frame* “Yup, that’s me. You’re probably wondering how I ended up in this situation”.

Negli ultimi anni, la comunicazione sui social media ha portato a pensare che stia quasi nascendo un nuovo linguaggio, fatto di codici differenti e innovativi, difficilmente replicabile al di fuori delle piattaforme social. Un esempio tipico di tutto ciò sono i meme, nati non certo così recentemente. Con l’avvento della globalizzazione e di internet, questo fenomeno si è naturalmente ingigantito, e ora costituisce un vero e proprio caposaldo della comunicazione via rete, soprattutto tra le nuove generazioni. Uno dei meme più famosi è senza dubbio quello citato all’inizio della recensione: viene fatto il fermo immagine di una persona, in una situazione strana, mentre guarda lo schermo, ed il gioco è fatto. Esempi celebri sono quello di Papa Francesco e Donald Trump, Usain Bolt durante una gara dei 100 metri e Mark Zuckerberg durante la sua testimonianza di fronte al Senato statunitense (quest’ultimo è davvero recente).
Se, ipoteticamente, si volesse recensire questo quinto episodio di Hap And Leonard usando la metodologia sopra indicata, non si potrebbe che partire da uno dei momenti finali, quando, durante la sparatoria a casa di Bacon, Hanson e Hap sono costretti a dover collaborare fianco a fianco con Sneed il quale, per di più, è perfino dalla loro parte. Ripensando alla seconda stagione, questo scenario appare davvero sconcertante: Sneed, l’agente Sneed, il poliziotto che non si era certo fatto amare nello scorso ciclo di episodi, ora aiuta i protagonisti contro i membri del Ku Kux Klan. Spiegare questa strana forma di alleanza è abbastanza complesso, ma fondamentale per la comprensione d’insieme di questa stagione.“My father died in prison. Did you know that, Collins? When I was 14. He killed a man for stealing tools out of our shed. A black man. It’s no excuse, just get off your goddamn high horse for once in your life, Collins.”

Molti spettatori, sentendo pronunciare queste frasi al controverso pubblico ufficiale, avranno avuto una sensazione di deja-vu, perché non è certo raro sentire questi argomenti anche nella vita reale. Nel mondo della scienza, quanto riferito da Sneed è un fatto aneddotico, con la stessa valenza di un “Frequentare l’università è inutile perché Bill Gates non si è laureato ed è ricco”. Seppur invalida nel mondo delle analisi empiriche, l’argomentazione aneddotica può svolgere una grande influenza sulle persone, contribuendo, quindi, alla nascita di stereotipi, positivi o negativi che siano. I soggetti condizionati dai pregiudizi inizieranno, quindi, ad avere un atteggiamento non imparziale verso alcune categorie di soggetti, e a chiudere gli occhi in caso qualcosa accada a membri appartenenti a queste determinate categorie. Per tutta questa serie di motivi, Sneed, all’interno di una cittadina mediamente tollerante come LaBorde (per gli standard della zona e dell’epoca), spiccava come il più intollerante. Quando, però, egli viene catapultato in un contesto ben diverso, come quello di Grovetown, la situazione cambia, e lo si è visto in varie puntate. Ad esempio, nell’episodio precedente, l’agente rimane sconvolto quando vede che Reynolds non vuole concedere a Bobby Joe Soothe neanche il suo diritto ad avere un avvocato. Ciò accade perché, in quella cittadina, molti abitanti provano vero odio, tangibile ed immutabile, un razzismo fondato sull’ideologia, non sul fatto che il padre abbia sparato ad un ladro afroamericano e sia morto in carcere.
La categoria a cui appartiene Sneed è la stessa a cui appartiene Cantuck. Il capo della polizia, infatti, ha per moltissimi anni chiuso un occhio (anche due, in alcuni casi) di fronte alle scorribande e alle azioni violente commesse da Truman Brown e dai suoi scagnozzi. Una volta essersi accorto di come la situazione stesse per degenerare, ha deciso di prendere in mano le redini, ma ormai era troppo tardi. Il suo sforzo, seppur lodevole, non poteva finire bene: in una città come Grovetown, o si interviene subito, o la categoria dei due poliziotti sopra citati sarà semplicemente funzionale alle azioni di persone come Brown e la Reynolds, che possono agire indisturbate.

Hap: “I don’t know, Marvin. Maybe you should’ve come down here instead of sending Leonard and me.”
Hanson: “I didn’t send Leonard. You brought him. So don’t blame me for the pain he’s feelin’.”
Hap: “If I had the strength, I’d get up off this couch and hobble over there and slap you bald-headed.”

Oltre alla parte dedicata al razzismo (declinato, nell’allucinazione di Leonard, anche nel dispiacersi o meno per la morte di soldati razzisti, un tema molto complesso per il personaggio di Michael K. Williams, afroamericano e molto patriottico), non si può non segnalare il ritorno di un altro elemento portante dello show, ossia la violenza. C’è da dire che non si tratta di un ritorno inaspettato, anzi, la situazione di tensione con gli abitanti di Grovetown non poteva che risolversi con un scontro frontale. Come al solito, è doveroso lodare la capacità di rappresentare al meglio, sotto ogni punto di vista, i combattimenti. Non è solo l’aspetto scenografico (assolutamente pregevole), infatti, a rubare la scena, ma ci sono anche la tensione, la bravura degli attori (queste due caratteristiche possono essere riscontrate entrambe nel tentativo di castrare Leonard da parte di Brown, con annesse grandissime performance di Williams, Purefoy, e dello stesso Pat Healy, che interpreta il capo del KKK). Passando, poi, allo scontro a fuoco finale, la mente non può che ritornare ad uno dei punti più alti dell’intera serie, ossia lo scontro contro Soldier durante la 1×05.
Va segnalato, inoltre, il sempre sapiente uso dei flashback, volti a mostrare l’animo sempre tormentato di Hap, così come il ritorno del detective Hanson, le cui tracce si erano perse nell’introduzione del terzo episodio, quando venne mostrata la caduta della sua auto in un burrone. È proprio quest’ultima storyline a presentare l’unico difetto di una puntata pressoché perfetta: il ritorno del tenente ha tutti i crismi, infatti, di un deus-ex-machina, di una forzatura narrativa per far progredire la storia. Non viene spiegato, infatti, come abbia fatto a sopravvivere i giorni dopo l’incidente e come abbia fatto Bacon a sapere dove trovarlo giusto in tempo per evitare il peggio. Certo, si tratta di una serie di errori evitabili ma, guardando nel complesso l’episodio, si possono tranquillamente perdonare gli autori: il prossimo finale si preannuncia scoppiettante, a chiusura di un’altra grande stagione.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Hap e Leonard
  • Williams e Purefoy
  • Violenza
  • Allucinazioni dei personaggi 
  • Il colpo di scena finale
  • La strana alleanza con Sneed
  • Le modalità del ritorno di Hanson

 

Hap And Leonard confeziona un altro episodio al limite della perfezione. A un episodio dal termine della terza stagione, non si può che benedire un prodotto che, anno dopo anno, continua a confermarsi autentica gemma nascosta del panorama televisivo.

 

Senorita Mambo 3×04 0.19 milioni – 0.03 rating
Mambo No. 5 3×05 0.19 milioni – 0.06 rating

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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