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Legion 2×01 – Chapter 9TEMPO DI LETTURA 4 min

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Confusionario, inconcludente, eccessivamente criptico: insomma, una visione che lascia in mano ben poco e tante scene che si potrebbero definire fini a sé stesse e senza utilità per una più concreta trama.
Questo breve ed estemporaneo commento potrebbe essere tranquillamente l’interpretazione ad una critica che chiunque potrebbe muovere a Legion. Ma si tratta di una critica che manca completamente il punto focale della narrazione, specialmente se la produzione a cui si sta facendo riferimento ha come principale caratteristica uno stile spiccatamente visionario, come nel caso di Legion.
La seconda stagione è stata molto attesa dagli spettatori poiché l’anno scorso Legion riuscì ad imporsi come un prodotto d’autore vecchio stampo che incontrava l’utilizzo di tecniche e stilemi moderni della narrazione serializzata, confezionando un prodotto decisamente unico e che – ad oggi – spicca (inosservato ai più, ovviamente) per la sua sfavillante eccentricità.
In questa seconda stagione il prodotto d’autore cerca la convivenza a lungo termine con un suo vecchio nemico: la serialità. Spesso prodotti del genere non riescono mai a mantenere un livello qualitativo costante quando devono rispettare la cadenza settimanale, per questo si teme sempre un possibile calo da parte dello show. Tuttavia Noah Hawley prende di petto la serializzazione, sfruttando la divisione a puntate – e soprattutto la pausa che c’è stata tra “Chapter 8” e “Chapter 9” – per portare la serie su nuovi livelli.
Effettivamente, grazie alla mente disturbata, disturbante e fortemente psicolabile del protagonista, alcune “procedure standard” di un racconto serializzato vengono portate all’attenzione dello spettatore con esercizi di stile ad effetto. Per esempio, da una nuova stagione ci si aspetta sempre l’arrivo di qualche new entry e il cambio/evoluzione caratteriale dei personaggi e le relazioni tra gli stessi, accennando a qualche evento passato accaduto off-screen tra una stagione e l’altra, così da fomentare un po’ di interesse.
Questa è esattamente la situazione che si presenta e, piano piano, lo spettatore conosce nuovi e vecchi giocatori, oltre che il “nuovo” villain principale. Però il modo in cui questa svolta viene presentata è totalmente anticonvenzionale e fatta nel modo più allucinato possibile: al confronto le sequenze di Mark Renton che recupera le sue pastiglie calandosi nel water diventano innocenti intermezzi tra un episodio di Pingu e l’altro.
Il problema – ed ecco il perché di quella breve apertura sull’accettazione da parte del pubblico dello stile visionario – è capire quando quelle scene allucinate hanno uno scopo o se sono invece meri esercizi di stile, scene girate giusto per il gusto di dire “perché io posso“. Purtroppo o per fortuna dipende dai punti di vista, non c’è una risposta giusta o sbagliata.
Forse Hawley ha talmente preso sul serio il potere di manipolazione della realtà del protagonista che questa caratteristica ha finito per prevalere su tutto il resto, anche in scene in cui David Haller non è presente e quindi non dovrebbe esserci questa caratteristica. Il punto è che anche nei fumetti i poteri di Heller erano così vasti e potenti da inglobare in una nuova realtà tutto ciò che stava intorno a lui, facendo si che i personaggi facenti pare della “Haller-Reality” da lui creata pensassero solamente di agire secondo una propria coscienza, quando invece era Legione a tessere i fili di tutto, visto che aveva “programmato” la loro personalità per portarli a credere tutto ciò. Su questo punto è anche poi difficile sondare l’attendibilità della cosa, dato che gli autori che hanno lavorato sul personaggio non si sono mai (forse volutamente?) disturbati per sondare/mettere un limite ai poteri di Legione. Si sta forse insinuando che tutto la serie è una creazione del protagonista o forse si sta solo cercano di trovare una spiegazione – magari anche tirata per i capelli – di molte delle sequenze messe a segno secondo la regola del “perché io posso”?
La risposta è che bisogna semplicemente lasciarsi guidare dallo spettacolo visivo delle sequenze, che è ciò che conta, soprattutto quando si ha a che fare con serie del genere che puntano tutto (come voleva Stanley Kubrick) sulla potenza delle immagini.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Quali scene sono essenziali alla trama e quali sono pura follia?
  • Dan Stevens
  • “New” Oliver
  • La Division 3 e la loro sala operativa
  • Regia
  • Il ballo nel club
  • Carte mescolate per la 2° stagione
  • La continuazione numerica nel titolo degli episodi da un senso di continuità
  • Quali scene sono essenziali alla trama e quali sono pura follia?

 

Con “Chapter 9” Legion riprende da dove aveva lasciato, alzando la posta in gioco su nuovi e inesplorati livelli. La serie rivelazione di FX si conferma nuovamente come una vera e propria esperienza di catarsi con il suo protagonista, portandolo a fondersi con il personaggio diventando vittima della sua malattia.

 

Chapter 8 1×08 0.81 milioni – 0.4 rating
Chapter 9 2×01 0.67 milioni – 2.9 rating

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1 Comment

  1. Non vedevo l’ora!
    ..con un pizzico di ansia, come giustamente fatto notare.
    Certo siamo solo all’inizio ma il non capirci un tubo (si fa per dire, la trama finora è affrontabile) è quasi piacevole e confortante. Se proprio uno poi non dovesse cogliere i punti salienti del prosieguo della trama vabbè, che si consoli con una fotografia da urlo. E se non si apprezza nemmeno quella si gustino i duelli danzerecci. O il più assurdo gioco dei mimi mai visto. E se non apprezza neanche quello beh oh, c’è sempre Beautiful (rispettosamente).
    Concludendo, se qualcuno sa dove posso trovare un ristorante dove servono i waffle sulle barchette me lo dica, ne necessito.

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