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The Handmaid’s Tale 2×01 – JuneTEMPO DI LETTURA 3 min

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My name is June Osborne. I’m from Brooklyn, Massachusetts. I’m 34 years old. I stand 5′ 3” in bare feet. I weigh 120 pounds. I have viable ovaries. I’m five weeks pregnant. I am … free.

The Handmaid’s Tale torna per la sua 2° stagione, dopo aver mietuto messe di palme e d’allori ed essere diventata uno dei maggiori successi dello scorso anno. La storia riparte esattamente da dove si era interrotta in “Night“, con le conseguenze, per le Ancelle, di essersi rifiutate di lapidare una di loro, colpevole di essersi ribellata ai dettami della rigidissima e opprimente società di Gilead.
Sia lo showrunner Bruce Miller che la protagonista, Elizabeth Moss, hanno definito questa nuova stagione come più complessa da interpretare, nella costruzione e anche emotivamente, per il modo in cui si espande il mondo creato da Margaret Atwood al di là dei limiti del libro datato 1985. Lo si capisce subito perché i primi 15 minuti, su circa 50 di durata complessiva dell’episodio, sono carichi di una tensione e di una drammaticità tali da rendere la visione, per lo spettatore, non certo un momento di piacevole disimpegno.
Viene rappresentata la punizione delle Ancelle, con tanto di finta impiccagione e fin troppo reale bruciatura di braccia sul fornello acceso (perché tanto gli arti superiori non servono a procreare). Non serve a molto ricordare che June/Offred è incinta, quindi protetta da una società che sicuramente non vuol rischiare il bene messo in cima alla sua scala dei valori. L’angoscia non cala di una virgola. Non serve a celare l’orrore nemmeno l’impeccabile composizione formale di ogni inquadratura, ad esempio quella dove le malcapitate devono reggere ciascuna un sasso tenendo il braccio alzato, sotto la pioggia. Queste scelte stilistiche mantengono la decisione presa in partenza, secondo la quale si deve rappresentare una “bella distopia”, che però distopia resta.
La scena della finta impiccagione, mirante a terrorizzare psicologicamente le ragazze, avviene tra l’altro a Fenway Park, stadio di Boston amatissimo dai fan del baseball come casa dei Red Sox. Si tinge quindi di connotati negativi una memoria magari prima legata a momenti positivi e vengono sottolineate le esigenze di spettacolarità della punizione “per educare le masse”.
Altrettanto perversamente “pedagogico” è il trattamento riservato a Offred per mostrarle quanto sia importante la sua gravidanza. L’interpretazione della protagonista è comunque all’altezza della situazione, sia in questi momenti sia in quelli finali dove June sta cercando di scappare in Canada e decide di togliersi dall’orecchio il chip tracciante.
Tra questi due picchi, all’inizio e alla fine, il corpo centrale della puntata è ricco di spunti di riflessione. Se non bastasse vedere i coniugi Waterford ricevere congratulazioni per la futura nascita di un figlio assolutamente non loro, ci sono i flashback, in cui vengono mostrati i primi, striscianti segnali di affermazione del nuovo regime totalitario, attraverso un episodio apparentemente banale come il malessere a scuola della figlia di June. Ai piccoli dettagli viene riservata maggiore attenzione, perché colpiscono direttamente la vita dei personaggi principali, rispetto a quanta ne venga dedicata a grandi eventi sullo scacchiere internazionale come gli attentati terroristici riguardanti il Campidoglio e la Casa Bianca, lasciati sullo sfondo come semplici notizie tv. Questo è il modo scelto per approfondire quanto nel libro è spesso solo accennato, sempre in dialogo costante con l’autrice.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Interpretazione di Elizabeth Moss
  • Confronto con Zia Lydia
  • Regia e fotografia
  • Utilizzo della colonna sonora smodato ma funzionale
  • Composizione delle scene con le Ancelle
  • L’orrore senza fine nascosto nelle piccole cose, tanto da rendere difficile la visione di certi passaggi

 

La puntata ha lasciato June in attesa del momento propizio per sconfinare in Canada, con l’aiuto del padre di suo figlio. Fa piacere vederla di animo positivo e combattivo, mentre si riprende la coscienza di sé che il regime aveva cercato di toglierle. Non si sa ancora di preciso quali peripezie la attendono, ma la serie, dato questo suo avvio, promettere di mantenere l’alta qualità della precedente, se non di superarla e di fare ancora molto parlare di sé.

 

Night 1×10 ND milioni – ND rating
June 2×01 ND milioni – ND rating

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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