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The Last Man On Earth 4×14 – Special DeliveryTEMPO DI LETTURA 3 min

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Più e più volte ci è capitato di dedicare l’attacco delle nostre recensioni alla spinosa questione relativa al commentare serie comedy senza scadere nel banale, nel già detto o, ancor peggio, nella totale inconcludenza. Più volte ci è altresì capitato di ricordare come in altre occasioni già avessimo utilizzato questo stratagemma, più che altro con il fine di allungare il brodo proprio a causa di questa difficoltà nel proporre nuove riflessioni sullo show. Coscienti del fatto che anche stavolta siamo riusciti in questa impresa, scrivendo di fatto quindici righe di nulla, procediamo ora ad analizzare quanto visto in questa “Special Delivery”.
Potremmo passare ore a perculare lettori scrivendo periodi esageratamente lunghi e inutilmente elaborati, con il solo scopo di allungare il brodo, reiterando concetti già detti, come appunto il voler allungare il brodo, e utilizzando indistintamente e volutamente ogni sorta di avverbio che termina col suffisso -mente, ed effettivamente è proprio ciò che stiamo facendo. Ma a quale scopo? Allungare il brodo forse? No. O almeno, non solo.
Questo avvio di recensione che, quasi certamente, avrà scoraggiato un buon 86,7% dei lettori dal continuare con questa ben poco interessante lettura, vuole essere in realtà un omaggio ad una delle caratteristiche migliori di The Last Man On Earth: la capacità, appunto, di allungare il brodo, ma in maniera senza dubbio più originale ed efficace della nostra. Fin dalla premessa iniziale dello show, “la vita dell’ultimo uomo sulla Terra”, ci si era posti il problema di come una serie potesse gestire una o più stagioni in un universo narrativo popolato da un unico character. La soluzione risultò più che ovvia: popolando tale universo con altri personaggi, mentendo spudoratamente a partire dal titolo stesso dello show, e costruendo, pian piano e subdolamente, uno schema comedy “da divano” ambientato però in un contesto ben poco ortodosso per il genere in questione.
Ora, giunti al 63esimo episodio, non possiamo far altro che levarci il cappello di fronte al lavoro compiuto da Will Forte e colleghi, capaci, in questi quattro anni di messa in onda, di riscaldare il brodo più e più volte, insaporendolo ogni volta con un umorismo sempre frizzante e geniale nella sua totale demenzialità. E proprio in questo modo, “Special Delivery” ci mette nuovamente di fronte all’ennesimo tentativo di gravidanza, ai modi soffocanti e invasivi di Todd, alla totale inadeguatezza di Melissa quando si parla di rapporti umani, a smaliziati baci tra uomini, al Masturbatorium e (almeno così pare) alla miracolosa apparizione di un fratello creduto morto. Tutte cose già viste, già vissute dallo spettatore, eppure ravvivate grazie a nuove gag, come la corsa con lo sperma, l’accurata analisi della diarrea a tavola o Clancy il cane-robot, oltre che da un (parzialmente) nuovo contesto. Insomma, anche stavolta The Last Man On Earth riesce nell’impresa di farci piacere il già visto, un’impresa non da poco se messa in relazione ad altre comedy in circolazione, ben più celebri e seguite, che non riescono a farci apprezzare neppure il nuovo.
Sì, stiamo parlando di Big Bang Theory. Fatevene una ragione fan boys. Che poi pure Modern Family ci ha sontuosamente frantumato le gonadi, ma almeno quella è alla nona stagione, fa ancora in tempo a congedarsi con dignità.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Clancy il cane-robot
  • Tutto già visto, eppure tutto perfetto così
  • La corsa con lo sperma
  • L’analisi della diarrea a tavola
  • Il ritorno di Mike (?)
  • Melissa personaggio abbastanza inutile, superato in utilità perfino da Erica

 

Alla fine comunque l’impresa più grande l’abbiamo fatta noi, facendovi arrivare fin qui a leggere. E senza cliffhanger finale.

 

Release The Hounds 4×13 1.37 milioni – 0.6 rating
Special Delivery 4×14 1.51 milioni – 0.7 rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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