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Troy: Fall Of A City 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 4 min

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Quando iniziò a circolare la voce che due giganti come Netflix e la BBC avrebbero collaborato per una serie basata sulla caduta di Troia, il mondo dei serialminder, appassionati di serie storiche e non solo, entrò in fibrillazione. L’attesa era enorme e constatare una tale disfatta è veramente un colpo al cuore. Negli ultimi tempi la BBC ha prodotto degli show di stampo storico sicuramente non all’altezza, come ad esempio Gunpowder, tanto per citare l’ultimo, e non è andata certo meglio ad altri colossi come Sky ed Amazon, visti gli incredibili errori storici che hanno accompagnato la realizzazione di Britannia.
Tuttavia niente è paragonabile, fino ad ora, al completo disastro che rappresenta questo primo episodio di Troy: Fall of a City, che sicuramente sarà a lungo ricordata, ma non certo per i suoi meriti.
La serie, composta da otto episodi, è prodotta da Wild Mercury in associazione con Kudos e si pone il difficile obiettivo di rappresentare una guerra decennale in sole otto puntate. Uno dei più grandi problemi, visibili subito allo spettatore che non sia cieco, riguarda sicuramente il cast; è vero che vige sempre la massima libertà creativa per ogni prodotto televisivo tuttavia, visto che si sta rappresentando uno dei momenti più importanti dell’Iliade e non Centrovetrine di Canale 5, sarebbe stato il caso di attenersi un minimo al poema omerico. Infatti la scelta di far interpretare Achille, eroe per eccellenza della guerra di Troia, a David Gyasi (Interstellar), attore britannico di origini ghanesi e Zeus ad Hakeem Kae-Kazim (Black Sails), altro attore dalla pelle nera, è fuori da ogni logica umana.  Scegliere due attori di colore per i characters di Zeus e Achille è qualcosa che va oltre il politicamente corretto e la libertà che ogni autore di un prodotto seriale deve avere, ma rappresenta uno schiaffo immenso all’epica omerica.
Lo sgomento per tali scelte è stato grande, tanto che ci sono state petizioni per far chiudere la serie, lettere di protesta dei fan e diversi articoli su importanti quotidiani nazionali che hanno parlato di queste controversie legate alla scelta degli attori. A tal proposito nei panni di Elena e Patroclo si trovano invece rispettivamente Bella Dayne e Lemogang Tsipa, mentre completano il discusso cast di personaggi Menelao (Jonas Amstrong) Agamennone (Johnny Harris), Andromaca (Chloe Pirrie), Odisseo (Joseph Mawle), Priamo (David Threlfall) sua moglie Ecuba (Frances O’Connor) e il Principe Ettore (Tom Weston-Jones).
La storia prende le mosse dall’abbandono del Principe troiano Alessandro, cresciuto da un pastore e ribattezzato Paride (Louis Hunter) che vive tranquillamente la propria vita insieme al padre e ai fratelli. In seguito viene riconosciuto come figlio di Re Priamo di Troia grazie a una voglia sul petto, venuta alla luce dopo un combattimento con il principe di Troia Ettore, ossia suo fratello. La narrazione procede più rapidamente di Usain Bolt in una gara di atletica leggera e un paio di scene dopo il neo Principe, ex pastore, si ritrova in Grecia alla corte del Re di Sparta Menelao e della moglie Elena, con cui scatterà subito la scintilla, la quale poi darà il via alla grande guerra tra Troia e l’intera Grecia.
Purtroppo trovare qualcosa di positivo in questo primo episodio risulta essere un’impresa davvero impossibile; la colonna sonora è a dir poco imbarazzante, per non parlare dei dialoghi osceni, che sembrano scritti da Federico Moccia in stato di ebbrezza. David Farr che ha scritto la sceneggiatura di certo non ha fatto un buon lavoro e il basso budget a disposizione emerge drammaticamente nei costumi e nelle scenografie, eccessivamente dozzinali.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Niente
  • Tutto

 

Con questo primo episodio la nuova serie targata BBC e Netflix si candida senza dubbio a diventare la peggiore serie storica di sempre, insieme a Reign, nonché tra le peggiori in assoluto di questo 2018. Le speranze che lo show migliori nei prossimi episodi sono alquanto improbabili, tuttavia i produttori esecutivi ignari dello scempio a cui hanno dato vita, hanno già dichiarato che si sta lavorando su diverse idee per una seconda stagione, che si spera non venga mai alla luce per la sanità mentale di ogni appassionato di storia del pianeta terra. Complessivamente questo primo episodio merita il minimo dei voti, un Kill Them All più meritato che mai, giudizio che rischia di ripetersi spesso nei successivi sette episodi, se non vi sarà un repentino cambio di rotta. Una cosa è certa, Omero si starà rivoltando nella tomba.

 

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