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The Good Fight 2×09 – Day 464TEMPO DI LETTURA 4 min

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Diane: “You know, my father was a great man. He fought corruption everyday of his life. He said that it made him stronger. He once remarked that’s how you measure the worth of a man: by looking at his foes. Well, I look at our foe and I wonder how people will measure us. We are hoping that a golden shower tape brings down an idiot. Not exactly Woodward and  Bernstein.”
Marissa: “Yes, but still it’s his bathrobe.”

Se c’è una cosa che, arrivati ormai a cinque episodi dal season finale (e con il rinnovo per una terza stagione già in tasca), si può dire con una certa tranquillità è che The Good Fight non è un legal drama qualunque. Questa seconda stagione, in particolare, non sembra appartenere ad un legal drama come tutti gli altri. Lo si poteva facilmente dedurre dalla atipica scelta dei titoli da dare agli episodi della stagione. I coniugi King finora hanno svolto un lavoro eccellente e meritevole di lodi nel gestire gli eventi di attualità americana e non; si è già detto, però, che il loro attingere ai fatti di attualità rappresentasse un rischio per la serie da non sottovalutare. Questo rischio diventa ancora più tangibile quando ci si rende conto che non c’è più una trama orizzontale. Finora non se n’è sentita particolarmente la mancanza, il fatto che si preferisse dare verticalità alla serie, invece di curare la trama orizzontale non ha mai rappresentato motivo di fastidio per il pubblico o sintomo di calo della qualità della serie stessa.
In “Day 464”, però, ci si rende conto in modo quasi violento che un fil rouge che lega gli episodi della stagione c’è e ha un nome ed un cognome: Donald Trump. Non si fraintenda, il lavoro dei King in questo senso è sempre stato molto sottile e bisogna riconoscere loro il merito di non aver mai messo in scena una visione semplicistica dell’intera situazione americana. La serie infatti sembra analizzare vari aspetti della società moderna, offrendo vari spunti di riflessione mai banali o scontati. In quest’ottica va visto e giudicato “Day 464”, anche se forse rappresenta il primo “scivolone” della stagione. Le virgolette sono d’obbligo perché in fin dei conti si parla sempre di un prodotto di qualità. Semplicemente non tutte le ciambelle riescono col buco e questa volta ci si deve accontentare della sufficienza.
“Day 464” è scritto da Robert e Michelle King in persona e la loro firma si percepisce ovunque. Dal punto di vista prettamente formale, infatti, non c’è assolutamente nulla da dire. Le uniche critiche che si possono rivolgere in tal senso riguardano la risoluzione fin troppo frettolosa dell’unico caso legale della settimana, che vedeva come protagonista l’amico di Jay. Risulta abbastanza evidente che tale vicenda è stata inserita con il fine di creare un po’ di scompiglio tra Jay ed Adrian, e soprattutto per mettere sotto i riflettori la campagna elettorale di Colin, oltre ovviamente a fare un po’ di minutaggio che non guasta mai.
Il vero sassolino nella scarpa di “Day 464”, però, è la assoluta centralità data alle vicende legate al presidente degli Stati Uniti. Il modo in cui hanno raccontato la storia del chiacchierato video della “golden shower” è da professionisti, non c’è dubbio. Certe chicche non possono passare inosservate, come la luce gialla che illumina gli spettatori del video (tributo a Pulp Fiction?), il fatto che non si veda Diane assistere al video, che lei si faccia subito convincere della sua non veridicità mentre è proprio Julius, l’unico “trumpiano” dello studio, ad ammettere che il video potrebbe essere vero. Il dialogo tra Diane e Marissa, citato a inizio episodio, fa riflettere e sembra essere una frecciatina a tutti coloro che hanno fatto della lotta contro Trump il loro scopo principale e che sono disposti a tutti pur di screditarlo, anche ad “attaccarsi” a scandali sessuali invece che a ciò che meriterebbe veramente attenzione.
Il vero problema è che dare così tanto spazio a Trump e all’attualità in generale potrebbe risultare fastidioso e ridondante, soprattutto quando va, almeno in parte, a snaturare lo show stesso. Certo, i coniugi King sono bravi e sanno quello che fanno, ma devono stare attenti a non superare il limite.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La vicenda della “golden shower” affrontata in modo non banale e scontata 
  • L’incertezza sull’esistenza del video nella “vita vera” resa perfettamente anche nello show
  • Marissa Gold
  • Trump troppo centrale
  • Risoluzione troppo frettolosa del caso dell’amico di Jay
  • Poco spazio all’aspetto legal

 

The Good Fight è quella serie che riesce ad essere brillante anche nei suoi episodi peggiori.

 

Day 457 2×08 ND milioni – ND rating
Day 464 2×09 ND milioni – ND rating

 

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