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Picnic At Hanging Rock 1×06 – Episode SixTEMPO DI LETTURA 4 min

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Picnic At Hanging Rock chiude la sua mini-esperienza televisiva – dopo quella letteraria e cinematografica, rispettivamente nel 1967 e 1975 – e lo fa bene. Sbilanciarsi così in un giudizio porta il rischio di sconfinare in opinioni puramente soggettive, ma quando uno show riesce a portare a termine le trame in maniera così netta, come in questo episodio, non distaccandosi mai da uno stile straniante, non si può non dire che il lavoro non sia riuscito.
A questo punto si potrebbe obiettare che la trama principale, il fulcro dell’intera narrazione, nonché motore della curiosità spettatoriale in realtà non sia stato risolto (tale obiezione ovviamente potrebbero avanzarla solo neofiti della storia in esame). Sul finale ci torneremo dopo, perché merita un discorso a parte. Indubbio, in ogni caso, che le vicende strettamente umane, più o meno interne al college, aperte con la sparizione delle ragazze, vengano in ogni caso chiuse. Certo, basandosi su un romanzo che ha fatto la storia, non ci si poteva aspettare che ci potessero essere dei vuoti nelle vicende dei vari personaggi, dato che bastava seguire la base cartacea. Tuttavia, come già detto, va apprezzato come un tipo di narrazione assolutamente non lineare – e anche un po’ soporifera, in certi punti degli episodi precedenti – non si rinneghi e continui a procedere fino all’ultimo istante della serie, non disdegnando il continuo utilizzo di flashback per portare le storyline verso le rispettive conclusioni.
Che Dora e il fratello muoiano in un incendio, che la storia passata di Appleyard venga totalmente cancellata dalla rivelazione della morte del marito, che la povera Sara venga ritrovata morta, sono derive dirette di ciò che è avvenuto in precedenza. Lo stile onirico e la comunicazione silenziosa tra i personaggi (il ritrovamento di Sara su tutti è una sequenza di grande intensità) aiuta alla coerenza stilistica di cui si parlava.
E poi c’è la sequenza finale. Lunghissima trasposizione del clima mistico descritto da Joan Lindsay prima e Peter Weir poi, sfruttando il media televisivo come estensione sensoriale di un tipo di storia così suggestiva. La sovrapposizione temporale, tra l’escursione delle ragazze e la scalata di Appleyard, si pone come esaltazione totale del disordine temporale in cui la serie si è mossa. Il montaggio aggiunge quel quid utile a esaltare questa particolare esigenza estetica, interna anche alla storia (come dice uno dei personaggi: a Hanging Rock il tempo non scorre).
Lost ha lasciato strascichi sul dare o non dare risposte e, 8 anni dopo, è stata riproposta su piccolo schermo una delle storie che fa dell’assenza di risposte la sua ragione di successo. Dove sono finite le ragazze scomparse? Non è dato saperlo. O meglio, non era dato saperlo nella versione ufficiale del romanzo e gli autori della serie hanno scelto di seguire questa linea, almeno in parte.
Riavvolgiamo il nastro. La prima versione del romanzo di Joan Lindsay prevedeva 18 capitoli, con l’ultimo che raccontava esattamente cosa succedeva a Marion, Miranda e alla loro insegnante. Con un’abile (e visionaria) mossa commerciale, l’agente della scrittrice decise di eliminarlo, trovando d’accordo la Lindsay che gli chiese di rendere pubblico il diciottesimo capitolo solo dopo la sua morte.
Tutti questi simpatici aneddoti sono facilmente riscontrabili in vari link di appassionati sparsi nell’internet. Non si pensi che il recensore si sia lanciato in approfondite ricerche, per carità. Fatto sta che questo fatidico capitolo (mai pubblicato nel nostro paese) ripercorreva con un flashback i passi delle ragazze tra le rocce, esattamente come accade nel finale di questa trasposizione. Nella 1×06, però, la storia si interrompe, oltre che con il suicidio del personaggio di Natalie Dormer, con le ragazze che sentono arrivare qualcuno. Ovvio che volendo sorvolare sulla storia originale si potrebbe pensare ad un finale aperto, in cui le tre si sarebbero potute trovare davanti ad un eventuale “colpevole”. Secondo il famoso capitolo finale, la persona che si avvicina è in realtà la professoressa McCraw, in stato confusionale e senza memoria. Sarà proprio lei che inviterà le ragazze a lanciare i corsetti nel dirupo (i quali, nel capitolo mancante, restano sospesi a mezz’aria) e ad attraversare una sorta di passaggio spazio-temporale, in una forma di iniziazione esoterica. Una soluzione finale che, nel 2018 e con tanta monnezza televisiva in giro, forse meglio non sia stata mostrata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Stile coerente con il resto della serie, pur portando a termine le storyline
  • La prova attoriale di Natalie Dormer
  • La parziale fedeltà con il diciottesimo capitolo, risparmiando la deriva esoterica
  • L’intera sequenza finale
  • Sequenza tra Dora Limley e il fratello un po’ sopra le righe

 

Un finale che legittima il ritmo onirico e ipnotico del resto della serie. Sicuramente un sentito omaggio a una storia cult che non perde mai il suo fascino, anche più di cinquant’anni dopo.

 

Episode Five 1×05 ND milioni – ND rating
Episode Six 1×06 ND milioni – ND rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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