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12 Monkeys 4×07 – 4×08 – 4×09 – Daughters – Demons – One Minute MoreTEMPO DI LETTURA 7 min

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Emma“I am Emma. I was born with a purpose.”
Hannah“I am Hannah. I was born without a purpose.”

“Daughters”, come si può già intuire dal titolo, si focalizza sui due personaggi di Emma e di Hannah, accomunate dall’essere figlie di due figure importanti e ingombranti quali Olivia e Katarina, ma distanti sotto tanti altri aspetti, come non mancano di sottolineare già le battute che aprono la puntata: Emma è stata generata volontariamente, con lo scopo ben preciso di carpire da Elliot Jones i segreti per ultimare Titan, mentre Hannah è nata per “sbaglio”, frutto di una gravidanza indesiderata che ha mandato all’aria un matrimonio e che tuttavia Katarina non ha voluto interrompere; Emma è cresciuta in solitudine, con la sola compagnia di un maestro incaricato di indottrinarla, mentre Hannah anche dopo essere stata separata dalla madre ha trovato una sorellanza in cui crescere; Emma, agli occhi di Olivia, è un semplice strumento e può essere trattata come un qualsiasi sottoposto, mentre Hannah è un essere umano in cui Katarina ha riversato amore e speranze.
Non è un caso che Olivia, per torturare la prigioniera e farsi rivelare dove si trova l’arma forgiata per distruggerla, usi continuamente visioni della morte di Hannah; ma non c’è niente da temere, se la Jones cede è solo perché tutto fa parte del suo progetto per creare un’ancora temporale che permetta a Cole, Cassandra e Jennifer di essere dislocati nel 1491, cosa altrimenti impossibile per via del ridotto raggio d’azione della loro macchina del tempo. Tornando alle due ragazze, pur nelle loro vistose differenze i loro percorsi sono destinati ad incontrarsi in una maniera a dir poco sorprendente, nel finale dell’episodio, quando si scopre che Emma è nientemeno che… rullo di tamburi… Marion Woods, ossia la madre di Cole! Il che farebbe del nostro eroe il nipote del villain! In realtà le cose stanno diversamente, ma per scoprirlo bisogna attendere il nono episodio.
Passiamo per ora a “Demons”. Finalmente arriva il momento del tanto atteso viaggio nel 1491 e per la prima (e probabilmente ultima) volta 12 Monkeys approda nel Medioevo… o meglio in quella fase di transizione tra Medioevo ed Età moderna, ma inoltrarsi in discussioni sulla periodizzazione storica esula a dir poco dall’argomento di questa recensione. Lo schema narrativo dell’episodio non è nulla di nuovo: i nostri eroi arrivano in un dato anno, si cacciano nei guai con gli abitanti del posto, trovano qualcuno che li aiuti, hanno uno scontro con i cattivi, riescono a scamparla ma non giungono a una risoluzione definitiva del problema. Roba già vista, per limitarsi a questa stagione, già in “Legacy” e “After”. Non mancano nemmeno le solite battute di Jennifer a base di cultura pop, tra la saga videoludica di Zelda e quella cinematografica del Signore degli Anelli (peraltro già oggetto di citazioni spassionate in Memory of Tomorrow).
Tuttavia, a rendere “Demons” un episodio di ben altra caratura è la morte di Deacon. La dipartita di uno dei protagonisti della serie, presenza fissa fin dalla prima stagione dapprima come villain, poi come aiutante e membro dello Splinter Team, poi ancora come apparente villain e infine come alleato doppiogiochista, è un bel colpo per lo spettatore, anche se a dire la verità Deacon la morte se l’è meritata nel momento in cui ha parlato male di Tolkien. Scherzi a parte, la sua uscita di scena è un momento piuttosto toccante, anche se purtroppo l’effetto sorpresa è stato praticamente nullo a causa di quel senso di condanna imminente che ha gravato sul personaggio per tutta la puntata e che si palesa soprattutto nella scena in cui dona a Jennifer il proprio pugnale.
A rendere ancora più cupa la situazione è la distruzione dell’arma che i nostri eroi finalmente riescono a trovare ma non a utilizzare, a causa dell’intervento provvidenziale di Andrus, un Fondamentale al servizio di Olivia che in un altro momento della serie sarebbe stato preferibile lasciare in vita ancora per qualche episodio e sviluppare meglio, viste le potenzialità del personaggio, mentre a un passo dal finale i tempi ormai ridotti ne hanno resa necessaria l’eliminazione entro la fine dello stesso episodio in cui è stato introdotto. Chi è appassionato di serie in costume potrebbe essere contento di riconoscere nel cast Donald Sumpter, alias il maestro Luwin nelle prime stagioni di Game of Thrones, e Simon Merrels, ossia l’interprete di Tancrede in Knightfall e prima ancora Crasso in Spartacus, qui nei panni del già citato Andrus.
Chiude questo terzo trittico stagionale di episodi “One Minute More”, sicuramente il migliore dei tre e finora dell’intera stagione. La puntata si apre col mistero della spirale di segni indecifrabili disegnata da Jennifer nell’apparente delirio post-morte di Deacon e che tuttavia si rivela essere uno schema ordinato di coordinate temporali: per la precisione, coordinate di tutti i salti compiuti dallo Splinter Team ad eccezione di una, che è quella in cui Katarina decide di mandare James e Cassie. Come il mitico uroboro che si morde la coda e che simboleggia la ciclicità del tempo, la serie mandata in onda da SyFy a un passo dalla fine torna alla propria origine, ossia allo scoppio di quella fatidica pandemia che ha dato il via all’intera vicenda raccontata in questi quattro anni. Se da un lato ciò offre la possibilità di riportare in scena ancora una volta vecchi personaggi ed elementi della narrazione quali il Tall Man e il cadavere da cui è stato estratto il virus originario, dall’altro il ritorno nel 2017 è l’occasione perfetta per piazzare un paio di colpi di scena narrativamente pregevoli, a cominciare da quello riguardante il ruolo ricoperto da Cole e Cassie nello scoppio dell’epidemia: qui la novità non sta tanto nella scoperta dell’ennesimo loop – quella ormai è roba di ordinaria amministrazione in 12 Monkeys – quanto nel fatto che i due eroi si trovano costretti, per non alterare la casualità e continuare la lotta contro Olivia, a liberare il virus mortale dopo aver recuperato l’ultimo campione superstite, sacrificando senza alcun piacere la vita di miliardi di persone in nome di una missione ben più importante quale la preservazione dello spazio-tempo.
Il secondo colpo di scena riguarda l’identità della madre di Cole: se “Daughters” lasciava supporre che fosse Emma e “Demons” confermava questa impressione, “One Minute More” rimescola le carte in tavola e con una piroetta narrativa fa sì che a generare il prescelto sia Hannah, facendo così di Katarina la nonna del nostro eroe. Non capita tutti i giorni di trovare una serie che prima ti fa credere che il protagonista sia figlio della figlia del nemico e poi ribalta completamente la situazione, non trovate? E come Deacon solo un episodio prima, anche Hannah esce di scena, questa volta compiendo il gesto che ogni madre compirebbe per il proprio figlio, beccandosi un proiettile al suo posto e morendo fra le sue braccia, mentre la grande rivelazione sul loro legame di sangue è affidata a una lettera della donna che dà vita a una scena parecchio struggente, così come particolarmente commovente è la riunione familiare tra Cole, Hannah e Katarina. Insomma, feels a gogò ad un passo dal finale.
Siccome non c’è due senza tre, non manca in chiusura un terzo plot twist, ancora una volta su James Cole, ma ancora più devastante dei due precedenti: le coordinate scritte da Jennifer non vogliono indicare il momento in cui spedire i nostri eroi per fermare definitivamente Olivia, ma sono semplicemente una lista dei punti dello spazio-tempo in cui Cole si è trovato a esistere; la macchina che i Fondamentali avevano costruito e che era stata distrutta da Andrus, dunque, non aveva altro scopo che cancellare dall’esistenza Cole stesso. Così l’eroe si rivela essere il demone della filastrocca e l’unico modo per salvare lo spazio-tempo è eliminarlo: con una rivelazione del genere l’hype per il doppio episodio finale non può che schizzare alle stelle.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le storie prima parallele e poi perpendicolari di Emma e Hannah
  • Il viaggio nel XV secolo
  • Cole e Cassy responsabili della pandemia
  • Cole figlio di Emma Hannah e nipote di Olivia Katarina
  • La riunione familiare tra Cole, Hannah e Katarina
  • Colpo di scena finale su Cole
  • Deacon che parla male di Tolkien
  • Morte di Deacon abbastanza prevedibile, soprattutto dopo il dono del coltello

 

Ancora una volta 12 Monkeys convince non poco mettendo in scena una storia complessa ricca di colpi di scena che non risultano mai forzati o artificiosi, spingendo inevitabilmente a chiedersi perché un prodotto del genere abbia così poca rilevanza rispetto a show ben più blasonati ma anche più vuoti. Le avventure di Cole e Cassie, di Katarina e Jennifer si avviano alla conclusione e se le premesse sono queste il finale non potrà che essere una gran bella pagina di televisione.

 

Die Glocke 4×06 0.26 milioni – 0.1 rating
Daughters 4×07 0.29 milioni – 0.1 rating
Demons 4×08 0.24 milioni – 0.1 rating
One Minute More 4×09 0.25 milioni – 0.1 rating

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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