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Poldark 4×04 – Episode 4TEMPO DI LETTURA 6 min

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“Empty spaces, what are we living for?
Abandoned places, I guess we know the score
On and on, does anybody know what we are looking for?
Another hero, another mindless crime
Behind the curtain, in the pantomime
Hold the line, does anybody want to take it anymore?
The show must go on
The show must go on, yeah
Inside my heart is breaking
My make-up may be flaking
But my smile still stays on”
[Queen – The Show Must Go On]

Perché una recensione di Poldark dovrebbe aprirsi con il testo di una delle canzoni più belle e celebri della più grande band di tutti i tempi? Semplicemente perché in quelle parole è racchiuso il senso di un po’ tutta la saga di Graham Winston e dei suoi adattamenti televisivi, e in generale di tutta l’esistenza umana: andare avanti dopo ogni difficoltà, avere la forza, il coraggio e la volontà di rialzarsi dopo ogni caduta, non importa quanto rovinosa sia. Non è facile, non è indolore, non è nemmeno un processo immediato, ma va fatto.
Lo sa benissimo George Warleggan, personaggio sì moralmente abietto, ma capace come pochi altri di reagire ad ogni sconfitta perché animato, oltre che dall’odio viscerale verso i Poldark, da quella voglia di rivalsa e di successo che solo un uomo di umili origini può provare. Per tutta la vita George si è vergognato della sua provenienza sociale, al punto da vedersi come un uomo pubblicamente ed economicamente realizzato nonostante non fosse nobile; adesso, invece, ha aperto gli occhi e ha capito di essere quello che è proprio perché non è un nobile, non è cresciuto nella bambagia, non ha avuto fin dalla nascita tutto ciò che poteva desiderare e ha dovuto lottare, intrigare, sporcarsi le mani per ottenerlo. “Now I think it has given me sinew and a disinclination to be beat” dice esplicitamente alla moglie Elizabeth ed è vero, anche se purtroppo non gli ha dato anche l’empatia nei confronti di quel popolino da cui proviene e che invece, paradossalmente, l’aristocratico Ross possiede in gran copia.
George Warleggan è la perfetta incarnazione di quella borghesia che nel corso dell’età moderna si è ritagliata sempre più spazio e sempre più potere a scapito di un’aristocrazia molle, soddisfatta, priva di stimoli a fare di meglio, fin troppo convinta di meritarsi onori e cariche politiche per diritto divino o di sangue. Un’ultima nota su George: vederlo insegnare al “figlio” Valentine i rudimenti dell’economia con una certa affettuosità fa tenerezza, nonostante si stia parlando del villain principale.
Che si debba andare avanti sempre e comunque lo sa anche Ross, ovviamente, anzi l’ha sempre saputo e ne ha sempre dato prova in queste quattro stagioni, ma in “Episode 4” queste convinzioni vacillano pericolosamente sotto i colpi dell’avversa sorte su ogni fronte. L’allagamento della miniera, il rapporto ancora pieno di ombre e dubbi con Demelza, l’assenza di qualsivoglia successo in Parlamento sono tutti eventi che farebbero crollare molti uomini, mentre le raccomandazioni di lord Falmouth sono una doccia fredda che riporta l’idealista alla realtà meschina e abietta di una politica che si disinteressa dei poveri e dei meno abbienti. Vedremo cosa gli riserverà il ritorno a Londra e soprattutto come si evolveranno le cose in Cornovaglia senza di lui.
La vita va avanti anche per Drake, anzi finalmente il giovanotto sembra essersi lasciato alle spalle l’amore sfortunato e senza sbocchi pratici per Morwenna. Se nella scorsa puntata le manovre di Demelza-Cupido per spingerlo tra le braccia di Rosina sembravano essere fallite miseramente, adesso da parte del più giovane dei fratelli Carne c’è un atteggiamento diverso, un vivo interessamento per la ragazza. Drake potrebbe finalmente approdare a quel diritto alla felicità che invece sembra negato a Sam, che vede ritornare Emma Tregirls solo per sentirle dire che sposerà un altro uomo, pur amando il predicatore metodista. Ancora una volta, purtroppo, il dramma amoroso tra i due non coinvolge più di tanto: tutta la vicenda si basa, più che su interferenze esterne come nel caso di Drake e Morwenna, sulla psicologia di personaggi a cui è stato sempre concesso troppo poco minutaggio perché apparissero vivi e tridimensionali. Minutaggio che invece non manca al reverendo Osborne, diviso tra la relazione adulterina con la cognata sempre più arrivista ed il tentativo, per ora fortunatamente fallito, di far internare la moglie per presunti problemi psicologici.
Infine, la vita non può non andare avanti per Dwight e Caroline, colpiti dalla peggiore sciagura che possa capitare a due genitori. Sciagura che la bella ereditiera affronta con la sua solita compostezza, rifiutando la compagnia di Demelza proprio perché sostiene che la rossa non si controllerebbe e farebbe cedere anche lei; ma dietro quel contegno aristocratico non si fatica a intravedere il dolore di una donna che, madre senza volerlo, aveva finito inevitabilmente per affezionarsi alla creaturina messa al mondo e la tiene stretta tra le braccia fino alla fine, anzi persino dopo la morte. E’ Dwight, invece, a lasciarsi andare ad un pianto liberatorio nell’abbraccio di Ross, l’amico che può ben capire cosa prova in quel momento perché anche lui ha perso una figlia neonata, quella Julia il cui fantasma ha aleggiato più di una volta su questa quarta stagione. Il dottor Enys sperimenta il dramma del genitore ma anche del medico che ha sempre dato tutto se stesso per i propri pazienti (la ferma opposizione alle scellerate richieste del reverendo Whitworth e la rianimazione di Bobby dopo il disastro della miniera lo sottolineano abbondantemente) e che paradossalmente deve arrendersi e riconoscere i limiti della propria scienza quando ad essere in pericolo di vita è la figlia. Certo, la mortalità infantile all’epoca era altissima, ed è la stessa Caroline a farlo notare in un disperato tentativo di dare un senso a quanto accaduto, di rendere meno straziante il dolore accettando il fatto di non essere la prima né l’unica madre a cui è successo; ma ciò non rende l’accaduto meno devastante, non chiude affatto la ferita aperta nel cuore suo e del marito. Vedremo se almeno la momentanea separazione dei due avrà l’effetto sperato, perché questi poveri personaggi di Poldark un minimo di felicità la meritano assolutamente… tranne George e Osborne, ovviamente!

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • George Warleggan che finalmente vede nelle proprie origini qualcosa di positivo
  • Le scene tra George e Valentine
  • Drake che finalmente pensa a rifarsi una vita
  • L’impeccabile deontologia del dottor Enys
  • Il contegno di Caroline
  • Ross Poldark torna a Londra!
  • La storia di Sam ed Emma

 

Prima legge di Poldark: se qualcosa sembra andare per il verso giusto, andrà sicuramente per il verso sbagliato.
Seconda legge di Poldark: se qualcosa sta andando male, sicuramente andrà ancora peggio.

 

Episode 3 4×03 ND milioni – ND rating
Episode 4 4×04 ND milioni – ND rating

 

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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