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Castle Rock 1×09 – Henry DeaverTEMPO DI LETTURA 6 min

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Castle Rock svela finalmente le proprie carte e decide di iniziare, ad un solo episodio dalla sua conclusione, a spiegare chi esattamente sia il misterioso ragazzo ritrovato nei sotterranei dismessi della prigione di Shawshank. Ma il personaggio portato in scena da Bill Skarsgård aveva già risposto alla domanda relativa alla sua identità ancora nel primissimo episodio: il suo nome è Henry Deaver.
Ed ecco quindi che per cercare di rendere tale risposta comprensibile e dotata di un vero e proprio senso logico, la serie decide di togliere il velo sulla propria costruzione narrativa basata su universi paralleli ed alternativi. Un Henry è già stato ampiamente analizzato nelle puntate fin qui andate in onda ed è quello trasposto da André Holland fino ad ora: il passato, le problematiche familiari e le relazioni sociali con gli altri vengono mantenute in modo identico e lineare per Henry (tra un universo e l’altro), a cambiare è soltanto la sua persona fisica. E la sequenza temporale di Castle Rock.
Prima di affrontare tale punto, però, cerchiamo di fare ordine e di spiegare concettualmente cosa è accaduto il giorno della scomparsa di Henry.

Universo A


Un giovane Henry Deaver, durante una nottata fuori nei boschi con il padre adottivo, scompare misteriosamente senza lasciare alcuna traccia e ricomparendo solo molti giorni dopo nei pressi del lago ghiacciato (la scena con la quale eravamo stati introdotti alla serie in “Severance”).
Ventisette anni dopo, nei sotterranei della prigione viene ritrovato una cupa figura che a fatica riesce a proferire parola ed alla domanda relativa alla sua identità risponde con “Henry Deaver”.
Da qui, è proseguito il racconto della storia della serie. Una storia che questo nono episodio è deciso a riscrivere, a ricostruire ed a ribaltare in ogni suo piccolo aspetto. Perché Henry Deaver è davvero Henry Deaver, ma non è l’unico a quanto pare.

Universo B


È l’universo che la puntata decide di introdurre e di analizzare velocemente (saggia decisione, visto e considerato che molte delle scene sono andate a ricrearsi pari pari). Durante una visita alla casa del propria infanzia a Castle Rock, nel 2018, l’Henry di questa realtà scopre nello scantinato della casa un bambino rinchiuso in una gabbia. Un dejavù corre subito alla mente dello spettatore che non può non riconoscere in quella gabbia quella già apparsa in precedenza, nei sotterranei della prigione. Ecco quindi che ogni tassello del puzzle riesce a trovare in questo complicato schema narrativo la propria posizione: il bambino ritrovato altro non è che il giovane Henry scomparso nell’universo A e qui bloccato da oltre 27 anni; nel successivo (e finale) tentativo di fuga, Henry-A fa ritorno al proprio mondo e ricompare in scena sul lago ghiacciato, mentre Henry-B riesce in qualche modo ad intrufolarsi in un universo alternativo che non lo riguarda minimamente e che lo vede bloccato forse per l’eternità in un mondo che non può riconoscerlo e dove non può rimanere.
Più avanti verrà imprigionato da Lacy e rinchiuso nel sotterraneo della prigione, con complicità dello sceriffo Pangborn.
Assume quindi tutto un altro significato l’alone di morte e distruzione che Henry-B sembra portarsi appresso ovunque lui si rechi: la sua presenza in questa linea temporale rappresenta una anomalia, un errore generato dal caos che la natura sembra desiderosa di correggere in qualche modo, forse andando a ristabilire ordine portando alla pazzia determinate persone e facendone morire altre. Per Henry-A accadde la stessa identica cosa nell’universo B (l’incendio da lui stesso appiccato).
Le diverse linee temporali e la loro differente costruzione (in quanto ad eventi storici avvenuti) viene correttamente presentata da Lacy durante il secondo episodio e dal Reverendo Matthew durante il prologo di questo nono. Di seguito i due monologhi in cui tali differenze vengono evidenziate.

“People think we’re just one of those dead towns they’ve heard about. A run of bad luck, worse judgment, broken promises. We know different, don’t we? It’s not luck. It’s a plan. And not God’s, either. Remember The Dog? The Strangler? Sure you do. How about all the others that didn’t make headlines? Nineteen sixty-one.
It was the fall after they found that boy’s body out by the train tracks. I took a hard hit. Almost didn’t make it home. Turned out, I wasn’t the one people needed to worry about. My younger brother was. That was my first taste of what this town could do to someone. Take any house in this town. Hell, take mine. Every inch is stained with someone’s sin. I lie awake at night thinking about all the blood spilled under my roof alone. People say, “It wasn’t me. It was this place.” And the thing is… they’re right. Parole board may run long. I wouldn’t wait up. I used to get down on my knees… and ask God to show me my purpose. With all the guile of hell arrayed against this town, what can one decent man do? “Let me stand athwart the doorway,” I told Him. But God… he doesn’t take requests. So I waited… for years… for instructions. And then, one day… one beautiful day… God answered.” (Dale Lacy 1×02 – Habeas Corpus)

“God turned His back on this place. Abandoned us… that’s what people say. Or they say He’s punishing us for our sins, like Sodom and Gomorrah. You remember the helicopter crash. How about the school bus? People say, “It wasn’t me!” “It was this place.” And the thing is… they’re right. When I was a boy my mother told me a story about resurrection. She was young alone and convinced the Devil had a hold of me. And maybe he did. Or maybe he had a hold of my mother. But then a miracle happened. The Lord, He saved both of us that day. He brought me back from the dead, like His only son. I dedicated the rest of my life to His grace, to fighting this great battle, to hearing His voice. “Let me stand athwart the door,” I told Him. But God, He doesn’t take requests. So I waited… for years… for instructions. And then one day… one terrible day… God answered.” (Matthew Deaver 1×09 – Henry Deaver)

È da sottolineare, oltretutto, come l’accettazione del fantomatico messaggio di Dio venga accolta in maniera differente tra Lacy e Matthew: il direttore (Universo A) lo etichetta come bellissimo, mentre il Reverendo (Universo B) come orribile.
Un dettaglio che potrebbe risultare fondamentale per il finale, ma che sicuramente doveva essere evidenziato. Se quindi l’obiettivo ultimo è riportare equilibrio nel caos temporale creatosi, c’è da capire come ogni Henry possa finalmente far ritorno al proprio universo di appartenenza e se tale ritorno debba coinvolgere persone esterne (Molly su tutte).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Rappresentazione dei due universi alternativi
  • Bill Skarsgård
  • Henry Deaver
  • Ricollegamento ad episodi precedenti e fatti già più volte analizzati
  • Legame tra il monologo di Lacy e quello del Reverendo
  • Qualche piccolo rallentamento e qualche piccolo dettaglio, sì, ma la benedizione è dietro l’angolo

 

Castle Rock continua ad inanellare ottimi episodi con una resa scenica e narrativa d’altissimo livello.

 

Past Perfect 1×08 ND milioni – ND rating
Henry Deaver 1×09 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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