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Kidding 1×04 – Bye, MomTEMPO DI LETTURA 5 min

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Un dato di fatto per certi versi allarmante, riscontrato pesantemente nelle ultime stagioni televisive, è stato l’allontamento di gran parte dei prodotti dalla comedy. Se volessimo porre un inizio a questo fenomeno e collocarlo esattamente in un periodo storico in maniera più o meno affidabile, l’origine di questa tendenza si potrebbe posizionare a metà 2010, anno in cui Louis C.K., uno dei più famosi comici stand-up dei nostri giorni, fece partire uno show televisivo a lui dedicato denominato Louie.
In realtà lo show non ha dato origine alla black comedy dal nulla, tuttavia ha contribuito alla netta e progressiva trasformazione dei prodotti e all’avvicinamento ad uno stile che, come la family comedy, ha vissuto un periodo di rinascita. Molti show attualmente in produzione, da Atlanta a Insecure passando per Transparent, hanno adottato molte prerogative della black comedy, perdendo quello che avevano di classico e trasformandosi in alcuni casi (come ci ha simpaticamente ricordato Colin Jost agli Emmy) in “just a drama that’s 30 minutes long”. Addirittura è stato possibile assistere a casi ancora più estremi di show in teoria di stampo più votato alla comedy tradizionale cambiare pelle nel corso di una o più stagioni: è il caso ad esempio di Silicon Valley, contraddistinta a dire il vero da un’eccezionale varietà di elementi in tutto il suo arco vitale, e dell’ultima stagione di Black-ish, che ha toccato tasti che solitamente una family comedy non va ad accarezzare, o comunque lo fa in maniera molto più soft, come il difficile rapporto che ha portato i protagonisti a sfiorare il divorzio.
In questo contesto la nascita di Kidding, uno show che utilizza elementi della cringe comedy e dello shock humour a seconda delle necessità del momento mescolandole molto bene con la black comedy di base, sembra l’ideale per uno show di successo. Con l’aggiunta del “nuovo personaggio” Jim Carrey, meno sregolato e pazzo di quello visto nei suoi film e più vicino ad una figura paterna sia nella vita sia sullo schermo, Showtime ha messo tutte le carte al posto giusto e dopo un buono, ma non eccellente, inizio ha tirato fuori quello che è stato senza ombra di dubbio il miglior episodio fino ad oggi.
Il contesto della puntata è abbastanza semplice e anche molto comune da leggere, fattore che permette allo spettatore l’immedesimazione massima nel personaggio di Jeff, difficile da ritrovare a dire il vero fino ad oggi. E se è vero che non è una necessità assoluta immedesimarsi in un protagonista, certamente per chi guarda è un aiuto a volte determinante al fine di tuffarsi definitivamente nello spirito dello show. Il momento che il personaggio sta attraversando è di quelli delicati e banali allo stesso tempo, attende infatti che una ragazza con cui ha passato una notte nella puntata precedente lo richiami, la situazione lo coinvolge pesantemente, non solo per l’ovvia situazione emotiva ma soprattutto perché lo spirito del suo programma televisivo, che cerca in ogni modo di non perdere e di diffondere all’interno della sua vita di tutti i giorni, lo sta lentamente e inesorabilmente abbandonando. Jeff sta iniziando a capire che il percorso che sta seguendo e la fiducia che ripone negli esseri umani non è l’ideale giusto e immutabile che si era immaginato.
Non volendo cadere nel tranello però il personaggio di Jim Carrey cerca di autoconvincersi che la mancata riposta di Vivian, una malata di cancro che vivrà per soltanto sei settimane, non sia frutto della cattiveria o del menefreghismo, arrivando a pensare ad un problema al cellulare. Per quanto le indicazioni portino in una direzione opposta l’ottimismo del protagonista non cambia e l’intervento di Jill, l’ex moglie che lui venera ancora profondamente, porta ad una sorta di catarsi e a quella che senza ombra di dubbio possiamo indicare come la migliore scena dello show fino ad oggi, alimentata da una recitazione sincera e coinvolta da parte di uno strepitoso Jim Carrey.
Il dialogo tra i due sprigiona la potenza dei sentimenti che la serie, come il protagonista, cerca il più possibile di lasciare fuori dallo schema narrativo. La negatività che Jeff prova a chiudere a forza dentro gli viene sbattuta in faccia dalla moglie con un’energia tale da sconvolgerlo, sputando con quella forza tutte le verità che il marito cerca di evitare. Jill non vuole passare come la cattiva della situazione, vuole semplicemente fargli capire che il mondo non è il posto rose e fiori che vive nel suo immaginario e nel suo programma.
Le prime lacrime di Jeff vengono spente dalla risposta di Vivian che, in un incredibile quanto assurdo caso, si era veramente ritrovata con un cellulare difettoso tra le mani. Niente cambia però nell’immaginario successivo del personaggio, il suo crollo mentale non è lontanissimo da quello che l’episodio ci ha mostrato e il paragone di Seb con una bomba a tempo pare azzeccatissimo e perfettamente calato all’interno del contesto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • “It’s not a circle it’s a hole”
  • La positività di Jeff messa in dubbio
  • La fiducia riposta nell’essere umano e il dubbio come significati di fondo
  • Il paragone tra Jeff e la bomba a tempo
  • La possibilità di vivere la situazione a 360 gradi in relazione col personaggio
  • Dialogo Jeff-Jill
  • Recitazione di Jim Carrey
  • Il riferimento a RoboCop perfetto nel contesto
  • Poco tangibile il contributo della parte comedy
  • Niente altro in particolare, episodio veramente straordinario

 

Dopo il buon esperimento di I’m Dying Up Here, Jim Carrey è tornato con un’altro show di buona fattura mettendo sul piatto tematiche interessanti ed accattivanti. Per la natura dei comedy show attuali Kidding si presenta veramente bene e con questo episodio ha tentato un salto nel buio difficile ma decisamente riuscito.

 

Every Pain Needs A Name 1×03 0.3 milioni – 0.1 rating
Bye, Mom 1×04 0.2 milioni – 0.1 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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