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The Haunting Of Hill House 1×06 – Two StormsTEMPO DI LETTURA 5 min

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Nella prima metà di stagione, The Haunting Of Hill House si è dimostrato essere un prodotto decisamente solido, in grado di rielaborare un grande classico con rispetto e intelligenza, creando una storia intrigante e ben costruita (e, cosa più importante, in grado di valorizzare la componente horror senza scadere nelle esagerazioni e nelle banalità che troppo spesso, negli ultimi anni, hanno rappresentato il leitmotiv della maggior parte dei prodotti appartenenti a questo genere). Per una serie di ragioni, questa sesta puntata poteva essere considerata, a tutti gli effetti, come una prova cruciale per lo show di Mike Flanagan.
L’episodio, infatti, non solo inaugura la seconda parte del ciclo di episodi, segnando quindi l’avvicinarsi al finale di stagione (o di serie, Netflix non si è ancora espressa in proposito), ma è anche il primo a non essere vissuto dal punto di vista di uno dei protagonisti. La trama orizzontale, infatti, era ferma dal finale del primo episodio, quando Steven apprende dal madre della morte di Nellie. Da quel momento in poi, Flanagan si è preoccupato di dare tridimensionalità a tutti i figli dei coniugi Crain, mostrando sia (alcune) vicende della loro permanenza a Hill House, sia un breve riassunto di quanto accaduto loro dopo la morte della madre. Giunti al sesto episodio, era necessario rimettersi in marcia e affrontare le conseguenze scaturenti dalla morte di Nellie, prima fra tutte il far riunire i membri della famiglia sotto lo stesso tetto.

Hugh: “I don’t really know what to say really. Other than you know, to see all of you in the same room. Well, not all. I’m just sorry that we have to be here under Neither can I. Look at them, they’re all grown up. What? Hmm? Under these circumstances, that we have to be here under these circumstances”
Steven: “Wow, well put. You want to do the eulogy tomorrow?”

Generalmente, avere tutti i membri di una famiglia riuniti non è un evento straordinario, anche in caso ciò accada in situazioni tragiche (come, per l’appunto, la morte di una persona cara). Il caso dei Crain, però, è totalmente diverso, e non può che essere così. Molto probabilmente, questa potrebbe essere la prima volta in cui si trovano tutti in una stanza dai tempi della fatidica notte, quando Hugh mise i suoi figli in macchina e li accompagnò in un motel, nell’attesa dell’arrivo della zia. Logicamente, i due sceneggiatori di questo episodio hanno deciso di dare ampio risalto agli inevitabili risentimenti e rancori tra i vari membri della famiglia; molto azzeccata, ad esempio, è stata la scelta di non mostrare i figli compatti nel rinfacciare al padre i suoi vari errori e l’ambiguità riguardo alla morte della loro madre. Come mostrato nei vari flashback, infatti, i cinque quattro fratelli hanno avuto più di un diverbio, quasi tutti inerenti la questione dei diritti d’autore sul libro di Steven.
Parlando del primogenito Crain, appare sin da subito ovvio come lui sia il più arrabbiato nei confronti del padre (del resto, essendo il più grande, è anche quello che ha vissuto la vicenda da una prospettiva più adulta; inoltre, probabilmente si sente più tradito dai silenzi e dalle omissioni del genitore dato che, come emerso dai flashback di questa puntata, era il figlio più legato a lui, e pensava di essere coinvolto maggiormente). Steven non riesce, però, ad imporsi come perno della famiglia, come punto di riferimento per gli altri. La sua leadership, contestata da Shirley, ha lo scopo di scoperchiare il vaso di Pandora dei diritti d’autore. Le confessioni di Theo e Kevin pesano come macigni, e non potranno che avere conseguenze rilevanti nelle prossime puntate.

“Hey! Liv. How the hell did you Liv, you better stay away from these windows. This storm’s getting really Liv! Get away from the window Jesus Christ! Liv! Jesus! Liv. – What the hell? – Honey? Are you okay?”

Un grandissimo pregio di questo episodio è quello di riuscire a combinare perfettamente i due aspetti principali della serie, ossia l’horror e il family drama. In una puntata molto sbilanciata dal secondo punto di vista, si è riusciti comunque a mostrare elementi cruciali nella definizione di quanto accaduto a Hill House. Usando, in modo molto ingegnoso, il paragone tra la tempesta alla vigilia del funerale di Nellie e quella avvenuta decenni prima, gli sceneggiatori hanno mostrato per la prima volta un elemento fondamentale. Che anche Olivia vedesse spettri e fantasmi era abbastanza logico, ma vedere questo aspetto rappresentato sullo schermo è senza dubbio di grande importanza. Andrà ora approfondita la dinamica che la porta a cadere in uno stato di trance. Quella scena, infatti, non può che richiamare l’incredibile finale della quinta puntata, con il ballo di Nellie e il suo successivo suicidio, “indotto” dalla proiezione della madre. Appare sempre più chiaro, infatti, come Nellie e Olivia fossero legate dallo stesso destino e dalle stesse peculiarità. A Mike Flanagan l’onore e l’onere di dissipare del tutto la matassa e di mostrare le vicende avvenute nella casa nella sua interezza, probabilmente coinvolgendo anche i personaggi ormai adulti. Sarebbe alquanto bizzarro, infatti, arrivare al termine della stagione con uno Steven ancora scettico riguardo alla presenza del soprannaturale.
Menzione finale, assolutamente meritata, per la regia (anche questa di Mike Flanagan), semplicemente eccezionale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La regia
  • La sceneggiatura
  • Mike Flanagan
  • Puntata simile ad un bottle episode
  • I diverbi tra i Crain
  • Lo stato di trance di Olivia
  • Nellie invisibile
  • Nulla

 

The Haunting Of Hill House è uno dei migliori prodotti dell’anno, e merita tutte le benedizioni possibili. Ci scusiamo per la brevità del commento finale ma, di fronte ad un episodio simile, perfino per noi è difficile trovare le parole adeguate.

 

The Bent-Neck Lady 1×05 ND milioni – ND rating
Two Storms 1×06 ND milioni – ND rating

 

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

1 Comment

  1. Menzione massima e assoluta a degli attori capaci di girare una scena lunga 17 minuti senza mai staccare la camera o le inquadrature. A memoria non ho mai visto una cosa simile in vita mia. Eccezionale.

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