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DC’s Legends Of Tomorrow 4×06 – Tender Is The NateTEMPO DI LETTURA 4 min

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“I need a Marcel!”

Asserragliatasi nelle sue storyline verticali di puntata, DC’s Legends Of Tomorrow si lancia in quello che sembra, a tutti gli effetti, un classico episodio natalizio, un po’ in anticipo sui tempi (ma d’altronde signora mia ormai le luminarie ci sono già ad ottobre e i negozi hanno già messo fuori le luci, e non ci sono più i valori di una volta, ah il capitalismo…).
L’atmosfera spensierata e intrisa di buone intenzioni e sentimenti rende infatti “Tender Is The Nate” un episodio di raccordo che serve semplicemente ad alleggerire le tensioni di tutte le storylines orizzontali e a regalare un po’ di sano cazzeggio divertimento al proprio pubblico.
Non che nell’episodio manchino alcuni momenti cruciali che lo spettatore aspettava da tempo. La reunion tra Nate e Amaya, per esempio. O meglio, tra Nate e Charlie-sotto-forma-di-Amaya, che dà luogo a un momento veramente comico e commovente allo stesso tempo, forse il migliore della puntata. O i continui battibecchi tra i due Heywood (Nate ed Hank) che rappresentano, in questo episodio, il vero motore di tutta la narrazione.
L’attenzione verso questi aspetti viene però oscurata da quello che sembrerebbe un remake non dichiarato di Midnight in Paris di Woody Allen.
Come nel film, infatti, le Leggende si trovano catapultate nei Ruggenti anni 20, quando la capitale francese era il rifugio ideale per tutti gli artisti/anime perse del periodo, altrimenti noti come la Generazione perduta.
Artisti che compaiono tutti rigorosamente all’interno dell’episodio, nello stesso identico ordine in cui comparivano anche nella pellicola (rispettivamente Salvador Dalì, Hernest Hemingway e i coniugi Fitzgerald). Una scelta che non può assolutamente essere casuale, anzi è un dichiarato omaggio al film e relativo hype che certamente suscita ancora quell’epoca nella mente dello spettatore.
L’episodio diventa ben presto una parodia di tali figure storiche e letterarie (come poi era anche il film di Woody Allen) e un facile modo per inserire battute e freddure di tipo storico-citazionista.
Tutti elementi che concorrono a rendere godibile l’episodio senza appesantire troppo la narrazione. C’è persino il tempo per una rivisitazione del mito del Minotauro, con una spiegazione analitica di Charlie che sa molto di teoria freudiana.
Quello che manca però è tutto il resto: a cominciare dalla storyline orizzontale che si sta sempre più perdendo (e John Constantine che viene sempre più relegato come comparsa semi-comica), fino al sense of humour che muore definitivamente dentro l’Agenzia del Tempo.
Come già detto anche per l’episodio precedente, infatti, l’Agenzia del tempo sta diventando sempre di più un non-luogo che fa da ricettacolo a tutti i personaggi più deboli della serie, nel disperato tentativo di rivitalizzarli.
Tentativo destinato ad andare a vuoto dal momento che la presenza del fattore destabilizzante (leggasi Mona) fa sì che il lato comico-surreale prenda troppo il sopravvento facendo diventare il tutto una parentesi comica e basta. Il che potrebbe anche starci dal momento che occorre certamente una pausa “leggera” tra i vari momenti action-drama. Il problema è che questa è un’ulteriore dimostrazione di come certi personaggi vengano usati solamente per riempire dei buchi di trama, rivelando poi tutta la loro inutilità all’interno della serie.
Il risvolto finale in stile-Luisa May Alcott poi risulta davvero inverosimile in quanto le tre protagoniste (Mona-Ava-Nora) passano in poco tempo (e con uno stratagemma narrativo veramente ridicolo) dall’essere nemiche all’essere amiche per la pelle. L’inserimento poi di Mona all’interno delle vicende generali della serie risulta è stato fin troppo accelerato, togliendo tutto il pathos che poteva esserci in quel percorso di formazione che l’episodio stesso vorrebbe suggerire.
In generale questa ultima stagione è stata finora troppo permissiva nel far entrare in scena personaggi nuovi (tra i quali annoveriamo anche Charlie, anche se l’attrice non è nuova) che subito si sono adeguati al loro status narrativo senza troppi problemi, complice anche l’esiguo numero di episodi (rispetto alle precedenti stagioni) che non permettono percorsi di formazione molto lunghi.
Il tutto però risulta, in questo modo, portato avanti quasi d’inerzia, come se dietro non ci fosse una grande programmaticità, ma tutto avvenisse per caso, quasi forzatamente (e forse è proprio così, ma farlo vedere così sfacciatamente non è il massimo).
L’episodio si salva giusto per i personaggi storici della serie (Sarah e Mick su tutti) e il fatto che, in fin dei conti, non viene richiesto molto da una serie comico-avventurosa che rientra perfettamente nei canoni mainstream americani, ma bisogna vedere fino a che punto lo spettatore vorrà seguire uno show del genere.
Visti i bassi indici d’ascolto pare per non molto ancora.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Omaggio a Midnight in Paris
  • Rivisitazione del mito del Minotauro
  • Thomas F. Wilson che canta James Taylor
  • Sorellanza all’interno dell’Agenzia del tempo
  • Classico episodio di raccordo
  • Atmosfera natalizia fuori tempo
  • Poco Costantine (ormai solo mera comparsa)

 

Una puntata pre-natalizia forse un po’ troppo in anticipo. È apprezzabile l’omaggio a Woody Allen, meno tutto il resto. E Costantine ormai è solo una mera comparsa comica. Ce n’è di lavoro da fare per risollevarsi da tutto ciò!

 

Tagumo Attacks!!! 4×05 0.91 milioni – 0.3 rating
Tender Is The Nate 4×06 0.97 milioni – 0.3 rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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