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Narcos: Mexico 1×07 – Jefe De JefesTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il settimo episodio di Narcos: Mexico ha a che fare con il dramma personale. Da un lato, Don Neto deve affrontare il dolore più grande per un genitore, sebbene quest’ultimo sia il braccio destro di un narcotrafficante di fama mondiale, dall’altro Félix si rende conto di dover abbandonare il bozzolo dentro il quale si stava metaforicamente nascondendo e prendere in mano le redini dell’organizzazione. Nonostante sia lapalissiano che Miguel Ángel Félix Gallardo non possa essere paragonato a Pablo Escobar, sentiamo lo stesso la mancanza del magnetismo di Wagner Moura e di un personaggio più impulsivo e sanguigno. Gallardo si è da subito presentato come un uomo pragmatico, calcolatore, freddo, minuzioso, più attento ai soldi e a espandere il narcotraffico anziché lasciarsi andare alle emozioni e cercare in tutti i modi  il rispetto delle persone, come, al contrario, faceva Escobar.
Testimonianza del carattere distaccato e formale di Félix, è il suo rapportarsi con Don Neto e Maria: mentre Fonseca si dispera per l’amato figlio e rimpiange di non essere stato un buon padre, Miguelito liquida il tutto con frasi semplicistiche e torna a parlare del futuro del cartello; Maria, invece, dopo aver scoperto le molteplici scappatelle del marito, vuole tornare a Sinaloa con i figli e ricominciare da zero a essere una famiglia. Félix non accetta e sembra volersi scrollare di dosso il peso di una moglie diventata quasi un’estranea per lui, tanto è cambiato il suo modo di pensare. L’organizzazione, infatti, è diventata una vera e propria ossessione per El Padrino, per la quale è disposto a sacrificare tutto, anche la sua famiglia, ritrovandosi, così, da solo, circondato da amici/nemici e sull’orlo del fallimento, nonostante cerchi di mantenere il controllo. E’ questa un’altra grande differenza con Escobar, che reputava essenziale l’amore e l’appoggio di Tata. Apprezziamo lo sforzo e il lavoro di Diego Luna (d’altronde non possiamo dimenticarci che la Principessa Leia ha ottenuto i piani della Morte Nera anche per merito suo, ndr), ma il suo Jefe de Jefes non riesce a bucare lo schermo.
Come detto precedentemente, la mancanza di un character per il quale provare empatia o comunque in grado di scatenare emozioni forti nello spettatore, si sente. La qualità dello show è sempre alta e sarebbe oltraggioso criticare Narcos Mexico da un punto di vista tecnico; quello che non funziona, o almeno non del tutto, sono i personaggi e il modo in cui vengono gestiti. A salvare la situazione ci pensa Don Neto che, in questo caso, riesce a rubare la scena a Diego Luna. Joaquín Cosío regala una interpretazione magistrale e il suo confronto con Omar, l’involontario assassino del figlio, è uno dei momenti più belli di tutta la serie fino a questo momento.
Dal canto suo, Rafa, continua a essere una scheggia impazzita e la classica testa calda che non pensa prima di agire. Il suo personaggio, purtroppo, risulta essere quello più stereotipato, con la conseguenza di apparire solo fastidioso allo spettatore, che attende pazientemente il momento in cui Félix si sbarazzerà di lui.
Anche Kiki Camarena, così come Gallardo, si ritrova sempre più estraniato da tutto e immerso nel suo unico obiettivo di catturare El Padrino. I due personaggi, quindi, viaggiano su due binari opposti, ma allo stesso tempo, paralleli e condividono molte più cose di quanto è dato a loro credere. L’agente della DEA, infatti, continua a scontrarsi con un sistema marcio, fatto di assurda burocrazia e profonda corruzione, mentre Félix sembra combattere contro i mulini a vento, a capo di una organizzazione impossibile da tenere unita. Il grande sogno di Gallardo era, infatti, quello di riunire tutti i cartelli e costruire l’impero del narcotraffico più importante al mondo. Gestire diversi criminali, ognuno con una personalità differente e cercare di accontentarli tutti, si è trasformata in un’impresa più grande del previsto e a Miguel Ángel non rimane altro da fare che sfoderare i cojones e prendere decisioni estreme.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Qualità generale dell’episodio
  • Interpretazione di Joaquín Cosío
  • Gallardo si sta trasformando nel Jefe de Jefes
  • Peccato che la storyline di Rafa non preveda la sua morte per overdose
  • Personaggi ancora troppo deboli e che non convincono del tutto
  • Aspettative non soddisfatte

 

Una puntata strutturalmente ben costruita, dove la qualità di regia e fotografia sono chiare come il sole che illumina il campo di Rafa, ma che ancora non riesce a fomentare lo spettatore come le altre stagioni di Narcos. Il save sarebbe stato dietro l’angolo, ma abbiamo voluto premiare l’interpretazione di Cosío e l’ultimo incontro tra Félix e Nava. Forse narrare la storia di Gallardo non è stata una mossa del tutto vincente, o forse le nostre aspettative da Escobar 2.0 erano troppo alte. Pendejos!

 

La Última Frontera 1×06 ND milioni – ND rating
Jefe De Jefes 1×07 ND milioni – ND rating

 

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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