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“The list is endless. The “I’ll look into its” are endless. I, uh… this is a complicated job and I will have a lot to learn. But I can promise you this. I will never let them take eight of your bus stops just because they leave you with three. I will fight side by side with you for better schools, fair housing and for more jobs.
I will fight to make sure that your snow gets plowed in the winter, and if it doesn’t, I will do more than just ‘look into it’. I swear to God that I will show up and I will shovel it with you. Take a chance on me. Take a chance on the man with the shovel. Take a chance!”
I will fight to make sure that your snow gets plowed in the winter, and if it doesn’t, I will do more than just ‘look into it’. I swear to God that I will show up and I will shovel it with you. Take a chance on me. Take a chance on the man with the shovel. Take a chance!”
This Is Us si congeda dal proprio pubblico per la pausa invernale, svelando quello che da ormai diverso tempo era diventato il segreto di Pulcinella, relativamente al fratello di Jack, Nicky. È corretto riferirsi in tale modo al colpo di scena in questione in quanto rappresenta un momento abbastanza telefonato della serie: aver rispolverato così a fondo la questione del Vietnam, aver fatto viaggiare uno dei protagonisti (Kevin) fino all’ormai ex campo di battaglia ed aver scomodato buona parte della trama narrata dai flashback, doveva condurre a qualcosa di ben più interessante ed importante di un banalissimo vicolo cieco. Anche perché risultava abbastanza scontato che Kevin non avrebbe ricevuto alcun tipo di informazione relativamente alla donna (con il medaglione) sorridente accanto a Jack nella foto. La giovane vietnamita non è stata altro che un banalissimo MacGuffin, anche se molto funzionale alla storia e ciò lo si può dedurre dal fatto che lo spettatore scopre prima di Kevin chi esattamente sia e quanto marginale fosse stato il suo contatto/rapporto con Jack.
A questo punto, quindi, dal Vietnam bisognava tirare fuori un altro personaggio fondamentale per la famiglia Pearson. Ed ecco che la scelta, ovviamente, ricade sullo scorbutico fratellino Nicky. La più scontata, ma anche interessante se utilizzata correttamente, delle opzioni.
Accantonata per un attimo la sottotrama di Kevin, che al momento appare quella più genuina e ben costruita (Kevin che ripercorre i passi del padre ed affronta paure e timori adolescenziali), il pubblico si scontra con due treni alle prese con una folle, disperata e completamente senza senso corsa contro il tempo: le trame relative a Kate e Randall.
Volendo a tutti i costi progredire spediti con le due storie (gravidanza da un lato e campagna elettorale dall’altro), gli sceneggiatori hanno iniziato a decidere di limare via dallo show determinate problematiche e risoluzioni che fino a pochissimi episodi fa sembravano fondamentali.
E lo erano davvero.
La crisi per la mancata assunzione degli antidepressivi da parte di Toby è stata devastante, ma allo stesso tempo fulminea: da un lato si può apprezzare questa scelta perché sottolinea la volontà dello show di non sedimentarsi attorno ad un solo particolare, ma di spaziare. Tuttavia, guardando “The Beginning Is the End Is the Beginning” pare quasi che la crisi non sia mai avvenuta: un cambiamento forse eccessivamente repentino se si prende in considerazione il fatto che tra “Kamsahamnida” e questa puntata sono effettivamente trascorsi solo due episodi.
Stesso discorso per le problematiche coniugali tra Beth e Randall: dopo lo scontro tra i due nel precedente episodio e valutata la promessa fatta da Randall all’inizio della campagna elettorale, si poteva presupporre una certa ostilità tra i due. Invece tutto appare tranquillo e placido dato che il momento di riappacificazione tra i due è avvenuto off-screen: la coppia più importante dello show arriva ad un possibile punto di rottura dove la fiducia viene meno e la pace avviene off-screen, semplicemente menzionata in un brevissimo dialogo ad inizio episodio? È una cosa totalmente assurda. Ancora più assurda se si compara questa decisione di sceneggiatura con quella intrapresa nelle passate stagioni quando erano Jack e Rebecca in fase di pieno scontro: tutto il processo di riavvicinamento tra i due venne analizzato e seguito passo passo senza tralasciare il benché minimo dettaglio. Come doveva essere anche in questo caso, soprattutto per dare una continuità alla storia: Randall e Beth hanno discusso (e Randall ha tradito la fiducia di Beth) per quanto riguarda la posizione della moglie nella campagna elettorale; i due fanno pace senza che nessuno la percepisca e la veda in scena; Randall e Beth giungono ad un altro punto di rottura nel momento in cui la decisione se continuare o fermare la campagna elettorale non viene presa di comune accordo.
Una sorta di ping pong emozionale che lascia abbastanza confusi e fa storcere il naso.
Lascia abbastanza attoniti anche il volta spalle di Beth così all’improvviso e dettato dal semplice fatto dell’assenza di una vera possibilità per Randall di vincere le elezioni (cosa che molto probabilmente si ribalterà nei prossimi episodi).
La poetica e la rappresentazione scenica delle emozioni continuano a fare da padrone all’interno della serie (il discorso di Randall e tutto il percorso di Kevin valgono la visione dell’intero episodio), ma si percepisce un indubbio calo da quel famigerato “Super Bowl Sunday”.
A questo punto, quindi, dal Vietnam bisognava tirare fuori un altro personaggio fondamentale per la famiglia Pearson. Ed ecco che la scelta, ovviamente, ricade sullo scorbutico fratellino Nicky. La più scontata, ma anche interessante se utilizzata correttamente, delle opzioni.
Accantonata per un attimo la sottotrama di Kevin, che al momento appare quella più genuina e ben costruita (Kevin che ripercorre i passi del padre ed affronta paure e timori adolescenziali), il pubblico si scontra con due treni alle prese con una folle, disperata e completamente senza senso corsa contro il tempo: le trame relative a Kate e Randall.
Volendo a tutti i costi progredire spediti con le due storie (gravidanza da un lato e campagna elettorale dall’altro), gli sceneggiatori hanno iniziato a decidere di limare via dallo show determinate problematiche e risoluzioni che fino a pochissimi episodi fa sembravano fondamentali.
E lo erano davvero.
La crisi per la mancata assunzione degli antidepressivi da parte di Toby è stata devastante, ma allo stesso tempo fulminea: da un lato si può apprezzare questa scelta perché sottolinea la volontà dello show di non sedimentarsi attorno ad un solo particolare, ma di spaziare. Tuttavia, guardando “The Beginning Is the End Is the Beginning” pare quasi che la crisi non sia mai avvenuta: un cambiamento forse eccessivamente repentino se si prende in considerazione il fatto che tra “Kamsahamnida” e questa puntata sono effettivamente trascorsi solo due episodi.
Stesso discorso per le problematiche coniugali tra Beth e Randall: dopo lo scontro tra i due nel precedente episodio e valutata la promessa fatta da Randall all’inizio della campagna elettorale, si poteva presupporre una certa ostilità tra i due. Invece tutto appare tranquillo e placido dato che il momento di riappacificazione tra i due è avvenuto off-screen: la coppia più importante dello show arriva ad un possibile punto di rottura dove la fiducia viene meno e la pace avviene off-screen, semplicemente menzionata in un brevissimo dialogo ad inizio episodio? È una cosa totalmente assurda. Ancora più assurda se si compara questa decisione di sceneggiatura con quella intrapresa nelle passate stagioni quando erano Jack e Rebecca in fase di pieno scontro: tutto il processo di riavvicinamento tra i due venne analizzato e seguito passo passo senza tralasciare il benché minimo dettaglio. Come doveva essere anche in questo caso, soprattutto per dare una continuità alla storia: Randall e Beth hanno discusso (e Randall ha tradito la fiducia di Beth) per quanto riguarda la posizione della moglie nella campagna elettorale; i due fanno pace senza che nessuno la percepisca e la veda in scena; Randall e Beth giungono ad un altro punto di rottura nel momento in cui la decisione se continuare o fermare la campagna elettorale non viene presa di comune accordo.
Una sorta di ping pong emozionale che lascia abbastanza confusi e fa storcere il naso.
Lascia abbastanza attoniti anche il volta spalle di Beth così all’improvviso e dettato dal semplice fatto dell’assenza di una vera possibilità per Randall di vincere le elezioni (cosa che molto probabilmente si ribalterà nei prossimi episodi).
La poetica e la rappresentazione scenica delle emozioni continuano a fare da padrone all’interno della serie (il discorso di Randall e tutto il percorso di Kevin valgono la visione dell’intero episodio), ma si percepisce un indubbio calo da quel famigerato “Super Bowl Sunday”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un midseason finale che aumenta le aspettative per quanto riguarda tutte e tre le storie, senza ombra di dubbio. Ma c’è da fare i conti con il costo di tale decisione, ossia di aver sacrificato trame molto interessanti per un’accelerazione completamente immotivata.
Six Thanksgivings 3×08 | 7.91 milioni – 1.8 rating |
The Beginning Is the End Is the Beginning 3×09 | 8.98 milioni – 2.0 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.