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Dogs Of Berlin 1×10 – SiegerehrungTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Listen, Paula.”

Dopo ogni final season si dovrebbe, per metabolizzare l’intera stagione e dare uno giudizio sommatorio a quanto si è visto, far passare diversi giorni dalla visione dell’ultimo capitolo seriale, sedersi sulla propria poltrona e chiedersi semplicemente: cosa mi ha lasciato *inserire nome di qualsivoglia serie*?
Il risultato più negativo che uno show possa raggiungere è quello di non trasmettere assolutamente nulla allo spettatore, non a caso un noto scrittore irlandese vissuto nel diciannovesimo secolo d.c. affermò: “There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about.”. Nel bene o nel male, l’aforismo più amato dai pubblicitari e dai social media manager, risulta ancora attuale, soprattutto quando vengono commessi errori grossolani da portare scalpore attorno al prodotto in evidenza. Ovviamente quando uno show, tornando in ambito televisivo, arranca già alla partenza presentandosi come un pugno in un occhio, parlarne male può solo che affossarlo, ma ci sono numerosi progetti che hanno beneficiato di pettegolezzi e di chiacchiere più o meno negative. Per citare un prodotto recente basti pensare al nostrano Baby, show massacrato dalla critica e da numerosi appassionati di serie, però guardato come guilty pleasure. Il recente teen drama di Netflix è l’ultimo singolare caso di una lista che continua ad aggiornarsi anno dopo anno.

“Say something. Talk to me. Complete honesty.”

Appurato quindi che l’anonimato è il più grande fallimento per una serie, Dogs Of Berlin cosa ha lasciato ai propri fan? Pensandoci a mente fredda, e cercando di essere i più oggettivi possibili, il nuovo show tedesco di Netflix è stata solo una serie di passaggio, quasi impalpabile per chi l’ha seguita distrattamente. Nell’era moderna, nell’âge d’or dei telefilm, il suo passaggio non lascerà traccia e le sue orme verranno cancellate come quelle di un bambino sotto una nevicata in montagna. La serie ideata da Christian Alvart non ha osato abbastanza, non è uscita dai classici schemi narrativi e non è andata troppo oltre il compitino. Le sue mille mila sottotrame che hanno sviato lo sguardo dello spettatore dal vero focus dello show sono costate attenzioni e indici di gradibilità, perché presentarsi in un modo, per poi atteggiarsi in un altro non è sicuramente la mossa ideale per tenere in pugno l’attenzione di chi è davanti allo schermo.
Quindi Dogs Of Berlin è stato un fallimento sotto tutti i punti di vista? La risposta è un secco… no. La serie creata dai nostri storici rivali calcistici è sì un mezzo passo falso, però pur sempre mezzo. Al termine di “Siegerehrung” e dopo aver riflettuto a mente lucida sull’intero operato, qualcosa è decisamente rimasto.
Per prima cosa Kurt Grimer è un personaggio estremamente gradevole, forse addirittura la miglior cosa dell’intero show. La sua psiche, i suoi modi decisi e fermi, a volte altruisti e convincenti, altre volte egoisti e infami, lo rendono un character complesso e indubbiamente affascinante. Grazie al suo piano l’operazione “Cartellino Rosso” riesce nel suo intento di dare ai tedeschi un colpevole per la morte del loro bomber. Non importa che tutto questo sia stato un modo per fermare il crimine dei Tarik-Amir tanto quanto per salvarsi le spalle, lui è riuscito a dare  un volto all’assassino, anche se questo è stato trovato e messo a tacere (non morto!) veramente nel precedente episodio.
Il confronto finale del decimo capitolo stagionale, con Paula, in cui i due coniugi si incontrano per discutere del loro rapporto è esaltante, sia grazie ai due attori che hanno espresso le loro migliori doti recitative, sia per una sceneggiatura sprezzante e senza paura, decisa e diretta nel suo intento. Puro spettacolo.
Dall’altra parte, Erol Birkan si è distinto per valori agli antitesi del proprio collega, una professionalità continua, un carattere decisamente più sensibile e una volontà che va oltre ogni ostacolo che gli si è parato di fronte. Il poliziotto di origine turche è l’agente provetto e perfetto, il quale, tuttavia, ha sofferto di una vera e propria mancanza di esperienza. Come visto nel finale di “Verlängerung” è stato volubile ed ha ceduto, anche se in fin di bene, al lato oscuro propostogli da Kurt. Nonostante questo, finalmente è riuscito a centrare il suo intento, arrestando i criminali a cui dava la caccia da eoni, prendendosi inoltre una bella rivincita nei confronti di Hakim e di tutto il male che gli ha procurato. In tutto questo, è riuscito anche ad avere un intenso e sentitissimo confronto con il padre, mostrando prima una freddezza implacabile, vomitando tutto l’odio e la rabbia repressa che portava fin da piccolo, per poi, dopo che suo padre se ne è andato, crollare nelle braccia del proprio partner. Una scena che è stata quasi un colpo al cuore.
In conclusione, il decimo episodio di Dogs Of Berlin è sicuramente un buon capitolo conclusivo per una stagione che si piazza non molto oltre la soglia della sufficienza. Non sono mancati neppure nella puntata odierna momenti trascurabili, come tutto il percorso finale di Raif, oppure dove si sono mostrati, in una carrellata che sa molto da cliché anni novanta, la fine di tutti i personaggi principali e secondari. Fortunatamente, l’episodio si è aperto con la notevole e ben girata missione finale, dove i cattivi di turno sono stati tutti arrestati ma lasciando intendere, quasi a sorpresa, che vi sarà un’ulteriore stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’intera missione
  • Il rapporto tra Paula e Kurt
  • Lo sfogo di Erol
  • Finale aperto ad una seconda stagione…
  • Raif ancora in circolazione
  • Alcuni clichè
  • …non così necessaria

 

Grazie graziella e grazie per il pesce Dogs Of Berlin. Netflix riuscirà a spremere altro latte dalla mucca tedesca? Solo il futuro ce lo potrà dire.

 

Verlängerung 1×09 ND milioni – ND rating
Siegerehrung 1×10 ND milioni – ND rating

 

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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.

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