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The Umbrella Academy 1×02 – Run Boy RunTEMPO DI LETTURA 4 min

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L’episodio pilota di The Umbrella Academy si è dimostrato uno dei più coinvolgenti inizi di serie di Netflix: uno stile energico ed adrenalinico; una presentazione dei personaggi principali ad incastro, rapida ed efficace insieme; scene d’azione ben dirette e sorprendenti; una fotografia caleidoscopica; una soundtrack d’accompagnamento eclettica e mai scontata; un finale di puntata che introduce uno sviluppo di trama molto simile a quello della serie Heroes, lasciando, ciononostante, molta curiosità e voglia di continuare la visione.
Questo “Run Boy Run”, invece, rallenta decisamente il passo, distendendosi con più calma per gran parte dei quasi sessanta minuti di durata. Sebbene possa sembrare una decelerazione inaspettata e brusca, in realtà è funzionale ad una maggiore focalizzazione sui protagonisti. Si comincia a profilare un quadro più complesso del carattere e delle relazioni tra i membri della famiglia guidata dal recentemente deceduto Reginald Hargreeves. Andando oltre all’eccezionalità dei loro poteri e del loro passato sotto le luci della ribalta mediatica, ora viene data allo spettatore la possibilità di approfondire l’aspetto più quotidiano e meno “supereroistico” di ognuno di loro. Si dipana una situazione famigliare irrisolta, fatta di incomprensioni, non detto, risentimenti e rancori, il tutto amplificato da una separazione lunga più di dieci anni. Il dialogo tra Vanya e il suo nuovo allievo violinista racchiude in sé quello che forse è il tema focale per tutta la stagione e forse per tutta la serie, che travalica la patina fantastica ed eroica: il tema della famiglia. Sia essa composta da persone eccezionali o da esseri umani qualunque, i legami che intercorrono tra tutti i componenti non sono mai semplici, cambiano continuamente, in modi difficili da prevedere, e non c’è modo di portarli avanti senza dover fare i conti con l’altro e con sé stessi. È una faccenda complicata.
Questo approfondimento dei personaggi non significa però che la trama si arresti del tutto. A fare da filo conduttore dell’intero episodio e da spinta propulsiva della storia vi è Number Five: dopo essere arrivato dal futuro e aver sconfitto un intero gruppo di uomini armati da solo, ora si è messo in moto per comprendere quali eventi abbiano potuto scatenare la fine del mondo in un futuro distante solo pochi giorni. Anche se Aidan Gallagher è giovanissimo, si dimostra più che adatto alla parte e capace di dare vita ad un personaggio forse tra i più difficili della serie, a livello di background personale e di caratterizzazione. Se la sua performance dovesse continuare su questo livello saremmo di fronte ad un nuovo predestinato, con buona pace di tutti gli attori di Stranger Things.
Nel mentre, vengono introdotti nuovi character, in particolare quelli che sembrano essere gli antagonisti della vicenda e in diretta connessione con ciò che ha vissuto Number Five nel futuro: Hazel e Cha-Cha (un’irriconoscibile Mary J. Blige). È proprio con i due sicari e Number Five che è possibile assistere alla scena più memorabile dell’intera puntata, quella del combattimento con Don’t Stop Me Now dei Queen, canzone totalmente a sorpresa per una situazione come questa ma che, e forse proprio per via di questo contrasto, la risalta rendendola ancor più d’impatto. Ennesima riprova dell’attenzione data dallo show alla soundtrack.
Infine, questo episodio introduce due elementi misteriosi ma che sembrano già da ora presagire il loro peso non indifferente per lo sviluppo della storia: la videocassetta vista da Allison nello studio di registrazione del padre adottivo e l’occhio finto trovato da Number Five, occhio che compare, coperto di sangue, anche tra le mani di un defunto Luther in mezzo alle macerie del mondo del futuro.
Tra difficili vicende familiari e complesse situazioni personali, la trama di The Umbrella Academy, al di là di un generale calo di ritmo e tensione, mostra un cast di attori e attrici apprezzabile nel rendere la complessità di ogni personaggio e, soprattutto sul finale, incentiva a volerne sapere di più sull’imminente apocalisse.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Maggiore focalizzazione sui personaggi
  • Scena del combattimento con Don’t Stop Me Now dei Queen
  • Personaggio e recitazione di Number Five
  • Calo di ritmo e di tensione

 

Il ritmo e la tensione calano sensibilmente ma, tra nuovi personaggi, Queen e oggetti misteriosi, la voglia di proseguire non scema. E comunque Aidan Gallagher è un mostro di bravura.

 

We Only See Each Other At Weddings And Funerals 1×01 ND milioni – ND rating
Run Boy Run 1×02 ND milioni – ND rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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