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Black Monday 1×10 – 0TEMPO DI LETTURA 3 min

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Fuck them all.

Si è finalmente chiuso il gap con il 19 Ottobre 1987 e tutto è esattamente come non lo si poteva pronosticare: il morto eccellente sulla macchina di Mo non è nessuno dei protagonisti, l’intera storia relativa al Georgina Play non è andata assolutamente come immaginato, non c’è stato nessun happy ending e nemmeno alcun risvolto sentimentale a lungo termine. Tutto si sviluppa in un modo a cui Black Monday ha abituato ma anche un po’ troppo sopra le righe, se si vuole essere veramente onesti.
La distruzione di un sogno, la mancanza di un finale che dia soddisfazione al protagonista e la sconfitta, mesta, di quest’ultimo sono tutta una serie di scelte che vanno in direzione contraria a tutto ciò che Hollywood ha creato ed imposto negli anni. E se per un certo punto di vista si può anche capire il perchè di queste scelte, da un altro si fatica moltissimo ad accettarle, se non altro perchè il tono ironico di questa comedy (perchè di comedy si tratta e non di vero e proprio dramedy) non permette una fine totalmente disarmonica come questa. Specie se si pensa a Blair come “cattivo” e Mo come “buono”, anche se a tutti gli effetti nessuno dei due lo è poi veramente.
Si può serenamente criticare il finale ma non bisogna dimenticarsi della stretta correlazione con i veri eventi legati al famigerato Black Monday, eventi che tutt’ora non sono chiari a nessuno ma che sono francamente riassumibili dalla spiegazione di Mo relativa al panico:

Blair, what did I tell you fucking day one? Computers don’t make trades. Men do. And men are superstitious and scared and stupid, and when they see two big houses selling, they’re gonna fucking panic, and panic spreads like wildfire, like chlamydia. I can’t believe it. […] People are gonna lose their fucking houses, their jobs, their livelihoods, their fucking everything, Blair. This isn’t a stock play. It’s a Steinbeck play, Grapes of Wrath shit. Well, congratulations, assholes. You just broke the fucking world.

I vari flashback, che arrivano direttamente sui denti dello spettatore, non bastano a giustificare pienamente le scelte fatte dai personaggi. Non c’è infatti un singolo character che alla fine di questi 10 episodi non abbia rinnegato almeno una volta sé stesso ed i propri ideali per il Dio Denaro, ed è un discorso che vale praticamente per tutti quanti visto che nel bene e nel male è un percorso compiuto da tutti. Tra tutti, sia Blair che Dawn non ne escono benissimo: il primo ha visto un’evoluzione impressionante dal primo episodio e non si è sicuramente trasformato in un esemplare di essere umano migliore; la seconda si è rivelata una voltagabbana inaspettata che si giustifica con un bacio di Giuda ed un semplice “You always said if I wanted something from you, I had to take it.“, troppo poco e troppo fugace.
Rimane un’amarezza di fondo importante per un prodotto intrigante, ben fatto ma mai eccellente, esattamente come questo finale. I personaggi hanno svolto la loro funzione, ovvero provare a dare una divertente spiegazione a quell’evento della storia finanziaria che è senza spiegazione, il tutto per poi andarsene via come se nulla fosse una striscia di coca. E forse c’era da aspettarselo, anche se un altro finale avrebbe potuto regalare allo show un ricordo migliore di sé, meno coeso con la vera storia del Black Monday ma si tratta pur sempre di finzione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Finale molto anticlimatico
  • Don Cheadle sempre imperiale nella recitazione
  • Uno dei Lehman Brother ammazzato mentre defecava nella macchina di Mo
  • Tutti i character alla fine si sono dimostrati devoti al Dio Denaro
  • Finale molto anticlimatico
  • Blair: mai personaggio fu creato per essere odiato più di lui
  • Dawn: il voltagabbana finale poteva essere evitato

 

Black Monday si chiude senza botto (anche se uno c’è stato) ma con un po’ di rammarico. Non ci sarà per ovvie ragioni una seconda stagione ma si è apprezzata la corsa. Non bellissima, ma pur sempre interessante.

 

2 1×09 0.26 milioni – 0.1 rating
0 1×10 0.30 milioni – 0.1 rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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