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Killing Eve 2×04 – Desperate TimesTEMPO DI LETTURA 3 min

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“Ciao, ciao Zazzà.” (Lupin III)

Chiunque, dopo questo traballante e non convincente secondo ciclo narrativo, ha per forza di cose avvicinato le figure di Villanelle ed Eve a quelle della famosa accoppiata di personaggi ideata da Monkey Punch. A loro modo, anche il commissario Zenigata e Lupin III rappresentavano una sorta di bromance ante litteram, un qualcosa a cui attorno ha lavorato in maniera maestosa Killing Eve. I due personaggi principali, infatti, sono studiati per completarsi e vederle così lontane l’una dall’altra in scena non reca semplicemente fastidio in un discorso di puro appagamento seriale, ma indebolisce la funzionalità di un racconto che con i primi otto episodi andati in onda nella primavera dell’anno scorso avevano più che convinto.
Ma è solo la distanza (fisica e scenica) tra i due personaggi principali a far gridare alla falsa partenza? Ebbene no.
Purtroppo, infatti, c’è una mancanza ancora più grossa in questa seconda stagione: l’assenza di un vero e proprio antagonista. Manca un villain. Quindi come fa una serie basata sulla, qui semplicisticamente esposta, caccia al ladro a funzionare se manca proprio il ladro?
Ebbene, non funziona. La serie si è sempre retta in piedi su degli equilibri che in questo secondo ciclo narrativo sono stati deturpati: Ghost non è lontanamente avvicinabile, in quanto ad appeal, a Villanelle; la sua ricerca non ha prodotto ad ora (metà stagione) nulla di interessante; parallelamente, la ricerca di attenzione di Villanelle non sta guadagnando il suo corretto spazio.
Killing Eve riesce a mantenersi sulla sufficienza piena grazie a due semplici fattori. A due personaggi, per la precisione: Eve e Villanelle, nonostante siano indirettamente colpevoli dei corposi lati negativi fin qui evidenziati, rappresentano anche gli unici due elementi a rendere interessante la visione. Gli sviluppi della trama latitano, il caso (così come la villain) sono assenti, le sottotrame (Carolyn, Niko e poco altro) sono dei meri riempitivi per una puntata altrimenti vuota.
Che fine hanno fatto I Dodici, il consorzio che orchestrava Villanelle? La sceneggiatura da questo punto di vista sembra aver battuto la testa e soffrire di amnesia dato che di questo elemento non si è fatta in alcun modo menzione negli ultimi quattro episodi. E non sembra un elemento narrativo puramente decorativo.
Di difficile collocamento è anche la modalità con cui Ghost, la nuova Villanelle, viene arrestata: niente fuga, niente spargimento di sangue, niente trovate geniali, nessun aggancio. Tutti elementi che riconducono e coincidono con quanto riportato fino ad ora: Ghost porta a termine i propri omicidi in maniera del tutto diversa rispetto a come avrebbe fatto Villanelle. Ed è molto probabile che la giovane orientale sia stata ingaggiata da una persona diversa rispetto al consorzio che manovrava Villanelle.
Ma si trattano queste di banali supposizioni attorno a determinati avvenimenti di cui ancora non si sa nulla di certo. E dopo quattro episodi il tutto diventa snervante.
Risulta difficile poter sospendere il giudizio oltre quanto sia già stato fatto: a Killing Eve manca qualcosa, quel fantomatico elemento narrativo tanto abusato nella serialità come l’eterna lotta tra bene e male, nella serie della BBC America declinato nello scontro-incontro tra Eve e Villanelle. Fino a quando questo elemento non riuscirà a ritrovare il proprio spazio all’interno dello show la sufficienza piena è l’unica votazione che rimane. E’ inutile riempire i quaranta minuti scarni di filato con approfondimenti riguardanti Niko o Carolyn quando in diversa occasione rappresenterebbero, giustamente, dei puri e semplici decorativi seriali e non elemento cardine. Ridateci il Killing Eve che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare e riprendetevi questa orribile versione live action di Lupin III.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Eve
  • Villanelle
  • L’arresto di Ghost, sperando che almeno da questo elemento si colga l’occasione per riportare ai fasti dell’anno scorso questa serie
  • L’intera puntata

 

Eppure non sembra di chiedere troppo: una serie tv che riesca, con il suo secondo ciclo, a non far rimpiangere al proprio pubblico il fatto di essere stata rinnovata riuscirà mai ad esistere?

 

The Hungry Caterpillar 2×03 0.36 milioni – 0.1 rating
Desperate Times 2×04 0.45 milioni – 0.1 rating

 

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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