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Sneaky Pete 3×02 – The Huckleberry JonesTEMPO DI LETTURA 4 min

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Dopo un avvio stagionale non esattamente brillante, Sneaky Pete tenta di riorganizzare la narrazione con il classico secondo episodio all’insegna dell’immobilismo, tra trame ancora in forma embrionale che faticano a svettare e una continua alternanza tra strazianti drammi familiari e truffe totalmente a caso per dimenticarci dei suddetti strazianti drammi familiari. Sarebbe ingiusto giudicare l’andamento stagionale dopo due appuntamenti soltanto, a maggior ragione ripensando al buon finale a sorpresa che finalmente apre realmente le porte alla narrazione, ma quantomeno possiamo ravvisare un cambio di stile piuttosto marcato che purtroppo, in alcuni momenti, termina in situazioni grottesche al limite del trash che smorzano un po’ il ritmo già fiacco della narrazione.
Già in avvio di puntata, con la truffa iniziata sul finale della premiere, si può notare questo aspetto, ben visibile nella mancanza di voglia messa dagli autori nello sviluppo della sequenza, tra riconoscimenti facciali mascherati per selfie e racconti inventati sui quali il malcapitato di turno non prova nemmeno ad obiettare. Man mano che l’episodio prosegue, appare chiaro il motivo dietro a cotanta noncuranza: le truffe insieme a Lizzie porteranno al più classico dei rapporti autodistruttivi, atto a mostrare allo spettatore la doppia natura di Marius e probabilmente per incanalare la narrazione verso un altro modello altrettanto classico, ovvero la scelta tra crimine e legalità e quindi tra moralità e amoralità da parte del protagonista. Una scelta che, in nessun momento della narrazione, appare scontata, grazie soprattutto alla costruzione del personaggio di Ribisi in questi tre anni di programmazione, un truffatore a tratti spietato nella sua risolutezza ma in fondo amabile nella pretesa di nascondere la sua umanità e quindi difficilmente inquadrabile dallo spettatore dal punto di vista del suo orizzonte valoriale. Ancora adesso fumoso e confuso.
Dall’altra parte, si hanno invece i consueti problemi familiari dei Bowman: Carly alle prese con passato e bugie, i coniugi Bowman alla disperata ricerca di un modo per non andare a fondo, Taylor e i suoi dramma amorosi – decisamente il segmento narrativo meno interessante, oltre che il più assurdo se guardiamo alla “retata col nonno” – e Julia vicina al crollo mentale e fisico dopo il licenziamento inaspettato e la causa contro di lei. Un sacco di carne al fuoco quindi, ma non ancora organizzata e soprattutto ben lontana dai picchi d’interesse registrati nel corso della prima stagione – sono oramai lontani i tempi in cui Bryan Cranston monopolizzava l’attenzione – un vero peccato se si guarda alle reali potenzialità del concept, alle ottime performance dei protagonisti e al pregevole comparto tecnico che ogni anno ci regala una fotografia impeccabile in grado di valorizzare la moltitudine di ambienti chiusi entro cui la serie si muove e una regia adrenalinica e concitata capace di ottimizzare la resa delle sequenze con al centro truffe e raggiri vari.
Nonostante un abbassamento nella qualità della narrazione sia abbastanza evidente – già lo era stato nella stagione precedente – Sneaky Pete ha comunque le potenzialità per essere uno show (di nicchia) piacevole e non troppo impegnativo, in grado di far riflettere su ciò che saremmo disposti a fare per proteggere i nostri cari. Per lo spettatore risulta praticamente impossibile valutare le intenzioni dei protagonisti, sempre costretti a nascondere le proprie emozioni per non sprofondare ulteriormente nell’abisso di menzogne e criminalità entro cui, per scelta o per sbaglio, la famiglia Bowman si è trovata ad affrontare dopo l’arrivo di Marius/Pete. Questo elemento, insieme a quanto detto in precedenza, fanno di Sneaky Pete un prodotto semplice, senza troppe pretese ma comunque in grado di regalare qualche gioia agli amanti di truffe e criminalità. Manca solo un po’ di spinta dal punto di vista dei ritmi narrativi, ancora molto blandi, ma siamo soltanto al secondo episodio, quindi ci si augura si tratti soltanto di un momento transitorio e che gli autori correggano presto il tiro.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La sequenza del crollo di Audrey
  • Pete alla porta di Julia
  • Ritmi blandi e narrazione fiacca
  • Troppo spesso si scade nel trash o nel superfluo
  • Cambio di stile che per ora sembra non aver portato giovamento alla serie
  • Troppi drammi familiari e troppe truffe a caso orchestrate per distrarci dai primi

 

Secondo episodio molto transitorio che cerca di dare una smorzata alla narrazione nei minuti conclusivi. Qualcosa si smuove, ma non abbastanza ed il risultato è una puntata fiacca che fatica a canalizzare l’attenzione dello spettatore. C’è ancora molto tempo per migliorare, ma per il momento continuiamo a sventolare la nostra mano aperta su Marius Josipovic e colleghi.

 

The Double Up And Back 3×01 ND milioni – ND rating
The Huckleberry Jones 3×02 ND milioni – ND rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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