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The Good Fight 3×09 – The One Where The Sun Comes OutTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Good Fight è senza dubbio la serie dell’era Trump, quella che ha saputo meglio descriverne gli umori e i dissidi mettendo in scena giochi di potere così improbabili e assurdi da poter tranquillamente essere veri. La cosa frustrante e appassionante allo stesso tempo è che non c’è una chiave di lettura giusta dei moti che animano la serie: parrebbe facile simpatizzare con Diane e il book club, tuttavia, viene ancora più semplice provare una forte antipatia per tutte quelle donne coalizzate tra di loro. Corrisponde infatti al vero affermare che i King appartengono alla corrente anti-Trump del nuovo continente, mentre potrebbe essere meno vero che essi fanno della politica un racconto fazioso e, se così fosse, sarebbe anche deliziosamente cattivo.
Il bello e il brutto della serie CBS è proprio il fatto di poter argomentare sia per l’una che per l’altra tesi: i diritti umani, il #MeToo, la politica di frontiera e il sano idealismo di Diane portano ad una caratterizzazione di Trump come il big villain della serie. Dall’altro lato il complottismo, l’antipatia di una compagine femminile nata da una truffatrice e continuata per sol capriccio e, soprattutto, l’incoerenza interna allo studio legale impegnato a nascondere sotto il tappeto un enorme scandalo sessuale, rendono Trump un pretesto, non poi così antipatico, per dare aria alla bocca.
Sarebbe stato tutto più semplice se Diane, Liz e Adrian fossero stati i buoni della storia, ma siamo abbastanza vaccinati dalla serie madre per sapere che i King sono molto più avanti di così. L’idea che Diane e Liz lottino per un ideale e che lo stesso venga comodamente messo da parte quando si tratta di lavare i panni sporchi in famiglia, regala una sensazione adrenalinica e appagante.
La storyline con la Chumhum regala, inoltre, l’occasione di stanare una serie di dinamiche interne allo studio che ci dicono molto sui rapporti tra soci. Anche qui, siamo abbastanza ferrati in materia e – memori delle vecchie faide nella Lockhart&Gardner – attendiamo preparati l’arrivo di un lungo inverno dove chi vuole sopravvivere deve buttare giù dalla torre qualcun altro.
In una serie dove tutto è il contrario di tutto, a cadere dalla torre spetta questa volta a Blum che viene radiato dall’albo professionale per spergiuro. Come al solito, non è un caso che nella stessa puntata venga ricordato come anche due dei soci nominali dello studio più idealista di Chicago si siano macchiati dello stesso reato, rendendo falsa testimonianza alla sbarra del tribunale. Piccole chicche che riempiono il cuore di gioia.
Fuori dallo studio legale, la situazione comincia a farsi interessante: il ritorno di Maia (e per piacere, non come arredatrice di interni) acquista finalmente un senso. Il nuovo studio formato con i soldi di Blum dovrà ora reggersi interamente sulle spalle proprio di Maia, non potendo più lo stravagante avvocato esercitare la professione. Un’ottima occasione per il riscatto del personaggio di Rose Leslie, vista molto poco nelle aule di tribunale e in maniera mai troppo incisiva.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Previously on
  • I King e il meteo di maggio
  • Marissa Gold, vederla piangere è stato straziante
  • Narrazione interna allo studio legale
  • Vediamo come può diventare accattivante questa storia Maia-Blum
  • The Good Fight Short
  • Sembra che tutti i nodi comincino a venire al pettine. Ma solo il finale di stagione potrà dirlo davvero
  • Il club del libro, boooring
  • Chumhum senza Neil Gross non è Chumhum
  • L’ufficio di Blum
  • Ma chi è quest’amica di Maia che mangia cetrioli?

 

The Good Fight raccoglie tutti i fili diramati nel corso della stagione: è arrivato il momento di un esplosivo finale.

 

The One Where Kurt Saves Diane 3×08  ND milioni – ND rating
The One Where The Sun Comes Out 3×09 ND milioni – ND rating

 

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