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Black Mirror 5×03 – Rachel, Jack and Ashley TooTEMPO DI LETTURA 6 min

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Black-Mirror-5x03“Rimettiamo gli orologi indietro di qualche anno. Questi sentimentalismi e lieti fine non osavano apparire nemmeno per sbaglio in Black Mirror. Ma… ma allora cos’è successo? Ti sono cadute le palle, Charlie Brooker? Mh?”

Se si sentisse la necessità di riassumere questa (brevissima, come lo erano in passato) quinta stagione di Black Mirror bisognerebbe ricorrere ad un termine esemplificativo: imbarazzante.
Non c’è la consueta narrativa cruenta a cui lo spettatore è abituato, viene a mancare anche una buona dose di drama, soppiantato da un sentimentalismo eccessivo, nauseante e stomachevole.
Ma, soprattutto, si continuano a palesare lieti fine. Ora, considerato che “Smithereens” non concede una vera e propria conclusione, stiamo evidentemente facendo riferimento sia a “Striking Vipers” sia a questo terzo ed ultimo appuntamento della serie di Brooker, “Rachel, Jack and Ashley Too”.
La realtà attaccata da questo episodio è quella relativa all’idolismo imperante che in ambienti come la musica giovanile oppure lo sport sono all’ordine del giorno. La stessa Miley Cyrus (forse unico elemento degno di nota dell’episodio) è stata una teen idol non solo ai tempi di Hannah Montana, ma anche con i successivi lavori (Can’t Be Tamed, 2010). Sarà con Bangerz, tre anni più tardi, che Miley svestirà i panni della placida ragazza acqua e sapone rivelandosi per essere una cantante-calamita per quanto concerne scalpore e “oscenità” (spesso così sono state definite). A conti fatti al termine dell’episodio non risulta tornare alla mente un personaggio dello showbusiness che avrebbe potuto ricoprire allo stesso modo, con la stessa naturalezza, il suo ruolo.
Ashley O è Miley Cyrus, quindi, una cantante costretta (anche tramite sedativi e droghe) a mantenersi in linea con determinati dettami stilistici nel campo della musica non potendo dare spazio al suo vero io. A costringerla c’è la zia ed una squadra di dottori, medici e produttori che, coscienti di quanto sta avvenendo a casa di Ashley, sembrano interessarsi al solo personale introito economico che la giovane star sta portando loro nelle tasche.
In un contesto quindi dove Ashley deve mentire a tutti riguardo al suo vero modo di essere, ecco che viene messa in vendita Ashley Too, un piccolo robot dotato di intelligenza artificiale in grado di replicare “la personalità di Ashley” (così viene spacciata durante lo spot pubblicitario). In realtà quello che migliaia di persone si portano a casa altro non è che un AI basata sull’apparenza, su di una bugia: il vero io di Ashley rimane bloccato all’interno del piccolo robot da un limitatore della personalità che costringe la macchina a replicare solo la maschera che la star è solita indossare nelle uscite pubbliche.
In una storia che ha veramente poco da raccontare e che crea poco interesse, decidono di impegnarsi ben poco anche le persone incaricate di scrivere i dialoghi dal momento che in più punti risultano essere non solo imbarazzanti, come appuntato ad inizio recensione, ma infantili e completamente senza senso.
Rachel in più momenti viene presentata come una ritardata mentale in grado di uscirsene solo con delle frasi riportanti quanto fosse una grandissima fan di Ashley. La stessa zia della cantante si ritrova a chiedere ad Ashley, in una scena che idealmente era stata pensata per essere ad alto tasso di pathos e di ansia (chissà che fine hanno fatto), se andava tutto bene, peccato che nei precedenti 22 minuti circa di puntata la stessa Ashley si era ritrovata per ben due volte a dire alla zia che no, non stava bene e che avrebbe preferito smettere di fingere ed inizare ad essere veramente se stessa anche sul palco. Un qualcosa che on screen, rispondendole, le fa notare pure Ashley. Sarà stata quindi una domanda retorica? A che pro? Una scena surreale ed incommentabile.
Il vero apice però viene raggiunto poco dopo durante la fase di sblocco di Ashley Too da parte di Jack e Rachel. I dialoghi tra le due sorelle sono ad altissimo tasso di idiozia: non hanno idea di cosa stiano facendo, manovrando con i pc del padre; non hanno idea di come utilizzarlo; il pc viene collegato e magicamente rileva la AI; cliccano a caso su una macchia apparsa (una macchia che, ovviamente, non hanno la benché minima idea di cosa rappresenti) sullo schermo.
Ma dal momento che alla puntata serviva una AI totalmente funzionante ecco che il robot acquisisce coscienza di sé. Altro che Westworld dove bisogna seguire un determinato percorso per arrivare ad un determinato tipo di libertà. Tutti a dire stronzate nello show della HBO.
Da ignorare totalmente sia l’intromissione in casa di Ashley (nessuna vigilanza, una guardia non solo scema ma anche inutile), sia allo stadio (non esistono barriere di sicurezza o altro, no, dalla strada alla sala si arriva tranquillamente in auto senza alcun tipo di problema) perché, insomma, se siete qui a leggere questa recensione vuol dire che avete visto la puntata e quindi vi siete già provocati abbastanza dolore in maniera del tutto autonoma, non necessitate del nostro aiuto.
Quello che veramente lascia sconcertati, di nuovo, è il finale: Rachel diventa amica della star che idolatra; Jack inizia a suonare seriamente la chitarra e riesce a riavvicinarsi alla sorella; Ashley può finalmente essere se stessa senza vincoli o limitazioni. Un finale stucchevole, dolce e buono.
Ma “allora cos’è successo? Vi sono cadute le palle?” ritornando alla citazione tratta da Il Cavaliere Oscuro con cui si era iniziata la recensione.
Una serie che ha fatto proprio un determinato tipo di narrazione, oscura e carica di tensione, si ritrova oggi, in questo quinto ciclo narrativo, del tutto snaturata e senza ormai un vero fulcro attorno al quale cercare di far evolvere la propria storia. La tecnologia, sì, ed il suo abuso: questi dovrebbero essere i fulcri, teoricamente. Ma un robot ed un estrattore di musica dovrebbero quindi spaventarci e farci dubitare del progresso che ci circonda tutti i giorni? L’unico dubbio che può sollevare, al massimo, è relativo al bisogno di continuare una serie se non ci si ritrova in mano con una vera storia da raccontare al proprio pubblico.
Parafrasando un’altra citazione tratta da Il Cavaliere Oscuro: “Il Capitalismo ha preso il migliore Brooker possibile e l’ha fatto a pezzi. La gente perderà la speranza.

 

Easter Eggs
La puntata, come le altre, cela molti collegamenti alle precedenti puntate:
– alla televisione viene fatto passare uno spot commerciale riguardo il piccolo macchinario utilizzato all’interno di “Entire History Of You”;
– viene fatta menzione del reboot di Sea Of Tranquility (“Nosedive“);
– quando viene annunciato il ricovero all’ospedale (“San Junipero) di Ashley, nei titoli di passaggio al telegiornale viene riportato che un architetto è stato arrestato perché incolpato di multiplo omicidio (“Crocodile“);
– sul finire di puntata, sempre al telegiornale, nei titoli di passaggio vengono riportate le notizie riguardanti l’imminente uscita di “Striking Vipers” e del ritrovamento di un corpo all’interno di un museo andato a fuoco (“Black Museum“);
– la scuola di Rachel è la Ritman High School, chiaro il rimando a Colin Ritman (“Black Mirror: Bandersnatch“);

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Miley Cyrus
  • La solita regia che si mantiene, comunque, di alto livello nonostante il resto
  • Il padre e la deratizzazione: ma a che cosa serviva tutta questa sottotrama?
  • La storia
  • Il finale: ora pure i lieti fine in Black Mirror? Ma dove andremo a finire?
  • I dialoghi
  • La scena dello sblocco di Ashley Too
  • Il risveglio dal coma del tutto casuale
  • L’entrata in casa di Ashley e successivamente allo stadio: la vigilanza ed il controllo sono cose che non esistono

 

Imbarazzante.

 

Smithereens 5×02 ND milioni – ND rating
Rachel, Jack and Ashley Too 5×03 ND milioni – ND rating

 

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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