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Designated Survivor 3×08 – #scaredsh*tlessTEMPO DI LETTURA 3 min

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Designated Survivor 3x08 - #scaredsh*tlessYour days are numbered. Pandora’s box is open, and her demons will reshape the face of this earth, and I will forever be known as the one who unleashed them.

La puntata si apre con la conferma dei peggiori sospetti lasciati dalla fine dell’episodio precedente: l’agente Hannah Wells è caduta in servizio, vittima del bioterrorista razzista Momberg. A lui viene dedicata la foto, perché si potrebbe riciclare la definizione coniata per Anthony Hopkins, quando interpretò Hannibal Lecter: “Il sereno volto del terrore”.
Le scene della morte del personaggio interpretato da Maggie Q avevano concesso il minimo indispensabile ai “cliché da film di James Bond” nominati anche dall’assassino. Similmente, la commemorazione è sentita ma breve: a lei toccano una stella senza nome alla sede centrale della C.I.A. e un “Ave atque vale” (saluto latino che vale un moderno “Ciao, stammi bene”) da parte del presidente Kirkman.
Dispiace per l’uscita di scena di un personaggio che aveva sempre fornito la quota d’azione alle vicende narrate, ma se non c’era più modo di integrarlo organicamente nel progetto forse è stato meglio così.
Non c’è comunque tempo per piangere: scatta la corsa contro il tempo per sventare la minaccia alla popolazione. Il ritmo a cui si susseguono gli eventi è talmente vorticoso che, per una volta, risultano persino graditi i momenti romantici, come quelli tra Dontae e il suo bodyguard. Questo nonostante Dontae sia proprio l’esempio di un personaggio eccessivo, nel senso di gravato da troppi problemi tutti in una volta sola (nero gay, proveniente da un quartiere svantaggiato, ma anche malato di HIV).
Per fortuna, sul finale, Momberg viene rintracciato. Sceglie di suicidarsi, con il discorso da vero fanatico riportato sopra, dando persino degli “esseri inferiori” agli agenti che gli danno la caccia, in una scena, tutto sommato, più magniloquente di quella toccata alla sua vittima Hannah Wells o all’altra vittima della vicenda, la ricercatrice assassinata per aver scoperto su computer i progetti e le analisi genetiche dell’insano progetto destinato a colpire le persone di pelle più scura, basandosi proprio sulla pigmentazione della cute.
Anche qui, per così dire, la giornata è riguadagnata, ma non si può abbassare la guardia davanti a questi nuovi scenari, ai territori inesplorati che si aprono, con conseguenze innimaginabili, ma potenzialmente devastanti.
Stavolta, per il Commander – in – Chief, non è questione di realpolitik o di cerchiobottismo: si tratta di non conoscere effettivamente la minaccia da fronteggiare, con il rischio serissimo di danneggiare la popolazione invece di aiutarla. Nel dialogo con Seth viene ben sottolineato il pericolo di consigliare alla gente di lavarsi le mani spesso, tanto per fare qualcosa, con il rischio di peggiorare la situazione qualora il virus si diffonda nell’acqua. Per un attimo, vengono persino messe in pausa le onnipresenti preoccupazioni per la campagna elettorale e questo è indice dell’assoluta gravità del problema. Per incolpare di razzismo e genocidio l’avversario ed ex amico Cornelius Moss ci sarà tempo in futuro.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Momenti romantici inseriti a proposito
  • Ritmo mozzafiato dell’episodio
  • Addio Hannah Wells
  • Momberg
  • La lotta a chi sta peggio nel momento di rilassamento post sciagura (sventata)

 

Puntata dal ritmo vorticoso che apre scenari decisamente inquietanti, non solo per i protagonisti della storia. Momberg risulta un personaggio incisivo, anche se gli sceneggiatori hanno dovuto ricorrere a qualche cliché nel tratteggiarlo, dato il tempo limitato a loro disposizione. Ad essere importanti, però, sono le conseguenze ipotizzate qualora qualcuno avesse davvero disponibilità economica, mezzi e conoscenze per mettere in atto un piano delirante come quello al centro delle trame di questa stagione. Evidentemente anche questa è una conseguenza del passaggio su Netflix: una rete generalista come la ABC non si sarebbe forse mai permessa di instillare simili paure nel suo pubblico, dall’età media piuttosto elevata. La serie poi sta rispondendo adeguatamente anche alle esigenze del formato da binge watching (in italiano: è avvincente e ogni episodio spinge doverosamente a vedere il successivo).

 

#identity/crisis 3×07 ND milioni – ND rating
#scaredsh*tless 3×08 ND milioni – ND rating

 

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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