);

Into The Dark 1×10 – Culture ShockTEMPO DI LETTURA 3 min

/
()

Into The Dark 1x10 - Culture Shock“You’re just another american who is willfully ignorant of the big red, white and blue dick being shoved up your asshole every day… The owners of this country know the truth… It’s called the American Dream because you have to be asleep to believe it.”

 

Questa citazione del grande comico George Carlin, riassume in poche righe il messaggio di fondo del nuovo episodio della serie antologica Into The Dark, che ogni mese approda su Hulu, rivisitando le più importanti festività americane e non, in chiave horror.
“Culture Shock” rappresenta uno dei migliori episodi a livello tecnico, anche se non possiamo esattamente appiccicargli l’etichetta horror. Gigi Saul Guerrero, la giovane regista della puntata, evidenzia tutto il suo talento portando sul piccolo schermo una tematica a lei familiare: l’immigrazione e il cosiddetto sogno americano. La stessa Guerrero, infatti, è nata a Città Del Messico, ma è emigrata con la sua famiglia in Canada, nello specifico a Vancouver, all’età di 13 anni. In “Culture Shock”, la protagonista è una messicana con pochissime risorse, ma tante speranze per il proprio futuro e la consapevolezza che esse non potranno essere realizzate rimanendo nel proprio paese natio. Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano per Marisol un paradiso al quale aspirare e l’unica via di uscita da una vita di stenti ed infelicità. Per sfuggire dal limbo nel quale si ritrova intrappolata, Marisol è disposta a tutto, ma si renderà conto che non è tutto oro ciò che luccica e finirà col passare da una prigione all’altra.
La puntata si divide in due parti, sia per quanto riguarda la regia che la fotografia, due elementi gestiti in maniera superba e che costituiscono i punti di forza di tutta la struttura dell’episodio. La prima parte, che descrive il tentativo di Marisol di oltrepassare il confine illegalmente, è oscura, dai toni freddi, quasi tendenti al bianco e nero, claustrofobica e opprimente, per esternare al meglio le sensazioni della protagonista. Il secondo capitolo, quando Marisol si risveglia in un’indefinita cittadina americana, regala allo spettatore un filtro diverso, realizzato con una saturazione estrema e pennellate di colore. L’isola felice, nella quale la protagonista si ritrova catapultata all’improvviso, sembra uscita direttamente dal video “Lately” degli Skunk Anansie: tutto è luminoso, colorato, composto, i cittadini sono estremamente allegri e spensierati, seguono alla lettera il galateo in ogni situazione e sorridono a lungo, fastidiosamente. Capiamo fin da subito che qualcosa non torna e che questa perfezione cela, dietro le quinte, un incubo vero e proprio.
La Guerrero calca la mano, esagerando e facendo una parodia del tanto rinomato american dream e, più in generale, degli Stati Uniti. Essi, infatti, hanno sempre avuto la superbia di atteggiarsi a terra promessa, dove tutti possono concretizzare i propri sogni e speranze, mentre, di fatto, vogliono essere perfetti per pochi eletti.
Metafora di questa considerazione è la realtà in cui è imprigionata Marisol, ben diversa dal mondo fittizio, stile The Truman Show, oggetto dell’esperimento. La critica sociale, però, non è univoca e diretta solo alle false promesse del sogno americano in quanto tale, ma colpisce anche quella parte di società che ci vorrebbe tutti uguali, tutti ignoranti e felici di esserlo. Una società dove ogni azione quotidiana è già stata decisa e dove la coscienza di molti è manipolata da pochi. Grazie ad un apparato scenico ed a scelte stilistiche che ricordano, per alcuni versi, Jordan Peele, la Guerrero riesce nell’intento di creare e dirigere un ottimo episodio, dove la fantasia si mescola con la realtà e l’incubo è più vicino del previsto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La regia di Gigi Saul Guerrero
  • Il contrasto cromatico tra le due parti dell’episodio e tra le due realtà
  • La recitazione di Martha Higareda
  • The American Dream is The American Nightmare
  • Un messaggio estremamente attuale e veritiero
  • La doppia critica sociale
  • Nulla

 

Dopo lo scorso episodio, Into The Dark alza ancora l’asticella tra realtà e finzione e ci spinge a chiederci se la perfezione, alla quale molti di noi aspirano, non sia solo l’anticamera di un incubo, più che di un sogno.

 

They Come Knocking 1×09 ND milioni – ND rating
Culture Shock 1×10 ND milioni – ND rating

 

 

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

Rispondi

Precedente

Into The Dark 1×09 – They Come Knocking

Prossima

Yellowstone 2×05 – Touching Your Enemy

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.