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Perpetual Grace, LTD 1×10 – A Sheriff In The Era Of The CartelTEMPO DI LETTURA 4 min

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La prima (e forse ultima?) stagione di Perpetual Grace, LTD giunge alla sua conclusione. E con questa arriva anche il tempo di fare bilanci, di chiedersi se questi dieci episodi abbiano mantenuto tutte le aspettative generate dal pilot o se invece le abbia superate o se addirittura le abbia deluse. Ma dare una risposta a questo quesito non è affatto facile e il motivo risiede nella stessa eccentricità della serie.
Di primo acchito, si sarebbe tentati di bocciare Perpetual Grace, LTD senza pietà. Dopotutto stiamo parlando di una serie che partiva con uno spunto di trama non eccezionale ma poteva vantare grandi nomi del panorama attoriale (troppo facile citare sempre e solo Kingsley, e quindi citiamo Simpson, la Weaver, O’Quinn, Smith, Spall) e un linguaggio registico assolutamente particolare e facilmente riconoscibile, e che in un’intera stagione è riuscita a raccontare a malapena pochi eventi importanti, perdendosi in digressioni, lunghi dialoghi e ritmi talmente lenti che in confronto Breaking Bad e Better Call Saul sembrano un film della saga di Fast & Furious. E se una certa lentezza nel ritmo può andare bene all’inizio, quando bisogna delineare l’ambientazione e i personaggi, far abituare gli spettatori all’estetica della serie e dare modo alla trama di carburare, avvicinandosi sempre più al finale ciò non è più accettabile. Quel che è peggio è che “A Sheriff in the Era of the Cartel” non fa eccezione rispetto agli episodi che l’hanno preceduto e lungi dal dare una sferzata, seppur tardiva, alla narrazione se la prende comoda, complice la durata maggiore rispetto agli altri episodi. Non ci sono fortunatamente altri venti minuti di dialogo fine a se stesso, ma gli scambi di battute tutto fumo e niente arrosto e le sequenze tirate per le lunghe, a volte anche inutilmente, non mancano. Basti citare la scena in cui, dopo aver elencato gli undici segnali di una persona che sta mentendo, Wesley Walker va a interrogare Everly Pirdoo e siamo costretti a sorbirci ognuna di quelle reazioni, solo per capire che il Texas Ranger ha capito che Pirdoo sta affermando il falso per coprire il finto Paul Brown (che poi in realtà è solo uno stratagemma di Paul e James per condurre dove vogliono l’uomo di legge). Oppure il resoconto fatto dal vero Paul Brown sugli anni in prigione e le confessioni sulla passione per le arti marziali, funzionali a rafforzare il senso di bizzarria emanato dalla serie e a scavare meglio dietro la maschera del truffatore-prestigiatore ma di fatto inutili a fini pratici. Sicuramente se si tagliassero molti di questi momenti l’intera stagione durerebbe tre-quattro episodi, cinque a voler essere generosi.
Inevitabilmente, la lentezza con cui si è svolta finora la trama ha le sue ripercussioni sulla conclusione delle diverse storylines, ma ci mette lo zampino anche la necessità di dar vita a cliffhangers e mantenere aperti spiragli per un’eventuale prosecuzione (di cui ancora non si sa nulla). Così il personaggio di Donald DeLoash non fa praticamente nulla, il Ranger Walker realizza di essere stato gabbato dal falso Paul Brown ma manca il confronto con James, e Pa’ e Ma’ partono solo ora dal Messico per tornare a casa a regolare un po’ di conti. Tutti spunti che, in caso di cancellazione, resterebbero tronchi e farebbero di Perpetual Grace, LTD un prodotto irrimediabilmente tronco. Certo non mancano parabole narrative pienamente concluse: è il caso dello sceriffo Hector Contreras, fino alla fine pedina nelle mani degli altri, manipolato e infine persino ucciso da uno spietato Byron Brown che non guarda in faccia nessuno quando si tratta di vendicare i torti subiti. E’ un colpo di scena decisamente inaspettato, uno dei pochi momenti negli ultimi episodi di Perpetual Grace, LTD in cui davvero si sobbalza sulla sedia.
Nulla da dire, infine, sul cast, che ancora una volta si rivela il vero punto forte della serie. Di nuovo, sarebbe troppo facile lanciarsi in lodi spassionate a Ben Kingsley, a cui bastano uno sguardo e poche parole per dominare col proprio carisma l’intera scena: quindi chiudiamo con un plauso a Chris Conrad, capace ancora una volta di rendere toccante e intenso il percorso di rinascita di New Leaf, che nell’abbraccio con Paul e James trova finalmente due amici che lo accettino.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La morte dello sceriffo Contreras, decisamente inaspettata
  • Cast come al solito di alto livello e in forma
  • Neanche questa volta si rinuncia al solito ritmo lento e a tirarla per le lunghe più del necessario
  • La sensazione di incompiutezza dovuta alla lentezza pregressa della narrazione e alla necessità di avere qualche cliffhanger per la (potenziale) seconda stagione

 

Tornerà? Non tornerà? Per ora Perpetual Grace, LTD si congeda dallo spettatore con un finale inevitabilmente pieno di conflitti irrisolti e di spunti di trama ancora da sviluppare. Nel caso di una seconda stagione si spera in ritmi narrativi meno soporiferi e in una scrittura che gigioneggi meno con i grandi attori a disposizione e punti più alla sostanza.

 

The Elements Of An Epiphany 1×09 ND milioni – ND rating
A Sheriff In The Era Of The Cartel 1×10 ND milioni – ND rating

 

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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