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The Terror: Infamy 2×02 – All The Demons Are Still In HellTEMPO DI LETTURA 3 min

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I am not a spy. I am a simple fisherman. I love this country

Sicuramente in questa stagione di The Terror ci sono stati grandi cambiamenti rispetto alla precedente. Se nelle avventure delle navi alla ricerca del Passaggio a Nord – Ovest il terrore proveniva dall’esterno, dalla natura a cui l’uomo era sottoposto in maniera imponderabile ma inevitabile, qui il terrore sembra provenire dall’interno, dal cuore stesso dell’essere umano.
Finora, infatti, è stato dedicato molto più tempo e molto più spazio a descrivere la situazione delle famiglie americane di origine giapponese durante la seconda guerra mondiale, rispetto all’attenzione dedicata al mistero sovrannaturale propriamente detto. Non si sa ancora chi sia Yuko, ad esempio. Se fosse lo spettro di una fanciulla morta per amore sarebbe molto in linea con la tradizione nipponica, ma finora la questione non è stata approfondita.
Un punto di contatto con la passata stagione può essere trovato, volendo, nelle scene ambientate tra i laghi ghiacciati del Nord Dakota: stessa cura nella fotografia, stesso senso di tenebre che invadono il cuore dell’uomo allontanandolo sempre più dalla luce (e a farne le spese è Nick, ritenuto un menagramo).
Beninteso, la qualità della ricostruzione d’epoca è alta e accompagna tutta la descrizione della deportazione dei nippo – americani nei campi d’internamento. Chi ha avuto nonne e zie esperte nel lavoro a maglia, ad esempio, avrà gioito nel vedere il punto con cui è stato realizzato il maglioncino di Luz nella scena in cui parla con Chester. Non mancano nemmeno le emozioni, anche se contrastanti, fornite dalla stessa Luz quando si consegna alla polizia e nel vedere, tramite lei, deportati anche i bambini dell’orfanotrofio perché chiunque abbia una sola goccia di sangue giapponese va internato, quindi anche il bimbo che lei porta in grembo.
Nel seguire tutto questo, però, lo spettatore non è portato a stupirsi davanti all’imponderabile, piuttosto è portato a fare riflessioni sulle similitudini fra il trattamento riservato dalle forze dell’ordine americane ai protagonisti e quello riservato dai nazisti alle loro vittime. Il tutto toglie un po’ di mordente e originalità alla storia, anche se non si stanno qui invocando banchetti cannibali per rialzare l’attenzione del pubblico. Pure la riflessione sulla difficoltà dell’integrazione fra culture diverse, processo che richiede tempi lunghi e infinita pazienza, è ormai tema mainstream, se non uno dei temi di maggiore attualità in questo 2019.
In questo episodio, inoltre, entra in scena George Takei, l’indimenticabile signor Sulu di Star Trek, presenza sempre carismatica, ma qui presente anche in veste di consulente della produzione, in quanto fu internato da bambino in un campo di prigionia per giapponesi in America (lui è nato nel 1937). Il suo personaggio sembra credere fermamente negli spiriti e avere interessanti informazioni riguardo quest’argomento.  Potrebbe quindi, in futuro, fornire informazioni importanti e utili a salvare qualche vita, ma dipenderà dalla volontà degli sceneggiatori di approfondire la parte sovrannaturale della vicenda. Per ora, nel vedere lo strazio di famiglie intere strappate alle loro comode case, per venire stipate in stalle e pollai da ripulire a carico loro, viene davvero voglia di dirgli: “Signor Sulu, ci porti fuori di qui!”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ricostruzione d’epoca
  • Fotografia delle scene fra i ghiacci
  • Deportati anche i bambini dell’orfanotrofio
  • Poco approfondita la parte soprannaturale della vicenda

 

Curatissima nella confezione, supportata da buoni interpreti, questa stagione non è ancora riuscita a decollare e a brillare. Manca il senso di stupore di fronte a qualcosa di cui si comprende solo l’ineluttabilità, sostituito da un viaggio nelle regioni malate dell’animo umano, in un’esplorazione che finora nulla aggiunge a quanto già si sapeva. Più che terrore in senso stretto, lo spettatore prova sdegno e ripugnanza nel vedere come l’uomo può trattare nel modo peggiore i suoi vicini di casa e trovare un’ottima giustificazione per farlo.

 

A Sparrow In A Swallow’s Nest 1×01 ND milioni – ND rating
All The Demons Are Still In Hell 1×02 ND milioni – ND rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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