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The Deuce 3×03 – Normal Is A LieTEMPO DI LETTURA 3 min

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Grazie ai diversi salti temporali intercorsi tra la prima e l’attuale terza stagione, The Deuce è riuscita a coprire un buon lasso di tempo, poco meno di 15 anni, cambiando notevolmente dal pilot a questo ventesimo episodio.
Così come erano stati raccontati in modo egregio gli anni ’70 nel primo ciclo stagionale, bisogna ammettere che anche la rappresentazione, soprattutto a livello culturale, degli anni ’80 in quest’ultima stagione è veramente impeccabile sotto ogni punto di vista.
In particolar modo è interessante notare come venga trattata la diffusione dell’HIV, osteggiata e considerata come un piaga da evitare negli ambienti eterosessuali, celata e quasi volutamente ignorata in quelli omosessuali. Un atteggiamento già riscontrato in American Crime Story: The Assassination Of Gianni Versace, lontano anni luce dalla soluzione del problema, che non venne mai completamente risolto e solo tramite l’informazione ed un approccio severamente scientifico vide una parvenza di soluzione.
A livello tecnico, la serie di casa HBO continua a essere veramente degna di nota, con  una regia ed una fotografia di altissimo livello che rimangono senza dubbio il vero punto di forza dello show di David Simon.
Fin qui tutto bene potrebbero pensare i lettori di questa recensione e invece, purtroppo, bisogna ammettere che gli elementi positivi di questa “Normal Is A Lie” terminano qui, mentre tutto il resto è un completo disastro.
Senza mai dimenticare l’eccessiva durata dei singoli appuntamenti, ben sessanta minuti, non si capisce lo scopo di introdurre a sei episodi dal termine Matthew Rose, character interpretato da John Lithgow (noto ai più come il serial killer Trinity in Dexter) al quale è dedicato un minutaggio veramente troppo elevato, per l’ennesima storia di redenzione all’interno della serie.
L’agente Alston, al pari di Abby, continua a rendersi protagonista di storyline che rasentano l’inutilità e non fanno altro che appesantire una narrazione già di per sé pachidermica e a tratti insostenibile.
Non va certo meglio per tutti gli altri personaggi, dove tra l’apertura dell’ennesimo locale, Lori che gira film porno e il business dei festini hard a domicilio a conti fatti, nonostante l’ora a disposizione, non succedere praticamente nulla.
Se si esclude l’evoluzione di Eileen, tornata sulla Deuce con il proprio uomo dal quale rifiuta i soldi per il suo progetto, un bel cambiamento per una ex prostituta, tutte le altre sottotrame continuano a ruotare intorno ai soliti ambienti, mafiosi, omosessuali, club notturni, permeati dalle stesse dinamiche. Una ripetitività e ridondanza narrativa che sinceramente inizia ad essere intollerabile.
Giunti ormai a soli sei episodi dal termine non è lecito aspettarsi grandi cambiamenti, specialmente per un prodotto seriale così particolare come The Deuce, tuttavia, una narrazione più rapida ed un sapiente utilizzo del tempo a disposizione, potrebbero risollevare parzialmente le sorti di una serie che per ora rimane una grande occasione sprecata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il comparto tecnico rimane il punto forte dello show
  • L’ottima narrazione degli anni ’80 a livello culturale
  • L’evoluzione di Eileen
  • 60 minuti sono veramente troppi
  • L’agente Alston ai fini della trama è inutile tanto quanto Abby
  • Lo screentime dedicato a Matthew Rose
  • In fin dei conti in questa puntata non succede assolutamente nulla

 

Una puntata lenta, come sempre, ed estremamente compassata rendono la visione di questo episodio un vero atto di coraggio. Anche se si parla di numeri estremamente bassi, la nicchia di fedeli spettatori di The Deuce continua a resistere a non accenna a diminuire, dei veri e propri eroi che meriterebbero un Emmy. La puntata, invece, si aggiudica una piena insufficienza, vista la solita ora tecnicamente perfetta ed esteticamente valida, ma con una narrazione vuota e ripetitiva veramente mal sopportabile.
Un po’ di coraggio, narrativamente parlando, da parte degli autori sarebbe veramente gradito.

 

Morta Di Fame 3×02 0.28 milioni – 0.1 rating
Normal Is A Lie 3×03 0.29 milioni – 0.1 rating

 

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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