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The Deuce 3×04 – They Can Never Go HomeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Abbiamo imparato, col tempo, a conoscere The Deuce come una serie di realismo estremo, forse troppo estremo, che ha sempre contraddistinto l’andatura dello show, a tratti troppo rallentata e snervante.
Anche nell’occasione di “They Can Never Go Home” la puntata non ha offerto grandi spunti, almeno per quello che riguarda la prima parte dell’episodio, come al solito molto spento e incentrato sulle varie vicende di personaggi ormai troppo dispersive e concentrate su un livello individuale che lascia spazio ad ogni storia, purtroppo senza picchi di interesse particolarmente alti. Quando si passa a parlare delle vicende di Frankie Martino, tuttavia, si registra un cambio di marcia ben orchestrato che, forse per una delle primissime occasioni nell’intero arco narrativo di The Deuce, permette a tutte le storyline di convergere.
Proprio nel momento topico in cui le varie vicende si intrecciano, si assiste finalmente ad una scena molto rilevante per l’importanza del personaggio e soprattutto della vicenda, elementi che sono mancati per molto tempo all’interno di The Deuce. La morte è solitamente una parte fondante della vita, e si contraddistingue fortemente all’interno dello schermo televisivo contribuendo spesso ad aggiunte importanti a livello di impatto emotivo e sull’esistenza stessa della serie.
In questo caso, la morte di Frank si porta dietro una serie di scossoni importanti come quelli di Candy, che si vede rimproverare da Andrea Dworkin a causa della pochezza del proprio percorso, che ricordiamo per i meno attenti l’ha portata dietro la macchina da presa dopo una carriera di spicco nel mondo del porno e dopo gli inizi da prostituta. La Dworkin si impegna a ricordare quanto le donne possano non sentirsi del tutto rappresentate dalla sua storia e quanto i suoi sforzi non incidano minimamente sulle migliaia di ragazze meno fortunate che tutti i giorni si trovano a dover lavorare negli stessi ambienti in condizioni totalmente diverse rispetto alle sue.
La storia di Lori sembra confermare in pieno il punto di vista della donna, che mette Eileen per la prima volta nelle condizioni di pensare che il suo Feminist Erotica sia un’idea molto insidiosa perché invece di autenticare il ruolo della donna, rende le violenze sessuali più esplicite e facili da pensare. Il percorso della stessa Lori nei pressi di LA e New York la mette in stretta relazione con la propria popolarità che, pur essendo alle stelle, non le offre nessun tipo di vantaggio nel momento in cui è necessario avere rilevanza sul set ma anche nella vita. L’incontro con Vincent, che cerca dapprima di farle capire che, pur essendo stata una prostituta, non lo è mai stata veramente, e poi la invita a mettere il preservativo prima di consumare il rapporto, è un duro colpo per la ragazza, aggiunta psicologica notevole da parte degli scrittori, con cui il resto della narrazione e l’interpretazione dell’attrice si relazionano alla perfezione nelle scene successive a contatto con l’open mic e poi col suo agente.
La morte nel finale di Frankie Martino assembla il puzzle perfetto, i tanti errori commessi dal personaggio in passato culminano nei pochissimi minuti in cui cerca di spiegare al fratello, che non capisce, una regola basilare del baseball. Probabilmente il succo del discorso, che James Franco riesce a trasmettere con una grande interpretazione, è che quell’avvenimento in un contesto come quello in cui lo show si radica era inevitabile, e uno sviluppo diverso l’avrebbe reso ancora più problematico e doloroso. In un mondo complicato e difficile in cui vivere non ci sono eccezioni alle regole, e la morte di uno dei due fratelli è un’ulteriore conferma.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La morte di Frankie Martino
  • Il dialogo finale col fratello e la metafora del baseball
  • L’intervento di Andrea Dworkin
  • Finalmente degli avvenimenti degni di nota
  • La consueta lentezza narrativa
  • Troppe le vicende che pur unendosi idealmente con la morte di Frankie rimangono disomogenee

 

The Deuce mette in scena probabilmente il miglior episodio stagionale in questa occasione. Le tante storie intersecate sono ben ricondotte all’avvenimento che ha le potenzialità per fungere da spartiacque nel corso della stagione finale. Per quanto è stata preparatoria la seconda stagione e per quanto la densità di avvenimenti sia stata pian pian congelata, la morte di Frankie si è rivelata più che necessaria per unire i puntini e portare finalmente una ventata d’aria fresca ad una serie che ne aveva dannatamente bisogno.

 

Normal Is A Lie 3×03 0.29 milioni – 0.06 rating
They Can Never Go Home 3×04 0.30 milioni – 0.06 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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