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Arrow 8×04 – Present TenseTEMPO DI LETTURA 3 min

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Partiamo da un pensiero che riteniamo comune in ogni spettatore: se doveva morire la figlia di Renè (di cui non ci si ricorda nemmeno il nome vista l’utilità) per vedere il confronto tra genitori e figli, allora questo “sacrificio” poteva serenamente avvenire la scorsa stagione. Tralasciando il fatto che, per ora, non c’è alcuna ragione per la quale i tre (su quattro) figli siano stati teletrasportati indietro nel presente da parte di Monitor (e quindi l’intera operazione al momento risulta piuttosto fan base invece che motivata da necessità di scrittura), non si può che apprezzare e complimentarsi con Oscar Balderrama e Jeane Wong per non aver scazzato completamente l’intera opportunità che si è presentata loro nel finale di “Leap Of Faith“. Come al solito in questi casi, ci sono tantissime cose che possono andare storte, vuoi per il troppo citazionismo, vuoi per l’assenza di motivazioni reali che muovono i character, eppure qui tutto sembra procedere in maniera piuttosto logica (eccetto la reazione di Rene nei confronti di Diggle, totalmente irrazionale).
Il rapporto tra Mia-Oliver-William era il più delicato da gestire ma si rivela piacevolmente come la vera punta di diamante dell’intera puntata. Il carattere della figlia si mantiene costante nelle ere a dispetto dell’impatto positivo che un incontro del genere avrebbe potuto scaturire; l’assenza di Oliver come padre non viene infatti perdonata come un colpo di spugna ma è stata invece utilizzata come base per costruire un nuovo rapporto che, fortunatamente, sembra proseguirà anche nella prossima puntata. Anche questa un’ottima scelta da parte del team di Beth Schwartz che continua ad operare in maniera diversa rispetto agli standard televisivi.

DEATHSTROKES. DEATHSTROKES EVERYWHERE…


Per ovvie ragioni collegate alla mancata presenza di Manu Bennett nel ruolo del Deathstroke originale, la parte meno interessante, per non dire fallimentare, di questo “Present Tense” è sicuramente quella relativa all’attacco di Star City per mano di questa “nuova” cellula terroristica che è però ben conosciuta nel futuro del 2040.
Se da un lato il ritorno di Mia, William e Connor nel presente porta con sé diverse aspettative per quanto riguarda il rapporto con Diggle e Oliver come genitori, dall’altro fa anche questionare la scelta di lasciare J.J. nel futuro invece che metterlo a capo dei Deathstroke nel presente insieme a Slade Wilson. Senza questa sorta di corrispondenza tra presente e futuro, ma soprattutto senza l’assenza degli unici due personaggi che avrebbero potuto garantire profondità alla narrazione, tutto diventa piuttosto bidimensionale e la presenza di Grant Wilson, figlio di Slade, non dà alcun valore aggiunto alla storia, anzi. Il misconosciuto Joseph David-Jones interpreta il nuovo Deathstroke in maniera deprecabile, non offre alcun carisma al villain e, di fatto, sminuisce l’intera costruzione di questa cellula terroristica che nel futuro sembra ben più compatta del presente. Un’occasione persa che, purtroppo, mina il valore dell’intera puntata che altrimenti poteva serenamente trasformarsi in un Bless Them All.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Bisogna ammettere che la scelta di non giocarsi l’operazione Padri-Figli in un solo episodio è originale e apprezzabile
  • Si è riusciti a rendere perfettamente le intricate dinamiche con Mia e William sviluppatesi nella totale assenza di Oliver (per ovvi motivi)
  • La faccia di Diggle quando si sente chiamare “dad
  • Dina è un valore aggiunto
  • Recitazione di Stephen Amell eccellente, finalmente
  • The Monitor continua a fare il doppiogiochista
  • Assenza pesantissima di Slade Wilson (probabilmente per questioni di budget o impegni lavorativi)
  • Assenza pesantissima di J.J.
  • I Deathstrokes non hanno alcun carisma grazie al loro “leader”, Grant Wilson
  • Recitazione sempre deprecabile di Katherine McNamara
  • Reazione di Rene nei confronti di Diggle esagerata

 

Poteva rivelarsi un capolavoro ed invece, a causa di un villain che ha lo spessore di uno stuzzicadente usato dopo una cena a base di costicine, “Present Tense” è solamente un buon episodio che fa il suo dovere in maniera piuttosto egregia e, al momento, si può fregiare del titolo di seconda miglior puntata della stagione.

 

Leap Of Faith 8×03 0.76 milioni – 0.3 rating
Present Tense 8×04 0.62 milioni – 0.2 rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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